Estratto dell’articolo di Giuliano Ferrara per www.ilfoglio.it
GIORGIA MELONI CON LA CAMPANELLA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Un fascistone addomesticato al Senato, un tradizionalista cattolico alla Camera, un hobbit di ultimissima generazione, e donna, a Palazzo Chigi. Ma non c’è pathos. L’arrivo a Roma dei nuovi marciatori era previsto con largo anticipo. Non c’è stata violenza. Il voto libero universale e segreto è stato rispettato al dettaglio. La legge elettorale, a questo punto direi una legge perfetta per la stabilità e il cambiamento, ha fatto il suo. Chi si è unito per prendere i collegi del maggioritario ha vinto, chi si è disunito ha perso.
Quando arrivò Berlusconi al potere, a sorpresa, dopo pochi mesi di campagna controintuitiva ed extraistituzionale, sembrava un colpo di stato, la riedizione del Diciotto brumaio di Luigi Bonaparte, con il Politologo Collettivo al posto di Karl Marx e un’opposizione cieca che si faceva resistenza e marea. Oggi le istituzioni italiane, questo misterioso meccanismo di sistema che divora e digerisce qualunque cosa, hanno rottamato, la parola è spessa e abusata ma opportuna, postfascismo e postantifascismo.
GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI
E’ un’alternanza, la guida va a chi fece opposizione parlamentare e sociale, il casino verboso e la frantumazione fuori di balcone hanno avuto e avranno la loro parte nel nuovo assetto di comando allo stato nascente, ma si mescolano prudente attesa, una vaga inquietudine, qualche sbadiglio.
[…] Mario Draghi aveva messo in agenda, la vera agenda, una “transizione serena”, e così è stato. Ci sono problemi seri? Sì, ma è tale il peso del realismo di circostanza che sembrano a questo punto perfino esagerati.
L’Inghilterra è nel pantano di un fantastico sistema a rigidità incontrollata, con i mercati che fustigano a morte il mercantilismo mercatista, noi facciamo il cabotaggio costiero nella massima flessibilità di timoniere e rotta, con la destra sociale e lo statalismo che rilevano le competenze del keynesismo e del debito buono. La 194 è al sicuro, familisti e putinisti abbelliscono o imbruttiscono il paesaggio del paese inessenziale e chiacchierone, non ci possiamo lamentare.
IGNAZIO LA RUSSA GIORGIA MELONI
Non c’è pathos. Il saggio prega Iddio di non farci vivere in tempi interessanti, quanto a questo il saggio dovrebbe essere soddisfatto, almeno per adesso. […] All’ingrosso, e forse anche al dettaglio, le stagioni italiane dovrebbero continuare ad assomigliare a se stesse. […]
GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI MARIO DRAGHI E GIORGIA MELONI GIORGIA MELONI LASCIA IL QUIRINALE A BORDI DI UNA AUDI roberto calderoli carlo nordio