Fabio Poletti per “la Stampa”
SALVINI A BIBBIANO
Una nonna sgomita dietro le transenne e se lo bacia. Un papà gli racconta la sua odissea: «Erano anni che sapevamo di questa cosa...». Matteo Salvini, maglietta bianca con scritta Italia sulle spalle, plana a Bibbiano, profonda Emilia, un tempo allevamenti di maiali, oggi solo «angeli e demoni» dal nome dell' inchiesta che ha fatto luce su un giro di affidi illeciti, bambini strappati ai genitori con false prove e affidati ad altri genitori. «Sono qui prima di tutto come papà. E poi come ministro per dire che lo Stato qui c' è», Matteo Salvini parla senza microfono dallo scalone del Municipio dove hanno messo un paio di scarpine bianche da bambino.
Il sindaco Andrea Carletti del Pd è finito agli arresti domiciliari per gli atti controfirmati. Il ministro dell' Interno non nomina lui né il suo partito. «Chi ha sbagliato deve pagare doppio. Ai primi di agosto nascerà una commissione d' inchiesta sulle case famiglia. Ho visto lucrare sulla pelle degli anziani e degli immigrati. Non avrò pace fino a che non sarà a casa anche l' ultimo dei bambini».
SALVINI A BIBBIANO
Quattro di loro sono stati riaffidati ai genitori a fine giugno. Questa mamma coi capelli lunghi, la maglietta bianca, i jeans chiari e i sandali rivedrà sua figlia giovedì, dopo più di un anno e mezzo: «È passato così tanto tempo che ho il cuore in gola. Forse la situazione si sta finalmente sbloccando. Spero che questo primo incontro sia solo l' inizio. La rivoglio a casa. Vivo solo per questo.
Ma chi ci ha strappato i nostri figli dalle braccia deve pagare». Nel mirino ci sono assistenti sociali, psicologi, un paio di avvocati. Che ci sia il sindaco del Pd di Bibbiano, coinvolto anche se marginalmente, fa da catalizzatore. Alla fiaccolata di sabato sera dietro lo striscione «Giù le mani dai bambini» c' erano mille persone. Cattolici integralisti pure da Roma, Forza Nuova, CasaPound, Lealtà e Azione, I Sentinelli ma giurano pochi bibbianesi. Il segretario del Pd Stefano Marazzi ha parole per tutti: «Siamo di fronte a uno sciacallaggio politico senza precedenti.
SALVINI A BIBBIANO
Dei bambini non interessa niente. Il nostro sindaco che ha firmato solo atti tecnici è stato demolito. Ma la verità verrà a galla».
Valterio Ferrari di una lista civica di opposizione con dentro qualche esponente dei 5 Stelle si dice molto di sinistra ed è pronto a firmare una mozione di sostegno al sindaco con tutta la maggioranza: «La situazione qui è andata fuori controllo. Ci mancano solo le cavallette.
Ma non potremmo chiudere i porti, a Bibbiano?».
La battuta è efficace. Ma il paese è tutt' altro che unito.
Davanti a Matteo Salvini c' è chi srotola un lenzuolo con disegnati dei mattoni. Come dire che il muro di omertà si è sgretolato. Più di una mamma giura di averla scampata bella. Come questa signora con gli occhiali e i capelli lunghi: «Ho dovuto denunciarli per evitare che portassero via mio figlio». Ma tanti son qui solo perché è Matteo Salvini e non vedono l' ora di farsi un selfie con lui.
Da Roma la vicesegretaria del Pd Paola De Micheli usa parole d' acciaio: «Da Salvini solo una passerella.Meglio che ci parli di Moscopoli». Luigi Di Maio si schiera con l' alleato di governo: «Veramente vergognoso il silenzio del Pd. Sarò presto a Bibbiano con il ministro della Giustizia Stefano Bonafede». Matteo Salvini vola alto alla fine del suo comizio: «Non meritate di essere conosciuti nel mondo come la comunità degli orchi e dei ladri dei bambini». Ma basta spostarsi a Barco, al centro Polifunzionale Pietro Del Rio dove sono finiti in manette le assistenti sociali per sentire un' altra voce.
SALVINI A BIBBIANO
Quella del barista lì a fianco: «Cosa penso del sindaco? Lo difende solo chi lo ha votato».
