Marco Giusti per Dagospia
lorenzo richelmy l uomo sulla strada
Tra i tanti film italiani presentati alla Festa del Cinema di Roma (troppi…), vi segnalo “L’uomo sulla strada”, buon esordio alla regia di Gianluca Mangiasciutti con una sorprendente Aurora Giovinazzo, la ventenne protagonista di “Freaks Out” di Gabriele Mainetti, qui in veste di giovane operaia del nord, e Lorenzo Richelmy, come padrone della fabbrica dove lei lavora.
Ambientazione insolita, da altri tempi, per un piccolo film che si presenta a metà strada tra il crime e il sentimentale. Complicato dal carattere turbolento e instabile della protagonista. Perché dieci anni prima Irene, Aurora Giovinazzo, è stata testimone della morte del padre nei boschi, falciato da una macchina che andava troppo veloce mentre andava per funghi.
l uomo sulla strada
Irene ha visto la scena, ma non è riuscita a memorizzare bene il volto del pilota omicida e inutilmente ha cercato dentro se stessa di ricostruirlo. Guarda un po’, il pilota è proprio il padrone della fabbrica, Lorenzo Richelmy, dove ha trovato lavoro la ragazza. Mettiamoci anche la passione di Irene per il nuoto, una storiella con un camionista scopatore e sposato, i rapporti con le ragazze della fabbrica e, soprattutto l’insano sentimento che sembra avere il padrone per la giovane operaia che si tinge di ambiguità o di perversione quando da interesse diventa qualcosa di più carnale.
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Soprattutto da parte di lei. L’elemento più riuscito del film è proprio la prova di Aurora Giovinazzo, ancora giovanissima, vent’anni, e già matura per ruoli più importanti.
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