giuliano castellino e roberto fiore assalto alla cgil
Fulvio Fiano per www.corriere.it
L’irruzione nella sede della Cgil, sabato scorso in centro a Roma, all’apice della violenza nata dal corteo contro il green pass, è stata «una barbarie pianificata in segno di sfida alle istituzioni come un’azione di “sfregio” ai principi democratici, mirata a minare la pubblica sicurezza del vivere civile» e proseguita fino a quando «le forze dell’ordine — rinforzate nel numero — sono riuscite a riprendere il controllo della situazione e ad allontanare i facinorosi».
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Così scrive il gip Annalisa Marzano che ieri ha emesso l’ordinanza di arresto dopo gli interrogatori di garanzia a carico dei leader di Forza Nuova Giuliano Castellino e Roberto Fiore, dell’ex Nar Luigi Aronica, la militante di estrema destra Pamela Testa, il ristoratore Biagio Passaro di «IoApro» e Salvatore Lubrano per reati che vanno dalla devastazione al saccheggio, dall’istigazione alla violenza all’adunata sediziosa alla violazione di domicilio.
roberto fiore
Roberto Fiore e Giuliano Castellino
Ruolo prominente quello di Fiore e Castellino. Il primo come un regista occulto «non si espone nei comizi, non collabora alla devastazione, ma organizza la manifestazione, dirige i cortei e decide finanche quando l’azione criminosa deve cessare»; il secondo con «personalità aggressiva, incapace di controllare gli impulsi violenti», costituisce un «pericolo per l’ordine pubblico».
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Chiara la matrice politica: «Sullo sfondo della protesta si sono insinuati militanti di estrema destra, alcuni ben noti, che cavalcando il dissenso popolare si sono avvalsi del sostegno di movimenti nati e cresciuti contro la campagna vaccinale al solo scopo di istigare i manifestanti alla violenza».
GIULIANO CASTELLINO
L’assalto alla Cgil
Episodio saliente l’assalto alla Cgil, che il gip può descrivere nel dettaglio grazie anche alle riprese degli stessi manifestanti, tra cui quella fatta da Passaro con «candida sfrontatezza» e «il piacere della sfida all’ordine pubblico», e alle indagini della Digos, coordinata dal pm Gianfederica Dito: «Distruggevano non solo tutto ciò che trovavano lungo il loro percorso, ma si recavano appositamente nei diversi locali per devastarne gli ambienti, danneggiando indiscriminatamente vetri, arredi, materiale informatico, mobili e tutto ciò che si poteva abbattere».
PAMELA TESTA 2
All’azione partecipa anche Pamela Testa che «si attivava pervicacemente, arrampicandosi dalla finestra adiacente all’ingresso principale e contribuendo a sfondare dall’interno il portone della sede».
Gli scontri
Al tentativo di mediazione e contenimento attuato dalla polizia quando la situazione degenera «i manifestanti opponevano una violenta resistenza».
ROBERTO FIORE E GIULIANO CASTELLINO
Oltre al lancio di oggetti e all’uso di mazze e bastoni (frangente in cui risalta la «furia incontrollata di Lubrano»), l’ordinanza evidenzia la tentata conquista di un blindato da parte di Castellino, che assieme ad altri «provava a fare ingresso nel mezzo aprendo lo sportello destro, manovra sventata dalla polizia con molta difficoltà anche per la contestuale presenza di altri manifestanti altrettanto rabbiosi e violenti».
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Forza Nuova
«Forza Nuova non opera più da mesi, non eravamo in piazza come movimento politico — si sono difesi Fiore e Castellino —. Il corteo verso la Cgil è stato concordato con la Digos ma un gruppo di facinorosi ha preso il sopravvento».
Tesi alla quale il giudice non crede, ritenendo il carcere «l’unica misura idonea» davanti a «fatti estremamente gravi» con il «concreto e attuale pericolo» che vengano riproposti «soprattutto in questo contesto storico».
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