Marco Giusti per Dagospia
THE PILLS
"E' da ieri sera che stiamo cercando di ricordarci se ci siamo scopati la donna di qualcuno a Rolling Stone". Alla fine ci ricorderemo piu' di questa battuta che del film. Che non e' affatto male. Il film. E che andrebbe visto prima che faccia la fine di quello di Pio e Amedeo o di quelli dei Soliti idioti. Inoltre e' un film perfettamente in linea con la battuta. Ma si puo' essere un po' scorretti in Italia o no? O dobbiamo giocare sempre a fare i perfettini? Ora. La cosa incredibile e' che il chiacchiericcio da Facebook abbia provocato tutto questo polverone.
THE PILLS
Anche perche' la battuta dei Pills nasce proprio come commento comico alla recensione negativa di Boris Sollazzo sotto falso nome del film. Una sola palla. E la battuta in realta' copre la vera risposta dei Pills. Cioe', se non ti piace il film dacci zero palle e non una palla. Che e' infamante. "Meglio brutto che mediocre". Perfettamente d'accordo.
THE PILLS
Come d'accordo sul fatto che un critico non deve nascondersi sotto un falso nome per poter scrivere da piu' parti. Non e' professionale. Detto questo la battuta ritenuta sessista sullo "scoparsi la moglie di qualche critico", che e' davvero solo una battuta da Facebook (beh ai miei tempi i critici erano molto piu' solitari e sfigati credo, e non c'era facebook), ha scaldato non solo lo stesso pubblico di Facebook, e lo sapete come sono quelli, ma anche qualche dotta penna del Corriere in cerca di gloria come Luca Mastrantonio.
THE PILLS
Che chiude il suo pezzo in maniera moralista dicendoci quanto poco pubblico ha visto il film e quanto i Pills stiano a rosica' per questo. No. Il rosico no. Ma l'avra' visto il film? Ma qualcuno ha veramente visto il film? Non e' che sui Pills stia cadendo il vero rosicume di quelli che non hanno sopportato i 60 milioni di Zalone e Valsecchi e sfogano su un film piccolo, piu' debole, tutto un livore? E lo fai massacrando un'opera prima di tre ragazzi che ha il solo difetto di arrivare targato Valsecchi-Medusa?
THE PILLS
E di non fare i soldi di Checco, come se il fare soldi fosse l'unico metro di giudizio oggi per giudicare un film. E allora meglio povero che di successo, meglio coatti e sessisti che perbenino. Altrimenti chiudiamoli tutti nelle scatole come le statue romane troppo nude per gli iraniani. Al cinema, se fai il comico, devi essere cattivo e scorretto. E' stata la prima regola del successo di Checco, che ora e' diventato molto piu' buonista e qualunquista che nei primi film. Ma si puo' capire, avendo un pubblico cosi' vasto.
Boris Sollazzo
Ma se sei all'opera prima devi dire e fare cose che non sono permesse, che rompano le scatole ai giornalisti del Corriere. A questo servono anche le web Series, a essere del tutto liberi. Anche nel dire cazzate un po' sessiste sulle mogli dei critici. Ridateci il Benigni di prima, quello di "Mi piace la moglie di Paolo Conte" e del "Ti venisse un accidente'. Ridateci anche un Checco piu' scorretto. Veramente. Altrimenti andiamo tutti a far gli opinionisti banalucci , moralisti sul Corriere. Poi dice che uno scrive le cazzate su Facebook e ascolta Cruciani a La zanzara...
LUCA MASTRANTONIO