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    LA GITA A CHIASSO PER FARE SESSO! UNA BUONA NOTIZIA PER I PENDOLARI DELL’AMPLESSO: I BORDELLI SVIZZERI RIAPRONO – LA TESTIMONIANZA: “GLI ITALIANI COSTITUISCONO IL 70% DELLA NOSTRA CLIENTELA. IL DPCM CI HA MUTILATI MA LE LUCI ROSSE ELVETICHE NON TREMANO ANCORA” – L’OBBLIGO DI TRACCIABILITA’: “ABBIAMO IL VINCOLO DI REGISTRARE I DATI DI CONTATTO DI CIASCUN CLIENTE” – E LE LUCCIOLE? ALCUNE RIESCONO AD ALZARE ANCHE 1500 EURO. NON MALE IN TEMPO DI PANDEMIA…


     
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    Sara Cariglia per “Libero quotidiano”

     

    bordelli svizzera bordelli svizzera

    Casta e pura la morigerata frontiera-amica non lo è stata mai. Amante dei paradisi legali, la Svizzera, zona franca dell' amore, verso i piaceri intorpiditi ha sempre espresso una certa riluttanza, ragion per cui gli appetiti carnali ha sempre preferito viverli anziché all' ombra di un marciapiede alla luce del sole, in escort night dai folcloristici bagliori. Postriboli che neppure l' aitante carica virale da SARS-CoV-2 ha saputo spegnere. Complice anche la forte adesione del "ceppo italico" che, amante delle zone franche dell' amore, lo è sempre stato: «Si sa, abbandonarsi ai piaceri della carne oltreconfine ai frontalieri del sesso piace assai. La riapertura del 5 novembre, infatti, la dedichiamo soprattutto agli italiani, i quali costituiscono il 70% della nostra clientela».

     

    A testimoniarlo è un giovane Stefano Taroni, vice del Maxim di Chiasso, uno dei bordelli più hot della Svizzera italiana.

     

    bordelli svizzera bordelli svizzera

    «Certo, il nuovo Dpcm, che riguarda anche le frontiere con il Ticino, ci ha mutilati. Le imminenti disposizioni governative daranno il via libera ai soli titolari di permesso G, ma vorrei rassicurare i pendolari notturni e dir loro che le luci rosse elvetiche, checché se ne dica, non tremano ancora».

     

    la tracciabilità Se l' attuale Dpcm ha destato sconcerto, l' ultimo Consiglio federale ha generato encomio, confida Taroni: «Mi fa piacere che il Consiglio di Stato abbia deciso di non limitare l' attività dei locali erotici. D' altronde la prostituzione, se regolarizzata e controllata, è una categoria professionale come le altre. Una pandemia non deve condurre per forza alla castità!».

     

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    A contenere un pochino gli appetiti transfrontalieri, sarà ancora l' obbligo di tracciabilità: «Abbiamo il vincolo di registrare i dati di contatto di ciascun cliente, una clausola che inibisce innegabilmente la voglia da parte del frontalierato del sesso (notevolmente ridotto) di fare una fuitina al di là dei confini del proprio Stato.L' immatricolazione è sospesa solo se gli ospiti decidono di accedere in linea retta alle camere del bordello».

     

    A condurre i "cacciatori" di "fille de joie" nei cosiddetti nidi d' amore, è uno ripido scalone rosseggiante. Là in cima, nelle alcove, tutto è immacolato: «Siamo una delle maison in cui le escort prendono la biancheria igienizzata di fronte al cliente e la sostituiscono a ogni appuntamento. La salute viene prima di tutto». Il portavoce del sexy club, però, non è in fregola di moraleggiare: «Per quanto la trasmissione del virus tramite penetrazione sia remota, non penso che il rapporto sessuale sia l' anti-Covid per eccellenza. Sappiamo che il virus si trasmette tramite i famigerati droplets. Il bacio quindi è ben più imprudente del rapporto in sé e per sé. Il fatto è che qui al bordello è una delle prestazioni più richieste».

     

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    1.500 euro a notte Trovare un escamotage per sostituire il sesso è quasi impossibile, continua Taroni: «Certo, l' uso dei sex toys, la masturbazione o il rinomato Coronasutra, potrebbero essere validi espedienti per aggirare la pandemia, ma se una persona ha paura del virus non frequenta i locali erotici; tuttalpiù se ne sta a casa in compagnia di Chaturbate o Pornhub».

     

    Quanto alla mascherina?

    prostitute italiane in svizzera le iene 5 prostitute italiane in svizzera le iene 5

    «Le nuove disposizioni cantonali obbligano sia le ragazze che i clienti a indossarla. Bisogna usare la fantasia però, e coprire il volto è un gioco che funziona. La mascherina deve essere un nascondimento che svela, solo così ci offre l' opportunità di rivalorizzare porzioni del corpo eccitanti» dice Taroni, mentre scruta con occhio esperto il turbinio di gambe delle dee del sesso adorne di tacchi a spillo e sexy lingerie.

     

    SVIZZERA LOCALI A LUCI ROSSE SVIZZERA LOCALI A LUCI ROSSE

    «Le più scaltre fidelizzano il cliente come in Pretty Woman» confessa. «Alcune lucciole chiudono la giornata con 300 euro, altre con 1500. Sono numeri significativi considerato che ci troviamo nel bel mezzo di una pandemia. Lavorare a pieno regime, i ora come ora è pura utopia. Questo spiega perché le ragazze operative sono una trentina e non una settantina come di consueto».

     

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    Il "boss", infine, volge lo sguardo in direzione del confine di Stato, verso l' industria del sesso italiana. «Parecchie sex worker arrivano dall' Italia, dove la mancata regolamentazione della prostituzione è imputabile unicamente all' ipocrisia. Molti pensano che nel "Bel paese" il meretricio sia illegale, ma non è così. Sono illeciti soltanto favoreggiamento e sfruttamento. A darne prova provata sono le lavoratrici notturne, obbligate a pagare l' affitto del marciapiede ai signori della strada, anche in piena emergenza sanitaria. Se lo so io, lo sanno pure le istituzioni!». Poi, però, Taroni, ludico e sornione, conclude così: «A fronte di quanto appena detto, mi auguro vivamente che le case chiuse, dell' italica virilità, non riaprano mai, pena il tracollo di quelle Made in Switzerland».

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