paola cortellesi ma cosa ci dice il cervello
Marco Giusti per Dagospia
Riuscirà il nuovo film della coppia Cortellesi-Milani, ma ci metterei anche la loro sceneggiatrice Giulia Calenda, a salvare i magrissimi incassi del cnema italiano di questa tragica stagione? Duro compito spetta a questo strampalato, scombinato, ma divertentissimo Ma cosa ci dice il cervello (ma il punto interrogativo che fine ha fatto in Italia?), la nuova commedia con Paola Cortellesi protagonista diretta da Riccardo Milani, suo regista di fiducia nonché suo marito, che si ripresentano a un anno di distanza dal successo di Come un gatto in tangenziale.
Se lì aveva fatto ridere il modello di commedia coatti versus radical chic, una sorta di Verdone 2.0, ma anche la attenta e acuta osservazione delle nuove realtà italiane, qui le ambizioni sono diverse. Anche se le cose che fanno più ridere vengono tutte dalla commedia coatta romana o dalla osservazione ironica-punitiva- educativa dei comportamenti coatti nella vita di tutti i giorni. Non solo. Se Paola Cortellesi si cuce per sé un personaggio di mamma single con figlioletta e nonna svitata a carico, Carla Signoris, che nasconde la professione di scatenatissimo agente segreto alla Arnold Schwarzenegger in True Lies (remake del film di Claude Zidi La totale!), proprio l’applicazione delle sue tecniche di travestimento e convincimento sui comportamenti cafoni, ignoranti e prevaricatori degli italiani di oggi è la polpa sana e divertente del film.
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E’ anche quella, diciamo, politica. Ma per arrivarci Cortellesi-Milani, coi loro sceneggiatori Furio Andreotti e Giulia Calenda, hanno bisogno di farci vedere anche tutta una parte avventuroso spionistica che ci spinge un po’ altrove, verso altri generi. Così quando la nostra eroina si ritrova a affrontare un gruppo di vecchi amici, Claudia Pandolfi, Vinicio Marchioni, Lucia Mascino e l’immancabile Stefano Fresi, e le loro storie di bullismo e violenza subita quotidiana da parte di personaggi prepotenti e coatti, Paola Cortellesi, Ricky Memphis, Alessandra Roia, le prende il sacro fuoco da Giustiziera della notte alla Charles Bronson, anzi da Giustiziera di mezzogiorno alla Franco Franchi, per rimettere le cose a posto. Punizioni per tutti.
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In tutto ciò, durante un viaggio con gli amici a Siviglia, troverà il modo anche di acciuffare un pericoloso terrorista, Tomas Arana, e di sistemare i suoi affari di cuore. Magari stavolta Milani e Cortellesi hanno un filo esagerato, c’è tanta, troppa carne al fuoco, un bel po’ di commistione di generi, ma la storia permette a Paola di cucirsi addosso tante facce diverse, di farci vedere come è brava sia nell’action comico alla francese sia nella commedia verdoniana.
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E permette a Milani e ai suoi sceneggiatori di costruire un film con una morale e tanti personaggi divertenti. Sono loro la vera sorpresa del film, a partire da una Paola Minaccioni incredibile come cafona di periferia che pensa di risolvere tutto su Internet, da un Ricky Memphis che si vuole sostituire all’allenatore di calcetto dei ragazzini Vinicio Marchioni, da un Alessandro Roia, manager riccastro che usa il cellulare come gli pare sui voli internazionali bullizzando la hostess Claudia Pandolfi.
Mettiamoci anche un Giampaolo Morelli come collega, Remo Girone come capo dei servizi segreti, un Teco Celio come cattivo pericoloso. Per far funzionare tutto questo si rischia qualche impiccio e qualche malfunzionamento c’è (a un certo pure compare Marchioni evidentemente proveniente da una scena tagliata al montaggio), ma la macchina di commedia funziona e gli attori e soprattutto le attrici vincono su tutto. Poi mi spiegate il titolo… In sala da giovedì 18 aprile.
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