Marco Giusti per Dagospia
Benedetta follia di Carlo Verdone
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Finalmente si ragiona. Carlo Verdone torna a far ridere il suo pubblico, grazie anche alla verve della vitalissima Ilenia Pastorelli a suo fianco, di due nuovi sceneggiatori, Nicola Guaglianone e Menotti, di una serie di attrici d’eccezione, da Maria Pia Calzone a Paola Minaccioni, ma soprattutto grazie al suo entusiasmo per un lavoro che ha sempre affrontato col massimo impegno. Vederlo che corre in moto e zompa sul letto come un ragazzino in questo suo nuovo Benedetta follia per noi più o meno coetanei è già un grande spettacolo. Si prende anche una caterva di botte, in testa e non solo, e di insulti da una serie di donne più giovani, da “sto vecio impotente” a “lei si deve fare riesumare”.
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Da parte sua le mosse più estreme sono: ritrovare un preservativo del 2001, recuperare qualche vecchio modo di dire del passato, “ma lo sa che lei è un po’ strana?” e dice strana proprio come lo avrebbe detto l’Ivano di Viaggi di nozze, prendersi una pasticca di ectasy scambiandola per paracetamolo, sdoppiarsi allo specchio in una sorta di Oscar Pettinari con bandana alla Troppo forte che gli fa capire che non ha vissuto la vita che avrebbe potuto vivere. A differenza di tutti gli ultimi film di Verdone, qua è benissimo rappresentata sia la depressione, quindi l’umanità del suo personaggio, come bloccato in una vita borghese da tardo Alberto Sordi alle prese con preti e cardinali, sia l’icona che ormai rappresenta per tutti, attori, sceneggiatori e gran parte del pubblico.
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La cosa che stupisce di più è anzi il sorriso di piacere e di rispetto che hanno gli attori, e in massima parte le attrici che qui dominano la scena, nel recitare con lui. Piacere e rispetto che ci sembra di vedere anche nella cura che hanno per lui i suoi nuovi sceneggiatori provenienti, come Ilenia Pastorelli, dal successo di Jeeg Robot. E’ un aspetto curioso perché è come se rendesse il film quasi un omaggio continuo e sincero al cinema di Verdone. La storia vede Guglielmo Pantelei, cioè Verdone, titolare di un negozio di articoli religiosi nel pieno centro di Roma, che affronta una pesante crisi matrimoniale con la moglie Lidia, Lucrezia Lante della Rovere, dopo 25 anni di vita assieme.
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Lei non lo sopporta più, anche perché fa un lavoro impossibile con lo zelo democristiano anni ’50 di un Alberto Sordi o di un Peppino De Filippo, e lo molla per una donna, che fa la commessa proprio nel suo negozio. Cercando di trovare subito se non una nuova compagna, almeno una nuova commessa, Guglielmo viene travolto da una ragazza di Tor Tre Teste, Luna, Ilenia Pastorelli in versione coatto-comedy con qualche punta di dramma, che gli rivoluziona vita e negozio.
Sia perché cerca di smuoverlo dalla sua ossessione per l’abbandono della moglie cercando di procurargli una serie di incontri con donne un po’ difficili, sia perché cerca di fargli capire quanto poco lui stesso abbia messo in gioco della sua propria vita (“Nun sei neanche arrivato a Terracina”). Le scene più divertenti ruotano appunto intorno ai dialoghi stretti con Ilenia-Luna e a questi buffi incontri che lei gli organizza via l’app Lovit con ragazze improponibili.
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C’è la veneta ubriacona, Letizia, Elisa Di Eusanio, figlia della gloriosa Gina Rovere (bel ritorno per Gina!), la logorroica, Raffaella, Paola Minaccioni, talmente in forma che fa ridere anche solo leggendo i risultati con Verdone i risultati delle sue analisi, la prorompente e scatenata Adriana, Francesca Manzini, che ha il momento più stracult del film quando si infila il cellulare di Gugliemo indovinate dove e non riesce più a farlo uscire. E inoltre il cellulare squillerà … Infine c’è l’infermiera Ornella, Maria Pia Calzone, l’unica che sembra poter avere un rapporto normale con il protagonista.
Anche se il film, come quasi tutte le nostre commedie, è scritto in maniera molto machista (se vuoi far ridere…), la frammentazione della storia di Guglielmo-Verdone in lunghi sketch comici con tante attrici diverse, quasi una sorta di Sesso matto risiano, ne scompone un po’ la narrazione lineare. Al punto che per far tornare i conti gli sceneggiatori devono fare un po’ di slalom nella seconda parte.
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Ma il gran numero di Luna-Ilenia al palo della lap dance non è solo imperdibile per il pubblico dei feticisti, ma ricompone bene la storia. Alla fine è un film vitale e molto divertente (più degli ultimi che abbiamo visto diretti da Verdone), anche perché è totalmente verdonecentrico, è scritto quasi come un saggio sul suo cinema, e tutte le attrici che ha attorno, a cominciare da Ilenia Pastorelli, qui irresistibile, funzionano benissimo.
CAST DEL FILM BENEDETTA FOLLIA
Per i fan di stracult imperdibile, oltre a Gina Rovere, il cameo del fantozziano Paolo Paoloni come cardinale barzellettista, ma la scena in bagno (molto alla Christian) con Francesca Manzini a gambe larghe e Verdone che risponde al cellulare col cardinale con la testa indirizzata proprio dove pensate rimarrà nella storia del nostro cinema comico. In sala dall’11 gennaio.