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    IL CINEMA DEI GIUSTI –  “SULL’INFINITO” DI ROY ANDERSSON ARRIVA SUI NOSTRI SCHERMI PER TENERE SU IL MORALE DELL’ALLEGRA COMPAGNIA DEI VACCINATI OVER 60 E 70. LA BUONA NOTIZIA È CHE DURA SOLO 75 MINUTI. DICIAMO CHE COSÌ SI VEDE CON MENO SOFFERENZA, ANCHE SE UN PO’ MI SONO ADDORMENTATO LO STESSO. ANCHE PERCHÉ ROY ANDERSSON NON È DON LUIS BUNUEL…" - IL FILM SUL PICCIONE CHE VINSE A SORPRESA A VENEZIA NEL 2014 (IL PICCIONE NEL FRATTEMPO SARA' MORTO...) - VIDEO


     
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    Marco Giusti per Dagospia

     

    sull infinito roy andersson sull infinito roy andersson

    Vi ricordate il film che vinse a sorpresa nel 2014, “Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza” dello svedese Roy Andersson e che, ovviamente, non fece un soldo in sala? Beh, il suo ultimo film, il non meno complesso “Sull’infinito” (in svedese “Om det oändliga”), presentato a Venezia l’anno scorso, costruito nello stesso identico modo, grandi sketch a colori pastello e piccole storie anche buffe che devono farci pensare, arriva ora sui nostri schermi per tenere su il morale dell’allegra compagnia dei vaccinati over 60 e 70. 75 minuti.

     

    La buona notizia è che dura solo 75 minuti. Diciamo che così si vede con meno sofferenza, anche se un po’ mi sono addormentato lo stesso. Un po’ perché per affrontare temi come l’esistenza e l’infinito devi avere la mente un po’ sgombra, più leggera.

     

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    Un po’ perché Roy Andersson non è Don Luis Bunuel, cioè queste vignette, che nascono dalla lunga e fortunata carriera del regista nella pubblicità, funzionano perfettamente come spot di 30 secondi, anche 60. Lo ricordo bene il loro impatto clamorosa sulla folla di pubblicitari internazionali al festival di Cannes della pubblicità.

     

    Ma lo sono molto meno quando devono formare un quadro complesso e unitario. Un quadro che un genio come Bunuel, nel suo ultimo cinema, sapeva controllare perfettamente.

     

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    Andersson un po’ meno. Anche se molte delle situazioni che presenta sono riuscite. Dal prete che ha perso la fede e tormenta tutta la comunità, a Hitler nel bunker, al dentista che non ne può più dei suoi pazienti. Andersson ferma l’inquadratura in un tableaux pastellato, colora tutto, anche gli attori, con gli stessi toni e li fa muovere. E’ un cinema che ha bisogno di attenzione. Ci sono anche situazioni più spettacolari. Una coppia di amanti che vola nel cielo. Una città bombardata dalla guerra. Il tema, come dice il titolo, è l’infinito. Il piccione del film precedente sarà morto. In sala da giovedì 27 maggio.

    un piccione seduto su un ramo riflette sulla sua esistenza un piccione seduto su un ramo riflette sulla sua esistenza un piccione seduto riflette sull esistenza film svedese un piccione seduto riflette sull esistenza film svedese un picciono seduto riflette sull esistenza scena un picciono seduto riflette sull esistenza scena

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