2 - QUATTRO BAMBINI TORNATI A CASA
Leonardo Grilli per “la Stampa”
Un lavoro sotto traccia. In silenzio, in punta di piedi. È quello dei giudici del tribunale dei Minori di Bologna che stanno esaminando in modo più approfondito decine di casi (almeno 70) e segnalazioni seguiti negli ultimi due anni dai servizi sociali reggiani finiti sotto inchiesta. E mentre i magistrati bolognesi, guidati dal presidente Giuseppe Spadaro, controllano fascicoli e cartelle, emerge come già da tempo il tribunale minorile avesse intercettato delle irregolarità nel lavoro svolto dai professionisti ora sotto indagine.
striscione su bibbiano
Massimo riserbo Al punto che per quattro bambini sui sei inseriti nell' inchiesta Angeli e Demoni c' è già stato un lieto fine: i loro casi sono stati riesaminati dai giudici di Bologna e, viste le irregolarità emerse, è stato deciso il ricongiungimento con le famiglie di appartenenza. Su chi siano questi bambini ovviamente, a loro tutela, vige il massimo riserbo ma tanto le segnalazioni, quanto i ricongiungimenti, sono avvenuti prima del 27 giugno, giorno in cui è stata resa pubblica l' inchiesta e sono scattati gli arresti. Un retroscena che conferma quanto da sempre sostenuto dallo stesso Spadaro, ovvero che in tutta questa vicenda il tribunale minorile di Bologna sia «parte lesa» e che da tempo vi fosse più che qualche dubbio sull' operato dei servizi della Val d' Enza.
matteo salvini a bibbiano 2
Non a caso proprio le perplessità dei magistrati bolognesi hanno dato un input importante alle indagini reggiane condotte da procura e carabinieri. Così, se da un lato i minori hanno potuto riabbracciare i propri genitori, dall' altro gli inquirenti, forti anche degli elementi forniti loro da Bologna, hanno continuato a indagare fino a formulare l' ipotesi che all' interno dei servizi della Val d' Enza si fosse creata una sorta di organizzazione che, nel manipolare le testimonianze di bambini, sottraeva i piccoli a famiglie in difficoltà per assegnarli dietro pagamento (si sospetta un giro d' affari di migliaia di euro) ad amici o conoscenti ritenuti ufficialmente più idonei. Frode processuale, depistaggio, abuso d' ufficio, maltrattamenti su minori, falso in atto pubblico, violenza privata, tentata estorsione, peculato d' uso e lesioni gravissime sono i reati formulati a vario titolo dalla procura.
cartello parlateci di bibbiano 1
Gli accertamenti Mentre l' iter processuale prosegue, Spadaro sta continuando a rivalutare, con i suoi colleghi del tribunale e della procura minorile e d' intesa con gli inquirenti di Reggio, i procedimenti al centro dell' indagine, arrivando a inviare in alcuni casi i propri giudici per verificare direttamente le condizioni dei minori coinvolti.
Gli accertamenti riguardano non solo gli episodi finiti nell' inchiesta ma tutti quelli seguiti dai servizi della Val d' Enza negli ultimi due anni, segno che l' ufficio giudiziario vuole fare chiarezza su tutte le segnalazioni.
Proprio per questo motivo tutti i casi sono stati affidati a un differente servizio sociale, conferendo anche incarico a consulenti e periti per far luce su ogni situazione e riesaminare le precedenti risultanze dei servizi sociali sotto inchiesta.
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Sentiti gli insegnanti I giudici sono stati anche nelle comunità ospitanti e hanno incontrato insegnanti nelle scuole e dagli accertamenti preliminari sono emerse omissioni e anomalie all' interno delle relazioni dei servizi. Tra l' altro, in una procedura di dichiarazione di abbandono, e quindi con sentenza di adottabilità - dove i genitori biologici si erano resi effettivamente autori di condotte estremamente pregiudizievoli nei confronti dei figli - il servizio non avrebbe comunicato al tribunale che erano state individuate coppie e già lì collocati i minori. Tutto questo nonostante l' ordine esplicito di trovare famiglie affidatarie «di concerto con i giudici». Un' attività, quindi, che avrebbe indotto in errore tanto la Procura quanto lo stesso tribunale per i minori, che ora vuole vederci chiaro.
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