Marco Giusti per Dagospia
LANDI CARRA
Grande regista di una stagione televisiva irripetibile, quella dei grandi show del sabato sera di “Fantastico”, del “G.B.Show”, di “Premiatissima”, di “Ma che sera”, e grande coreografo e spesso regista degli show del Sistina firmati Garinei&Giovannini, Gino Landi, scomparso a Roma a 89 anni, è stato un professionista e un innovatore di grande talento in anni ancora non toccati dalla grande serialità, dai contest e da tutto quel che venne dopo la Golden Age di Pippo Baudo e Raffaella Carrà, d Macario e di Gino Bramieri.
landi lorella cuccarini
Ma anche autore di coreografie bizzarre, da “Ursus” di Carlo Campogalliani a “Casanova” di Fellini, da “Remo e Romolo” di Ninni Pingitore ai balletti del pasticcere trotzkista per il musical sognato da Nanni Moretti in “Aprile”. Per non parlare del suo unico film da regista, il rarissimo “Barbara” girato in Argentina con Raffaella Carrà protagonista nel 1980.
Nato a Milano nel 1933 come Luigi Gregori addirittura tra le quinte del Teatro Dal Verme,i n quanto vero e proprio figlio di artisti del varietà, si forma presto come ballerino con Oreste Faraboni, e passa dall’avanspettacolo al circo sognando da subito di fare il coreografo. Lo troviamo addirittura in un filmetto del tempo come “Ho amato una diva” di Luigi Latini De Marchi con Eloisa Cianni nel 1957. Viene scoperto da Erminio Macario alla fine degli anni ’50 per la rivista “Non sparate alla cicogna” e fa il suo esordio come coreografo in Rai con “Buone vacanze” nel 1959. Negli anni ’60, passa dalle coreografie della tv, “Napoli contro tutti”, “Johnny 7”, “La prova del nove””, “Partitissima”, “Canzonissima” a quelle del cinema del tempo.
gino landi gianluca guidi
Un po’ di tutto, da “Ursus” di Carlo Campagalliani, dove i balletti servono per allungare il metraggio del film, troppo corto, a una serie di film di Osvaldo Civirani, “Sexy proibito”, Ercole contro i figli del sole”, ma anche “La decima vittima” di Elio Petri, “2 mafiosi contro Al Capone”, “Le dolci signore” di Luigi Zampa, fino a kolossal come “Waterloo” diretto da Sergej Bondarchuck e prodotto da Carlo Ponti. Nei primi anni ’70 cura le coreografie di molte operette, come ”Al cavallino bianco”, “La vedova allegra”, “La principessa della Czarda”, tutte con Sandro Massimini o Daniela Mazzucato. Una collaborazione che lo troverà impegnato fino agli anni ’80.
Alternandosi sempre tra tv, teatro e cinema, lo troviamo in mondo del tutto diversi, coreografo in “Ninì Tirabusciò”, “Roma” di Fellini, “Joe Valachi” di Terence Young, “Ci risiamo, vero Provvidenza”, di Alberto De Martino, “Remo e Romolo” di Ninni Pingitore, per il quale ha realizzato le coreografie anche degli spettacoli televisivi “Fatti e fattacci” e “Mazzabubù”, e poi regista in Rai di programmi importanti come “Bambole non c’è una lira” nel 1977, dove lancia Christian De Sica, Loredana Berté, Mastelloni o “La Granduchessa e i camerieri” con Valentina Cortese e Franchi e Ingrassia.
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Dedicandosi sempre più alla regia televisiva, il suo ruolo di coreografo per il cinema si limiterò a qualche uscita mirata, spaziando tra il “Casanova” di Fellini a “Good Morning, Babilonia" dei fratelli Taviani al “Pinocchio” di Roberto Benigni. Nel 1988 in Spagna è coreografo di una curiosa serie con la star Norma Duval, moglie del produttore José Frade, “Contigo”. E nel 1980 fa il suo esordio da regista cinematografico col rarissimo “Barbara”, sceneggiato da Massimo Franciosa che vede protagonista Raffaella Carrà.
Tutti i suoi maggiori lavori da regista arrivano tra la fine degli anni ’70 e il 2000, diventando il regista di riferimento per Baudo e per i grandi show del Sistina ripresentati in tv, come l’edizione del 1995 di “Alleluja brava gente”, quella del 1978 di “Rugantino” e anche quella del 2001 con Valerio Mastandrea, Sabrina Ferilli, Maurizio Mattioli. Se ne va, insomma, una grande memoria dello spettacolo italiano che molto ha insegnato a tutti. Perfino a Fellini e Nanni Moretti.
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