Marco Giusti per Dagospia
Ro Marcenaro
RO MARCENARO
Non mi ricordavo che Ro Marcenaro, maestro di satira politica, fumetto, televisione e, soprattutto, animazione, avesse dato vita al cartoon tormentone “Cossiga Disco Dance” o al “Manifesto Comunista a fumetti” a metà degli anni ’70 o alla Costituzione Italiana a fumetti o a un divertente “Dov’è finito Bettino?”. O che fosse stato direttore di TVS, la tv del “Secolo XIX” e di Teleciocco e di Tele Elefante all’inizio della grande stagione delle tv private. Tutte imprese memorabili per un artista che era arrivato prestissimo al successo nella pubblicità animata e era poi passato alle vignette per i maggiori settimanali italiani, da “Panorama” a “L’Espresso” al “Venerdì”. Rodolfo Marcenaro detto per tutti Ro, era nato a Genova nel 1937.
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Aveva studiato con i padri barnabiti del Real Collegio Carlo Alberto di Moncalieri e poi coi padri gesuiti del liceo Arecco di Genova. Il liceo-cineclub tanto preso in giro da Paolo Villaggio con le proiezioni micidiali della Corazzata Potiomkin. Bravo, anzi bravissimo a disegnare, era andato a Firenze a studiare Architettura, perché a Genova a quel tempo c’era solo il bienno. Non finisce Architettura, ma entra subito a lavorare, siamo tra il 1960 e il 1961, con il nascente Studio K fondato da Francesco Misseri, Pierfranco Tamburini e Ruggero Pasega, occupandosi di animazioni. E’ da poco nato Carosello, grande contenitore-rubrica pubblicitaria e lo Studio K cerca giovani di talento per i suoi primi film animati.
Lavora come animatore per “I discorsi di Albertina” della Sidol, prima serie in assoluto dello Studio K e, nello stesso anno, darà anche un contributo alla nascita di Calimero alla Pagot Film di Milano nella serie “La costanza dà sempre buoni frutti”. Ma è con lo Studio K, con personaggi e serie come “Olivella e Mariarosa” per l’Olio Bertolli (62-71), “Dolce cara mammina” per le caramelle al miele Ambrosoli (65-76), “Le nuove avventure di Pinocchio” per i biscotti Maggiorini, “Susanna tutta panna” per Invernizzi che cresce fino a diventare direttore della sezione animata.
ro marcenaro manifesto comunista
Assieme a lui troviamo ottimi animatori come Italo Marazzi, Carlo Panerai, Stefano Buti e un musicista attivissimo e di grande talento come Franco Godi che si inventerà jingle su jingle legati ai prodotti che tutti da bambini conoscevamo. “La-la-la-la tutto bene ti andrà se userai Bertolli che vuol dire qualità”- “Geo e Gea due gattini…”. Marcenaro anima decine e decine di Caroselli, anche per Sis cavallino rosso col Clown Bis, Tisana Kelemata con Chicchi e Cocchi, “Far da sé con Zia Nené” per l’Orzo fiorentino La Vecchina. Tormentoni della nostra infanzia, diciamo.
Ma arriva al grande successo nei primi anni ’70 dirigendo prima per lo Studio K, poi per la nascente Tipo Film, la meravigliosa serie delle animazioni in plastilina opera di Fusako Yusaki dei caroselli del Fernet Branca. Animazioni che hanno una genesi complessa, ma un successo immediato, tanto che fruttano a Marcenaro premi su premi, come il Carosello d’oro 1970. Dopo essere attraversato altri studi, come lo Slogan Film la Master Film di Milano, nel 1974 Marcenaro se ne va via dalla pubblicità e lo troviamo disegnatore satirico per “Panorama”, poi per “Epoca”, “Repubblica”, “Il Venerdì”, ecc. Nel 1976 fonda la tv locale genovese TVS e poi Tele Ciocco.
ro marcenaro
Nel corso della sua lunga carriera scriverà libri a fumetti importanti e di successo, il “Manifesto Comunista a fumetti” fu considerato un boom editoriale, fece video per il suo amico Gino Paoli, “Matto come un gatto” e “Quattro amici al bar”. Già a metà degli anni ’70 era andato a vivere vicino a Reggio Emilia, dove rimarrà per tuta la vita, a Stiolo di San Martino in Rio, fondando una specie di factory di animazione e video.
“Mi pare quasi inammissibile”, diceva, “che un professionista, oggi, possa esprimersi attraverso un solo mezzo. La varietà dei modi offerta dal divenire e dal crescere delle moderne tecnologie è tale che solo chi non ha la capacità culturale di guardare avanti può accettare di avvalersi di un solo mezzo”.
ro marcenaro bettino
Partito dal trattamento fumettistico di temi sociali e culturali importanti, riguardo la sua attività televisiva ricordava un po’ amaramente già una trentina d’anni fa di “non essere stato capace di incidere sulle grandi scelte dell’emittenza privata. Non essere riuscito ad impedire che anche editori puri, come i Brivio/Perrone, cedessero alle lusinghe berlusconiane dei film e dei telefilm, addebitando all’informazione e al servizio le cause dei maggiori costi e dei minori profitti”. Negli ultimi anni fu anche molto attivo politicamente legandosi ai 5 stelle. Ma chi lo ricorda il “Cossiga Disco Dance”?
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