Marco Giusti per Dagospia
johnny depp venezia
A Venezia oggi si parla solo dell'arrivo di un Johnny Depp non molto in forma, troppo alcool?, e della bicchierata di rosso che Nastassja Kinski ha tirato addosso a Valerio Cappelli, colorista del "Corriere della Sera", ma vi ricordiamo che c'era un altro film in concorso, il franco-belga "Marguerite" di Xavier Giannoli. Vi piace cantare ma stonate in maniera terrificante? Niente paura, basta avere una montagna di soldi e un titolo nobiliare e amici e parenti chiuderanno un orecchio.
johnny depp a venezia
Piu' o meno e' questa la storia del delizioso, anche se un po' parruccone "Marguerite" di Xavier Giannoli con una strepitosa Catherine Frot nei panni della protagonista Marguerite Dumont, personaggio che sembra ispirato da qualche film di Groucho Marx, ma che e' piu' o meno ispirato a una vera signora che negli anni 20 cerco' appunto di imporre il suo canto problematico a un pubblico di melomani. Solo che Giannoli le cuce addosso due fondamentali trovate che elevano il film dalla parodia alla Nando Cicero.
marguerite di xavier giannoli 2
Marguerite si costruisce un personaggio nel pieno della lotta di emancipazione femminile, il suo cantare e' un momento di creativita' e di elevazione dal ruolo di ricca nullafacente. Inoltre trova nelle avanguardie francesi, anche musicali, un appiglio per far diventare il suo non-canto una forma di canto.
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E metterei in campo anche un altra trovata piuttosto riuscita e piui' interna al racconto, i maschi che girano attorno a Marguerite, il cameriere nero fotografo e il marito traditore, ne sentono in qualche modo il fascino e capiscono il suo potenziale, sia trashistico che umano. Alla fine il film di Giannoli e' curioso, divertente e diverso dal solito, anche se la messa in scena e' un po' vecchiotta.
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