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    IL DIVANO DEI GIUSTI – LA FRASE DI RIFERIMENTO DI OGGI È “L’INGROPPATA È ARTISTICA”. BEH, SE NON L’AVETE MAI VISTO, DEVO DIRE CHE È UNA VERA ESPERIENZA L’ULTIMO, INCREDIBILE EPISODIO DI “IL COMUNE SENSO DEL PUDORE” DIRETTO DA ALBERTO SORDI E SCRITTO DA RODOLFO SONEGO, DOVE UN PRODUTTORE NAPOLETANO, PHILIPPE NOIRET, MISCHIONE DI DE LAURENTIIS- RIZZOLI-AMATI, CERCA DI CONVINCERE LA BELLA DAGMAR LASSANDER A UN RAPPORTO ANALE – VIDE


     
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    Marco Giusti per Dagospia

     

    365 dni 3 365 dni 3

    Che vediamo oggi? Per il pubblico più militante e femminista la scelta migliore di oggi è “Queen Sono”, la prima serie africana di Netflix con la bellissima Pearl Thusi di “Quantico”. Superaction e spionistico.

     

    Per quello più sporcaccione vedo che il top di Netflix, oltre a “Love” di Gaspar Noè, è un film polacco cafonissimo girato in Sicilia, “365 giorni” di Barbara Bialowas, dove la bellissima Anna-Maria Sieklucka viene rapita da un boss mafioso, tale Michele Marrone, che le concede 360 giorni per innamorarsi di lui.

     

    il comune senso del pudore 2 il comune senso del pudore 2

    Per il pubblico stracult la frase di riferimento di oggi è “L’ingroppata è artistica”. Beh, se non l’avete mai visto, devo dire che è una vera esperienza l’ultimo, incredibile episodio di “Il comune senso del pudore” diretto da Alberto Sordi e scritto da Rodolfo Sonego, che pur lo riteneva “una delle peggiori regie di Alberto Sordi”, Cine 34 alle 18, 50, dove un produttore napoletano, Philippe Noiret, mischione di De Laurentiis- Rizzoli-Amati, cerca di convincere la bella Dagmar Lassander a un rapporto anale, l’ingroppata appunto, seguendo le nuove vie dilaganti del porno anni ’70.

     

    dagmar lassander philippe noiret il comune senso del pudore dagmar lassander philippe noiret il comune senso del pudore

    Lei non la vuole fare, si rifiuta. Per convincere l’attrice dell’artisticità dell’ingroppata, il produttore, tipologia che Sonego conosceva “meglio dei metalmeccanici”, mette in piedi anche un dibattito semiserio sul porno con i critici Mino Doletti, Giulio Cesare Castello e Ugo Gregoretti.

     

    queen sono queen sono

    Il film, tutto dedicato, più che al comune senso del pudore, alla produzione e alla fruizione culturale di sesso negli anni ’70, era stato costruito da Sonego per Rizzoli e presentato come interpretato da Monica Vitti, Paolo Villaggio, Nino Manfredi e Alberto Sordi che avrebbero dovuto essere anche i registi dei loro singoli episodi.

    il comune senso del pudore il comune senso del pudore

     

    Due anni dopo, del progetto, è rimasto solo Alberto Sordi, che dirige tutto il film. “Il dilagare della pornografia nel cinema e nell’editoria mi è sembrato un argomento di grande attualità”, dirà. “Ho virato il tema nei suoi aspetti grotteschi. Penso che la pornografia sia spesso un complotto commerciale.

     

    Che la censura possa indicare, con divieti ai minori, a chi è diretto o meno un’opera, mi sta bene; tanto è vero che ho accettato di buon grado il divieto ai minori di 14 anni proprio per questo film. Dopo 160 pellicole questa è la prima che subisce restrizioni presso il pubblico ma dato l’argomento ammetto di aver dovuto effettivamente girare qualche scena un po’ scabrosa”.

     

    paradiso amaro paradiso amaro

    Spettacolare anche l’episodio di Sordi e Rossana Di Lorenzo che cercano di vedere un film a Roma tra manifesti finti e veri di porno, e nei veri cinema del tempo, come il Fiamma, il Jolly, il Sacher che ancora non era di Nanni Moretti, danno solo film come “La nipotina”, “La cavalcata”, “Il marchese”.

     

    Direi che è decisamente superiore al troppo moraleggiante “Finché c’è guerra c’è speranza”, Cine 34 alle 21, 10, sempre diretto da Sordi, dove al ritmo della celebre “O rugido do leao”, finto samba africano di Piero Piccioni, Albertone è un consapevolissimo venditore d’armi in un’Africa piena di dittatori crudeli e mercenari.

     

     

    finche' c'e' guerra c'e' speranza finche' c'e' guerra c'e' speranza

    Nel finalone, lo stesso Sordi spiegherà alla bella moglie Silvia Monti, oggi signora De Benedetti, e a tutta la famiglia, che la colpa della sua scelta è il proprio il loro capitalismo sfrenato (“…gli anellini, i braccialetti, le pellicce e tutti i cazzi che ve se fregano!”).

