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    IL DIVANO DEI GIUSTI – UNA COSA UNISCE DUE FILM DAVVERO MOLTO DIVERSI, E DI GRANDISSIMO CULTO E STRACULTO, COME “ZABRISKIE POINT” DI MICHELANGELO ANTONIONI E “ATTILA FLAGELLO DI DIO” CON DIEGO ABATANTUONO, IN ONDA STASERA IN PRIMA SERATA RISPETTIVAMENTE SU IRIS E SU CINE34. IL FATTO DI ESSERE DUE AUTENTICI FLOP – ALLE 2 SU CANALE 5 IL CAPOLAVORO TRASH “LA PALESTRA”, CON UNA VALERIA MARINI NEL SUO MASSIMO SPLENDORE BAGAGLINESCO CHE SI SCONTRA CON L’ALTRA STELLA DEL TEATRO PAMELA PRATI – VIDEO


     
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    Marco Giusti per Dagospia

     

    daria halprin e mark frechette zabriskie point daria halprin e mark frechette zabriskie point

    Una cosa unisce due film davvero molto diversi, e di grandissimo culto e straculto, come “Zabriskie Point” di Michelangelo Antonioni con Mark Frechette e Daria Halprin e “Attila flagello di Dio” di Castellano e Pipolo con Diego Abatantuono in onda stasera in prima serata rispettivamente su Iris e su Cine34. Il fatto di essere due autentici flop.

     

    Ma se “Attila” fu, in fondo, un flop stagionale, legato al Natale 1982 e portò solo alla fine del terrunciello Abatantuono, mai così grosso, per poi essere recuperato dalle brigate stracult parecchi anni dopo, ricordo una meravigliosa proiezione a Milano in una sala strapiena per l’uscita del primo dvd davanti a un pubblico che conosceva a mente ogni frase del film, “Zabriskie Point”, il primo film americano di Antonioni, prodotto dalla MGM, fu un flop epocale e venne a lungo considerato in America uno dei peggiori film di ogni tempo, anche se fra noi ragazzetti del tempo aveva un culto altissimo.

    attila flagello di dio attila flagello di dio

     

    Basterebbero la grande scena di sesso e droga nella Valle della Morte, l’orgia fra le dune, il grande nudo frontale di Daria Halprin, la musica dei Pink Floyd e lo spreco che fece Antonioni della musica. Avrebbe potuto chiedere qualsiasi cosa. Arrivano i Rolling, i Grateful Dead.

     

    Ma rifiuta un pezzo scritto apposta da Jim Morrison, L’America, rifiuta oltre mezz’ora di musica originale di John Fahey, che venne a Roma per inciderla e si incazzò moltissimo dei tagli (e chissà che fine hanno fatto), rifiuta una serie di proposte dei Pink Floyd, che ricordavano l’atteggiamento saputello e vago di Antonioni sulla loro musica in un inglese stentato.

     

     

    rita rusic attila flagello di dio rita rusic attila flagello di dio

     

    "Eets nice, but too slow" o "Eets a leetle bit too soft". Via una scena con Harrison Ford. La MGM glielo vuole cambiare completamente. Cerca di tagliarlo. Non vuole proprio la scritta finale “Fuck You, America” pensata dal regista. E’ una guerra e un disastro al box office, anche perché ha un audio, vedetelo in inglese, dove davvero non si capisce granché.

     

    mark frechette e daria halprin zabriskie point 1 mark frechette e daria halprin zabriskie point 1

    Vincent Canby e Rogert Ebert lo massacrano, "Il regista che ha fatto sembrare Monica Vitti così incredibilmente sola è incapace, in Zabriskie Point, di far sembrare i suoi giovani personaggi anche un po 'uniti. Le loro voci sono vuote, non hanno risonanza come esseri umani. Non giocano tra loro, ma a vaghe concezioni narcisistiche di se stessi, quando non si sarebbero nemmeno incontrati se non fosse stato per un'assurda coincidenza hollywoodiana”.

     

    nicole kidman hugh jackman australia nicole kidman hugh jackman australia

     

    Da vedere ci sarebbe anche il floppone di Baz Luhrmann fortemente voluto da Nicole Kidman “Australia”, Rai Movie, con Hugh Jackman, David Wenham, Jack Thompson e tutti i più grandi attori australiani. E’ una specie di “Via col vento” con Nicole Kidman che si sente Rossella.

     

    Fu un flop anche “Un viaggio chiamato amore” di Michele Placido con Laura Morante che fa Sibilla Aleramo innamorata di Dino Campana- Stefano Accorsi. Ricordo l’antipatica anteprima a Venezia dove i critici italiani lo massacrarono. Ma non era affatto male e i due protagonisti bravissimi.

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    Ottimo per festeggiare i 50 anni di Accorsi, che a Venezia vinse il premio per la migliroe interpretazione maschile. Vedo che passano anche un buon thriller, “Derailed – Attrazione letale” di Mkael Hafstrom con Clive Owen raggirato da Jennifer Aniston e Vincent Cassel, Rai4 alle 21, 20, e il grandioso “Oliver Twist” di Roman Polanski con Barney Clark e Ben Kingsley come Fagin, Tv2000 alle 21, 20.

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    Fu un disastro, mi ricordo bene, “Catwoman” diretto da Pitof con Halle Berry come protagonista e Sharon Stone come cattiva, Italia 1 alle 21, 20. Rovinò un po’ la carriera alla bellissima attrice e per anni si è pensato a Hollywood, sbagliando, che gli attori neri non fossero adatti a interpretare ruoli così grossi nei film di superoi.

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    In seconda serata vi consiglio “Shame”, capolavoro di Steve McQueen con Michael Fassbender malato di sesso e Carey Mulligan come la sua ugualmente squinternata sorella in una New York dove gli irlandesi non vivono benissimo, Cielo alle 23. Non vorrei consigliarvi altro.

     

     

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    Forse “Black Cobra 3” girato da Edoardo Margheriti trentanni fa col mitico Fred Williamson, Iris all’1, 45, o il capolavoro trash “La palestra” diretto da Pier Francesco Pingitore per la tv nel 2003 con una Valeria Marini nel suo massimo splendore bagaglinesco che si scontra con l’altra stella del teatro Pamela Prati, Andrea Roncato, Maurizio Mattioli, Francesca Nunzi, Valeria Melillo in versione lesbo, Canale 5 alle 2.

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    Rai Tre propone alle 2,05, contro tanto stracultume, “Il cuore del tiranno”, Boccaccio rivisto da MIklos Jancso in Ungheria con Ninetto Davoli doppiato in ungherese e la bellissima e sfortunata Teresa Ann Savoy che aveva incontrato in “Vizi privati, pubbliche virtù”.

     

    Questo film faceva parte di una serie di piccoli film d’arte prodotti da Rai Tre nei primi anni ’80. Lo vidi a Venezia. Diciamo che Jancso non era più il regista nuovo e moderno che avevamo amato più di dieci anni prima, ma l’operazione era interessante.

     

     

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    Chiudo con “Due amici” di e con Spiro Scimone e Francesco Sframeli, prodotto da Tornatore, uno dei migliori esordi italiani di questo ventennio. Lo dovete assolutamente ricuperare. Ci sono anche Felice Andreasi, Teresa Saponangelo e un vecchissimo Tano Cimarosa che fa le parole crociate. Cine 34 alle 5, 50. Tardino, lo so.

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