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    IL DIVANO DEI GIUSTI - STASERA IN CHIARO, PER LA BEFANA, IL KOLOSSAL DA VEDERE È “THE GREATEST SHOWMAN”, IL BIOPIC SU P.T.BARNUM - MOLTO RIUSCITO, ANCHE SE ME LO RICORDO A STENTO, “IL PEGGIOR NATALE DELLA MIA VITA” CON FABIO DE LUIGI. NON CI SONO CADUTE NELLA VOLGARITÀ, A PARTE LA CANZONCINA "E INTANTO QUA NON SI CIULA PIÙ". A NOTTE FONDA TORNA ANCHE IL DISASTROSO E DISASTRATO “OCCHIOPINOCCHIO”, DI E CON FRANCESCO NUTI - E C'E' ANCHE LA CANALIS IN... - VIDEO


     
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    Marco Giusti per Dagospia

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    Stasera in chiaro, per la Befana, il kolossal da vedere per vaccinati e non vaccinati, non può che essere “The Greatest Showman”, il biopic su P.T.Barnum diretto dall’australiano Michael GraGracey e interpretato e prodotto da Hugh Jackman, che da flop natalizio del 2017 riuscì a risalire negli incassi fino a diventare un successo. Negli anni di Donald Trump e del populismo ben ci stava il ritorno di un’icona dello spettacolo e della politica americana come P.T.Barnum, P.T. sta per Phineas Taylor.

     

    Anche se, a ben vedere, il vecchio P.T.Barnum (1810-1891), uomo di pieno 800, nato in quel di Bridgeport, Connecticut, voleva sì fare soldi con lo spettacolo e il cattivo gusto, ma conosceva il pubblico e il suo cattivo gusto meglio di chiunque altro e seppe pure evolversi negli anni.

     

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    Malgrado qualche ovvia semplificazione storica, è un biopic-musical abbastanza riuscito, inoltre le 11 canzoni scritte da Benji Pasek e Justin Paul, gli autori delle canzoni di La La Land, sono piuttosto buone e i momenti musicali con P.T.Barnum e le stelle del suo museo, la donna barbuta Lettie Lutz, interpretata dalla strepitosa Keada Settle, è lei che canta “This Is Me” candidata ai Golden Globe, il minuscolo Tom Thumb di Sean Humphrey, l’acrobata nera truccata da bianca Anne Wheeler interpretata dalla bellissima Zendaya, ancora non la stella di “Euphoria”, che non ha bisogno di stuntman per i suoi esercizi, sono notevoli.

     

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    Forse è un po’ zuccherosa e troppo tirata a lucido la parte famigliare, con Michelle Williams nei panni di Charity, la ricca moglie di Barnum, ma la costruzione del museo dei freaks al centro di una polverosa New York è piuttosto bella, e anche la storia della tournée di Barnum in giro per l’America con Jenny Lind, “l’usignolo svedese”, interpretata da Rebecca Ferguson ma “doppiata” per le canzoni da Loren Allred, fa la sua scena.

     

    Su Rete 4 avete l’ottimo action col treno in corsa che va assolutamente fermato “Unstoppable”, diretto da Tony Scott con Denzel Washington e Chis Pine, una sicurezza. Su Rai Tre alle 21, 20 trovate invece un flop clamoroso che porta le firme illustri di James Cameron, produttore e sceneggiatore e di Roberto Rodriguez, regista, cioè  “Alita-Angelo della battaglia” con Rosa Salazar, Christoph Waltz, Jennifer Connelly, giocattolone in 3D da 200 milioni di dollari, tratto dai primi quattro volumi del manga giapponese Gunnm o Alita di Yukito Kishiro, usciti agli inizi del 1990. Di fatto è una buona trascrizione, diretta con cura, soprattutto negli effetti speciali e nelle situazioni più di genere, del celebre manga e un ponte con il progetto di film che James Cameron avrebbe voluto portare a termine già nel 2003 se “Avatar” non fosse stato il successo che è stato.