     

    Se non vi va questo ripasso sordiano, potete sempre buttarvi sul drammone anni ’50 “La ruota delle meraviglie” di Woody Allen, Rai Movie alle 21, 10, uno dei suoi ultimi film, con una favolosa Kate Winslet nei panni di Ginny, una cameriera di Coney Island che avrebbe voluto fare l’attrice, che trova in Justin Timberlake, giovane sceneggiatore, una via di fuga al suo rapporto con un uomo triste e violento, Jim Belushi.

     

    clio goldsmith miele di donna 1 clio goldsmith miele di donna 1

    Mettiamoci anche Juno temple, la figlia di lui, e una banda di gangster. Al solito, il copione è un mischione già visto di tutto. La critica americana lo ha massacrato, forse un po’ ingiustamente, i critici italiani lo hanno troppo esaltato. No, dai, è troppo copiato. Però la Winslet è strepitosa.

     

    E’ un ottimo film anche “Paradiso amaro” di Alexander Payne con George Clooney e Judy Greer, Canale 5 alle 21, 20, tutto ambientato alle Hawaii, ma in versione triste, grigiastra, per nulla da cartolina. Per i fan di Massimo Troisi su Rete 4 alle 21, 25 c’è il suo ultimo film da regista prima del “Postino”, cioè “Pensavo fosse amore invece era un calesse” con Francesca Neri, Angelo Orlando, Marco Messeri. Non lo vedo da allora.

    la ruota delle meraviglie la ruota delle meraviglie

     

    Ricordo solo che Troisi aveva questo tocco lieve, di grande eleganza nel costruire i personaggi, soprattutto quelli femminili. Anche se mentre scrivo piove, e lo chiamano giugno!, anche se lo avete visto mille volte, stasera alle 21, 25 su Cielo c’è ancora una volta, l’ultra-ultra classico “Sapore di mare” dei Vanzina con De Sica, Amendola, Calà e il bagnino Ennio Antonelli doppiato in toscano per fingere di essere in Versilia, seguito da “Sapore di mare 2” di Bruno Cortini. Funzionano sempre.

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    In seconda serata vedo tante repliche, da “Miele di donna” con Clio Goldsmith su Cielo alle 23, 15. Eviterei però “Allegro squadrone” di Paolo Moffa con Sordi e De Sica, Cine 34 alle 23, 25, tratto dalla farsa militare di Georges Courteline “Les Gaités de l’escadron”, un film già vecchio quando venne girato. Non è male invece il biopic “Houdini. L’ultimo mago” dell’australiana Gillian Armstrong con Guy Pearce come Houdini, Catherina Zeta-Jones, Timothy Spall e Saoirse Ronan, Rai Movie alle 23, 25.

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    Al solito dopo mezzanotte arriva qualche perla stracult. Penso al drammone erotico “Bella di giorno, moglie di notte” di Nello Rossati con la statuaria Eva Czemerys e Nino Castelnuovo, Cielo all’1, dove la protagonista, complice Anna Miserocchi, si concede perfino a un giudice tuttodunpezzo e a un onorevole democristiano, o alla replica del trash-horror “Yeti. Il gigante del XX° secolo” di Gianfranco Parolini con Mimmo Crao truccato da gigante peloso, su Cine 34 all’1.

     

     

    Più tardi, alle 2, 45 su Rete 4, passa addirittura “Metti una sera a cena” di Giuseppe Patroni Griffi, film scandalo al tempo e grande successo, con Florinda Bolkan, Lino Capolicchio, Jean-Louis Trintignant, Annie Girardot e Tony Musante che prese il posto all’ultimo secondo lasciato da Gian Maria Volonté, musiche meravigliose di Ennio Morricone, costruite sul montaggio jazz di Kim Arcalli, dialoghi con gli alto-borghesi scopatori degli anni ’60 ai quali collabora anche un giovane Dario Argento.

    bella di giorno, moglie di notte bella di giorno, moglie di notte

     

    La copia che ho comprato in dvd era improponibile. Magari quella di Rete 4 è migliore. Ma perché mandarlo in onda alle 2, 45? Stesso discorso per un film generazionale allora molto amato da tutti, “L’importanza di essere normali” di Richard Rush con Elliot Gould e Candice Bergen, Rai Movie alle 2, 55. Aiuto!

     

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    E la lista di film stracult persi nella notte prosegue. “L’arrivo di Wang” dei Manetti alle 3, 45 su Rai Due… “Quando l’amore è sensualità” di Vittorio De Sisti con Agostina Belli sessuofoba sposata con lo stallone Gianni Macchia che lo rifiuta in continuazione. E allora lui si butta fra le braccia della suocera Françoise Prevost, della sempre nuda Femi Benussi e della spregiudicata Ewa Aulin al ritmo delle musiche di Morricone, passa addirittura alle 4, 20…  un film che vorrei vedere almeno tre ore prima.

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