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    LA VENEZIA DEI GIUSTI - ''FIRST MAN'' CON RYAN GOSLING NEI PANNI DI NEIL ARMSTRONG PRIMO UOMO SULLA LUNA, GRANDE REGIA CHE I PURISTI PROBABILMENTE NON APPREZZERANNO, GRANDE APERTURA DI UN FESTIVAL CHE PROMETTE MOLTE SORPRESE E UN SICURO CANDIDATO ALLA CORSA AGLI OSCAR - BELLO E COMMOVENTE, MAGARI UN PO' TROPPI SENTIMENTALE - LA ISOARDI AL FESTIVAL, SALVINI SI AGGIRA IN ZONA...


     
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    Marco Giusti per Dagospia

     

    FIRST MAN DI DAMIEN CHAZELLE FIRST MAN DI DAMIEN CHAZELLE

    Bentornati a Venezia. Anzi, a Venezia Lido, col suo carico di critici e di zanzare, come diceva Dino Risi. Ora, nella sua versione più glamour, e' piena anche di modelle,  da Isabelle Goulart a Georgina Rodriguez, e temiamo anche di politici. Ieri sera, con la proiezione di Der Golem di Paul Wegener, 1920, si sono aperte le porte del Festival, con Paolo Baratta che ha improvvisato un discorsetto che univa il vecchio Golem praghese di Rabbi Low con il Dottor Jeckyll e Mister Hyde, Frankenstein e Superman. Mancava solo Salvini. Che però è in zona...

     

    Anche se proprio Baratta ha ricordato che il Golem viene creato quando sono previste gravi sciagure. Tipo Salvini. Insomma. Per inciso, la Isoardi c'è. Bacioni. Qualcuno, in questa Venezia ricca di film coltissimi, che civettano con l'arte moderna e contemporanea, obbligando giovani critici nerd da web a studiare le opere di Jospeh Beuys e le opere di Francesca Woodman, ha storto il naso quando Baratta ha definito il Golem "quasi neo espressionista", ma va bene lo stesso. Anche perché Venezia promette grandi film da oscar e una sfilata di star impressionante.

     

    first man damien chazelle first man damien chazelle

    Bello e commovente, magari un po' troppi sentimentale per i vecchi critici dal cuore duro, ma assolutamente già in corsa per gli Oscar, anche il film di apertura del concorso, First Man, opera terzo del giovanissimo 33 anni, Damien Chazelle, con Ryan Gosling protagonista nei panni di Neil Armstrong, il primo uomo che mise piede nella Luna nel 1968, e Claire Foy come sua moglie. Rispetto ad altri film sullo stesso tema, da Apollo 13 di Ron Howard a The Right Staff di Philip Kaufman, quello di Chazelle è più intimista e impostato sul sogno americano che leggiamo negli occhi da ultimo eroe del west di Ryan Gosling, specie di virginiano alla Gary Cooper.

     

    first man damien chazelle ryan gosling first man damien chazelle ryan gosling

    Un personaggio chiuso e sofferente che sembra tramortito dalla morte per tumore della figlioletta Karen. La moglie, una intensa e inedita Claire Foy, lo capisce, e riesce a entrare in contatto con lui obbligandolo a fare il padre dei suoi figli e non solo l"eroe dello spazio. In anni, dal 1961 al 1969, che vedono la tragedia della morte di John Kennedy, il Vietnam e l'odio per Lyndon B. Johnson.

     

     L'uomo sulla Luna diventerà così il L'uomo bianco sulla luna come nella poesia, citata, del poeta nero Gil Scott Heron. Chazelle sembra interessato a un film postmoderno, postkubrickiano ma anche postmalickiano, che possa viaggiare negli immaginari lunari anche musicali anni '60. Si va così dalla citatissima "Lunar Rhapsody" di Les Baxter, puro brano da exotica, a una sorta di valzer straussiano alla 2001 Odissea nello spazio.

     

    first man damien chazelle claire foy first man damien chazelle claire foy

    Ma una delle citazioni commoventi è quella di 500 miles di Hedy West, che riporta il viaggio spaziale di Armstrong alla dimensione di grande viaggio metaforico versi l'Ovest che sarebbe piaciuto a Leslie Fiedler. La conquista dello spazio e il viaggio sulla Luna diventano quindi grandi temi letterari di un mondo che va scomparendo nelle sue mitologie e nella sua costruzione di eroi.

     

    Chazelle costruisce le sue sequenze come immerse nella musica di Justin Hurlex e nelle citazioni musicali. Grande regia che i puristi probabilmente non apprezzeranno, ma il film è una grande apertura di un festival che promette molte sorprese e un sicuro candidato alla corsa agli Oscar.

     

     

     

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