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    Lo ha detto lo stesso Rodriguez, specificando che registi-autori come James Cameron scrivono film solo per sé, cioè per dirigerli loro stessi. Questo era un caso diverso. Un progetto abbandonato che Rodriguez ha raccolto col suo aiuto e ricostruito con innegabile passione, traducendo in un film le 186 pagine di script e le 600 pagine di note a margine di Cameron. Per qualsiasi dubbio di sceneggiatura, sembra, ha potuto contare sul suo aiuto, ma certo, alla fine, è qualcosa che non appartiene interamente né all’uno né all’altro.

     

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    I principali dubbi dei fan di Alita, nascono proprio dall’aver fatto della protagonista giapponese un cyber con occhioni giganteschi, un po’ alla Rocco Papaleo, dove si nasconde una ragazza messicana, Rosa Salazar. Ma l’idea degli occhioni da manga viene proprio da Cameron, e la scelta dell’attrice, che non ha niente ovviamente di giapponese, è sia di Cameron che di Rodriguez. Personalmente la trovo una scelta notevole e decisamente anti-trumpiana, come è anti-trumpiano tutto il progetto del mondo violento del 26° secolo, dove i ricchissimi umani vivono isolati dalla plebaglia su un pianeta. Zalem, e tutto il resto di criminali e mezzicyber stanno sotto, a Iron City, pronti a massacrarsi per il traffico di pezzi di ricambio o per le taglie sui criminali. Solo chi vincerà la potente corsa alla Rollerball potrà aspirare a un posto a Zalem. Il sequel non è stato mai girato. Ovviamente.

     

    il peggior natale dela mia vita il peggior natale dela mia vita

    Trovai allora molto riuscito, anche se oggi me lo ricordo a stento, “Il peggior Natale della mia vita” di Alessandro Genovesi con Fabio De Luigi, Canale 5 alle 21, 20, sequel di "La peggior settimana della mia vita" (dieci milioni di incasso). Come il precedente film era tratto da una fortunata sitcom televisiva inglese, "The Worst Week Of My Life" di Mark Bussell e Justin Sbresni, adattata e sceneggiata per il cinema da Genovesi e dallo stesso Fabio De Luigi. Il cast è in gran parte lo stesso. De Luigi e Cristiana Capotondi come sposini, Antonio Catania come padre di lei, Andrea Mingardi padre di lui, ma al posto di Monica Guerritore troviamo Anna Bonaiuto.

     

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    Scompare Alessandro Siani, il miglior amico dello sposo, e arrivano Diego Abatantuono, capo e amico di Catania, sua figlia Laura Chiatti, il cameriere pugliese Dino Abbrescia, una comparsata di Ale e Franz come becchini e perfino il barese Totò Onnis come barista.

     

    La storia vede il ricco cummenda Abatantuono che ha comprato un castello in Val d'Aosta e invita la famiglia di Catania, con tanto di Capotondi incinta all'ottavo mese e genero pasticcione, a passare con lui la sera di Natale in mezzo alla neve. Anche la Chiatti è incinta, ma di una provetta. I problemi arrivano con l'entrata in scena di De Luigi che, esattamente come nel film precedente, riuscirà a distruggere tutto quello che toccherà. Spaccherà la porta del bar di Totò Onnis con la sua macchinetta inadatta alla strada nevosa, poi entrerà nel castello e piscerà per sbaglio sul tacchino di Natale e il liquido fuoriuscito sul pavimento farà scivolare il povero Abatantuono mandandolo all'ospedale.

     

    Per un quiproquo con due buffi becchini, Ale e Franz, molto divertenti, tutta la famiglia penserà che Abatantuono è defunto. Questa scatenerà un funerale che si trasformerà in una specie di happening natalizio. Magari qualche gag è troppo meccanica o prevedibile, ma non ci sono cadute nella volgarità, a parte la canzoncina "e intanto qua non si ciula più".

