Daniele Capezzone per “la Verità”
Guy Verhofstadt contro Giuseppe Conte
«Contrordine, compagni» versione 2.0. Pochi mesi fa, i giornali italiani facevano eco - in estasi - al velenoso Guy Verhofstadt, che, a Strasburgo, aveva apostrofato Giuseppe Conte come «un burattino di Salvini e Di Maio». Essendo forse cambiati i burattinai, è mutato anche l' atteggiamento dei nostri grandi media, che ora descrivono l' avvocato del popolo come uno grande statista, un maestro di politica e pensiero. Dimenticate i sarcasmi sulla pochette o sul curriculum: adesso il premier è in una ideale teca, ha un altare tutto suo, una via di mezzo tra il Padre Pio di cui è devoto e un padre della patria giallorossa.
CLAUDIO CERASA E GIULIANO FERRARA
QUIRINALE REPARTO MATERNITA' BY MACONDO
Il più lirico, letteralmente fuori categoria, è Giuliano Ferrara, in preda a un' eccitazione incontenibile. Ecco due perle (rare, come Conte secondo Di Maio) su Twitter: «Conte, sempre Conte, supremamente Conte», «Aprite le porte a Gonde» (pronuncia pugliese, presumiamo). Ma è sul Foglio che Ferrara ha dato il meglio, descrivendo il suo nuovo eroe: «Ha evitato lo sforamento baldorioso del deficit (), ha evitato un paio di procedure d' infrazione contro l' Italia (), ha spiegato alla Merkel in un video fatale che il Truce era un rompicoglioni incontrollabile». Il Truce sarebbe Salvini. E Conte ha vinto il duello, barrisce l' elefantino: «Se l' è cucinato a puntino, mettendo il limone nel posto giusto nella sublime porchetta». Morale: «Il comportamento di Conte è stato la perfetta espressione del discrimine che () separa la coerenza dal masochismo. () La coerenza a volte è solo l' ultimo rifugio delle canaglie».
GIUSEPPE CONTE DONALD TRUMP
salvini conte
Entusiasmo condiviso dall' attuale direttore del Foglio, Claudio Cerasa, esultante per il fatto che l' Italia abbia «un nuovo governo: l' Europa». Avete capito bene: «l' unica svolta possibile» è «fare del prossimo esecutivo il laboratorio europeo dell' antisovranismo». Eccitazione da pilota automatico o da guinzaglio, insomma. Nel sottotitolo dell' editoriale dell' altro ieri di Cerasa, compariva anche un significativo «Slurp!».
LA PAGELLA DEL CORRIERE DELLA SERA A GIUSEPPE CONTE
Intanto, nelle pagelle assegnate ieri dal Corsera (a firma di Roberto Gressi), il premier si è preso un rotondo 7. Ecco le motivazioni: «Lascia al palo Di Maio e Salvini che hanno creduto di poterlo manipolare. Per riuscire non è detto che sia indispensabile non avere macchie di sugo sulla cravatta e non masticare con la bocca aperta, però aiuta». E il miniritratto accosta Conte al Mister Wolf di Pulp Fiction (quello di «Risolvo problemi»). Un trionfo.
giuseppe conte riceve l'incarico per la formazione del suo secondo governo 9
Due giorni prima, sempre il Corriere (a firma di Marco Galluzzo) si era superato: «solida credibilità politica e umana», «uno stile fatto di vari ingredienti: pazienza e spirito di sacrificio, competenza e autonomia», «uno standing conquistato sul campo anche sui tanti complicati tavoli internazionali», «doti di qualità, pazienza, temperanza».
giuseppe conte riceve l'incarico per la formazione del suo secondo governo 8
Su La Stampa, è Andrea Malaguti ad allestire l' altare dedicato a Conte, con tanto di foto (mini)napoleonica: «Impossibile odiarlo, più facile sottovalutarlo. Grave errore, perché l' avvocato del popolo difficilmente si fa distrarre dagli obiettivi, e quasi mai li manca». E ancora: «Abile, furbo, educato, innamorato del figlio e mai divisivo, è riuscito a costruirsi un universo di relazioni straordinariamente largo che riesce a coltivare e a non ostentare». Fino alla profezia delle profezie, quella di «una salita al Colle non tanto per ricevere mandati, quanto per distribuirne». Avete capito bene: già presidente della Repubblica in pectore, con tre anni di anticipo.
giuseppe conte
Guy Verhofstadt contro Giuseppe Conte salvini conte
Su Repubblica, è stato mobilitato Francesco Merlo, firma di punta addetta ai Grandi Lutti o ai Grandi Omaggi (e ieri non era giorno di lutti). Per Merlo, Conte è «il quasi premier che ha castigato gli spacconi», in un tripudio di «giacche di sartoria, colonia al limone, gemelli ai polsi». E ancora: «l' aria tranquilla, serena, conversativa, amabile e indulgente». Mancano solo le testimonianze delle guarigioni procurate, ma ci si sta lavorando.
francesco merlo bonafede salvini conte