Marco Giusti per Dagospia
bang bang baby
E stasera che vediamo? Io, finalmente, ieri ho ripreso la serie di Amazon Prime “Bang Bang Baby” diretta da Michele Alhaique con Arianna Becheroni che fa la ragazzina Alice che diventa una criminale nella Milano violenta degli anni ’80 in mezzo a una faida dell’’ndrangheta, un padre assassino ma decisamente simpatico, Adriano Giannini, una nonna Mammasantissima, Dora Moroni, una madre svaporata, Lucia Mascino e un elenco infinito di calabresi armati fino ai denti.
denise capezza bang bang baby
“Questo meraviglioso mondo del crimine”, declama a una certa a Alice la stupenda Silvia Gallerani come Barbarella, la maitresse del localino Secret Dreams, “è popolato da due generi diversi. Quello col dito sul grilletto e quelle con un dito nel culo. Mi sa che te…”.
lucia mascino bang bang baby
Poco più tardi armata di tutto punto dice al terribile Nereo “Quando un uomo con la pistola incontra una donna con un kalashnikov l’uomo con la pistola è morto”. Confesso che la serie è un mio totale guilty pleasure, anche perché il personaggio di Nereo interpretato da Antonio Gerardi è il miglior cattivo del cinema italiano che si sia visto negli ultimi anni.
ANTONIO GERARDI - BANG BANG BABY
Totalmente fuori di testa, pazzo per George Michael, biondo tinto, enorme, con un accento calabrese incredibile. Si placa solo grazie alla presenza della cugina, Giorgia Arena, altra attrice già di megaculto.
Già vederlo mentre canta George Michael in uno studio simil Mediaset e alla prima osservazione del pubblico si incazza e distrugge tutto è una meraviglia. E poi arriva anche Nicola Grignanese come Mister Fritz. Vabbé. C’è un bel po’ di guaglianonismo in giro, cioè del tarantinismo facile, ma la regia inventiva di Alhaique&co, un casting praticamente perfetto, una fotografia di gran classe nella Milano notturna, fanno la differenza.
adriano giannini bang bang baby
Rispetto alla banalità delle serie dove si allungano i film già noti a otto-nove puntate, mi sembra un gran risultato. E Antonio Gerardi da solo vale il biglietto.
Ieri ho finito anche una bellissima serie, la prima prodotta in Portogallo da Netflix, “Gloria”, diretta da Thiago Guedes, un raffinato regista già pupillo del produttore Paulo Branco, e scritta da Pedro Lopes, con Miguel Nunes come Joao Vidal, cinico, disamorato doppiogiochista, figlio del Capo del Governo fascista di Salazar, che nel pieno del 1968 arriva nel paesino di Gloria, vicino a Lisbona, per lavorare nella centrale di Raret, una sorta di macchina di controspionaggio americano solo in parte controllato dagli uomini della Pibe, la Cia portoghese. Joao Vidal è in realtà un agente del KGB che ha la missione di capire che fine ha fatto la bella Mia, altra agente russa scomparsa proprio mentre lavorava alla Raret.
GLORIA
Ispirato a una storia vera di Guerra Fredda, ma ambientato nel Portogallo fascista alle prese con la guerra rivoluzionaria in Angola, ha una regia molto più sofisticata del solito per una produzione Netflix, e spinge il protagonista, Joao Vidal, bello, sciupafemmine, sempre col bicchiere di whiskey in mano, verso una dimensione di indifferenza esistenziale piuttosto interessante.
ariana becheroni bang bang baby ariana becheroni bang bang baby