     

    Su La7 D trovate i due primi film interpretati da Alessandro Siani diretti da Francesco Ranieri Martinotti che girarono allora pochissimo e per nulla in tv, ma che decretarono il successo dell’attore, “Ti lascio perché ti amo troppo” con Maria Mazza e Mariana Braga, seguito alle 23, 20 da “La seconda volta non si scorda mai” con Elisabetta Canalis e Marco Messeri. Allora ebbero una distribuzione striminzita in Campania, oggi sono delle interessanti riscoperti (speriamo…).

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    Altro film delle 21 e dintorni “Eroe per caso” di Stephen Frears con Dustin Hoffman, Geena Davis e Andy Garcia, Tv2000 alle 21, !L’ultima alba” di Antoine Fuqua con Bruce Willis e Monica Bellucci alle prese col cinema americano, Iris alle 21, “Il postino” di Massimo Troisi e Michael Radford, Cine 34 alle 21. Sembrano curiosi anche “Intersections” di David Marconi con Roschdy Zen, Maria José Croze, dove cinque personaggi diversi si ritrovarono sperduti nel deserto, Cielo alle 21, 15, e soprattutto il catastrofico norvegese “The Tunnel” di Pal Ole su Rai 4 alle 21, 20.

     

    elisabetta canalis la seconda volta non si scorda mai elisabetta canalis la seconda volta non si scorda mai

    In seconda serata avete il mezzo flop “Lo schiaccianoci in 3D” diretto dal pur eccelso Andrj Konchalowsky con Elle Fanning, Nathan Lane, John Turturro, La5 alle 22, 55, il sempre favoloso “Django Unchained” di Quentin Tarantino con Jamie Foxx, Leonardo Di Caprio e Christoph Waltz, Rai 4 alle 23, 10, il divertente “St. Vincent” di Theodore Melfi con Bill Murray, Naomi Watts e Melissa McCarthy, grande prova di attore di Murray. Malgrado la regia del celebre fotografo Anton Corbjn e la presenza di George Clooney da protagonista non era certo un capolavoro “The American”, sulla carta una sorta di eurospy sofisticato ambientato in Italia dove Clooney incontra Violante Placido, Paolo Bonacelli, Filippo Timi e la Film Commission abruzzese, Rete 4 alle 23, 40.

     

    Nella notte più fonda il mio film del cuore è il mélo anni ’50 “L’intrusa” diretto da Raffaello Matarazzo con Amedeo Nazzari, medico che cura dalla depressione Lea Padovani, poi arriva il manigoldo che l’ha maltratta e la cosa si complica, Rai Uno all’1, 45. L’avrò visto? Boh? Fotografia di Tonino Delli Colli, montaggio di Mario Serandrei. Ma torna anche il disastroso e disastrato “Occhiopinocchio”, di e con Francesco Nuti, un film che venne interrotto dai Cecchi Gori, poi ripreso e finito malamente, Cine 34 all’1, 40.

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    Piacque parecchio quando uscì, invece, “Artemisia” di Agnes Merlet con Valentina Cervi come la pittrice Artemisia Gentileschi, Michel Serrault come suo padre e Miki Manojlovic come il suo violentatore, La7 all’1, 50. Lanciò Valentina Cervi come star internazionale. Rarissimo, ma non so quanto interessante per il pubblico di oggi, la versione di Folco Quilici di “Dalle Appennini alle Ande” girato con attori, Marco Paoletti, Eleonora Rossi Drago, Fausto Tozzi, Rete 4 alle 3, 30.

     

    Farei finire la notte della Befana con il macaroni war movie “La battaglia di El Alamein” girato da Giorgio Ferroni col nome di Calvin Jackson Padget e interpretato da Robert Hossein, Frederick Stafford, Enrico Maria Salerno, George Hilton, Ira Furstenberg e Michael Rennie, Cine 34 alle 4, 25. Non era malaccio, pieno di caratteristi del tempo, Riccardo Pizzuti, Sal Borgese, Luciano Catenacci, Nellone Pazzafini. Ferroni era stato un ufficiale, non scordiamolo.

      

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