Marco Giusti per Dagospia
creed III di michal b jordan - locandina
Ve lo dico subito. “Creed III”, magari è un po’ sempliciotto come storia, che poi è sempre la stessa, magari ha un subplot piagnucoloso con la figlia di Adonis sordomuta che sogna di fare la boxe e la nonna mezzo infartata, ma il film è una bomba. Arriva dritto dove vuole arrivare. Il pubblico, ieri pomeriggio al Lux di Roma eravamo in parecchi, e a parte me erano tutti pischelli, capisce subito tutto e aspetta solo lo scontro finale tra l’Adonis Creed di Michael B. Jordan, arrivato ora anche alla regia, e la new entry Dame Anderson di Jonathan Majors.
E anche se per la prima volta in 50 anni della saga di Rocky e poi di Creed non c’è Stallone, e ci puoi stare, perché la saga andava rinnovata, Jonathan Majors, che abbiamo appena visto come Kang the Conqueror in “Ant-Man3” ma che era pure protagonista di “Da 5 Bloods” di Spike Lee, ha una volto e una presenza incredibili, riesce a passare da toni sofisticati a toni coatti con uno sguardo, nuove il corpo come fosse cresciuto davvero in strada. Ma si mangia davvero il film.
CREED III
E solo un’attrice di grande talento come Tessa Thompson riesce a stargli dietro. Anche se l’eroe è Adonis Creed, che ha fatto i soldi, vive in una casa da nababbi un filo cafona a Los Angeles, ha appeso i guantoni al chiodo da tre anni e si limita a gestire il campione messicano Felix Chavez e a crescere la ragazzina che parla col linguaggio dei segni, Mila Davis-Kent, il film non esisterebbe senza la presenza massiccia del Dame di Jonathan Majors. E’ il fratello di strada di Adonis che si è fatto 18 anni in prigione per tutti e due senza che lui lo andasse mai a trovare (anfame…). E in questi 18 anni ha covato vendetta e si è preparato a stendere prima il pupazzo Felix Chavez poi lo stesso Adonis Creed, ammesso che riprenda i guantoni e sfidi il vecchio amico. Sì, la storia non è il massimo, ma Jonathan Majors è un attore straordinario e ha il volto più bello che si sia visto da molti anni e le gare di boxe che Michael B. Jordan dice di aver strutturato come quelli delle anime giapponesi, sono quello che ci vuole per farci saltare sulla sedia. Soprattutto dopo una marea di cazzatone Marvel e di tristissimi film da festival o da Oscar pieni di sfighe e di problemi che ti fanno uscire con una testa pesante come se davvero ci avessero menato prima Rocky poi Creed padre e figlio poi Dame… In sala.
sylvester stallone e michal b jordan in creed III michal b jordan in creed III