luca guadagnino chiamami con il tuo nome
Oscar 2018.
Marco Giusti per Dagospia
Ci siamo. Tutto come previsto, più o meno. Benissimo per noi, con le quattro nominations a Luca Guadagnino e al suo film, Chiamami col tuo nome, nelle nostre sale da dopodomani, miglior film, miglior sceneggiatura non originale, scritta da James Ivory, miglior attore protagonista, Thimothée Chalamet e miglior canzone, “The Mistery of Love” di Sufjan Stevens.
Per il regista e per tutto il nostro pur rancoroso e rosicone cinema italiano è un trionfo. Erano anni che non accadeva qualcosa di simile. Diciamo dai tempi di Bertolucci e di Benigni. Come si pensava, ahimé, non hanno dato al film la migliore regia, e in assoluto non ci sembra giusto, ma ricordiamo che del film Guadagnino è anche coproduttore, quindi…
chiamami con il tuo nome
La guerra sarà però durissima per tutti. Trionfa, almeno nelle nominations, La forma dell’acqua di Guillermo Del Toro con 13 nominations, tutte le maggiori, oltre alla protagonista Sally Hawkins, al non protagonista Richard Jenkins, e a quasi tutte quelle tecniche. 9 nominations a Tre manifesti a Ebbing, Missouri di Martin McDonagh, e tra queste miglior film, sceneggiatura orinale, miglior attrice protagonista, Frances McDormand e miglior attore non protagonista, Sam Rockwell, che probabilmente vinceranno. Saranno loro i film da battere. È ovvio.
SHAPE OF WATER DEL TORO
Sette nomination però a Dunkirk di Christopher Nolan, che si prende anche miglior film, che non sembrava sicuro, e miglior regia. Chiamami col tuo nome ne ha quattro, più o meno come Lady Bird, che ne ha 5, Get Out, Il filo nascosto. Se sono nove i titoli scelti per il miglior film, la rosa dei migliori registi è ridotta a cinque, Christopher Nolan, Greta Gerwig, Paul Thomas Anderson, Guillermo Del Toro e Jordan Peele. Una lista molto politicamente corretta. Anche troppo, forse, ma stavolta sembra quasi che i membri dell’Academy si siano sforzati di non esagerare coi candidati maschi e bianchi. Le accuse di sessismo sul palco dei Golden Globe hanno fatto effetto.
TRE MANIFESTI A EBBING
Inoltre il caso Weinstein pesa moltissimo su questa edizione degli Oscar, è evidente. Difficile dire chi vincerà, anche se il favorito sembrerebbe Guillermo Del Toro e Martin McDonagh. Se a contendere il premio per la migliore attrice protagonista a Frances McDormand ci saranno Meryl Streep, Sally Hawkins, Saorsie Ronan e Margot Robbie, per il miglior attore protagonista il fortissimo Gary Oldman di L’ora più buia se la vedrà con Thimothée Chalamet, Denzel Washington, Daniel Kaluuya, ma soprattutto con Daniel Day Lewis nel film di Paul Thomas Anderson.
TRE MANIFESTI A EBBING
Più difficile stabilire chi è la favorita tra le attrice non protagoniste, forse la Allison Janney di I, Tonya, che se la vedrà con Laurie Metcalf di Lady Bird, oltre che Mary J. Blige, Ocatvia Spencer, Lesley Mainville. Notevole la nomination di Rachel Morrison per Mudbound, visto che è la prima volta che un direttore della fotografia donna viene nominato agli Oscar. I tempi cambiano.
i tonya
Nessuna nomination invece a James Franco per The Disaster Artist, trionfatore ai Golden Globe, che paga così qualche accusa pesante di molestia sessuali, nomination invece per Christopher Plummer che ha sostituito con sette giorni di riprese Kevin Spacey nel floppissimo Tutti i soldi del mondo di Ridley Scott.
Snobbato Tom Hanks per The Post, ma Meryl Streep trionfa per lo stesso film nella sua ventunesima nomination. Tra i migliori cartoni animati se la vedranno Coco, Baby Boss, Loving Vincent, Ferdinand, The Breadwinner. Credo che vincerà Coco. Tra i migliori film stranieri Una donna fantastica di Sebastiuan Lelio, il potentissimo e durissimo Loveless, diretto da Andrey Zvaginstev, per nulla gradito a Putin, il libanese L’insulto di Ziad Doueri, aiuto di Tarantino, l’ungherese Corpo e anima di Ildiko Enyadi, il danese The Square di Ruben Ostlund, molto amato dal mondo dell’arte. Personalmente tifo per Loveless. E ora pensiamo a chi vincerà Sanremo.
meryl streep e katharine graham the square the square