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    IL DIVANO DEI GIUSTI - “VOI SCOPÀ? SE PO’ FA’”, STASERA TORNA LO STRACULTISSIMO “RIMINI RIMINI” CON UNA SCATENATA ELEONORA BRIGLIADORI E LA POPPUTISSIMA SERENA GRANDI CHE FA PERDERE LA TESTA A PAOLO VILLAGGIO (EPISODI SCRITTI DA MARCO RISI, BRUNO CORBUCCI E MARIO AMENDOLA: CHE CI SIA ANCHE DAGO COME BATTUTARO, MI SA DI SÌ…) – E POI "PADRENOSTRO" CON FAVINO, “PROVOCAZIONE” CON MOANA POZZI E “IL TIFOSO, L’ARBITRO E IL CALCIATORE” CON VITALI E CARMEN RUSSO – VIDEO


     
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    Marco Giusti per Dagospia

     

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    Stasera che vediamo? Col caldo, ma in realtà lo trasmettono anche d’inverno, ripropongo “Rimini Rimini” di Sergio Corbucci, la prima e la più divertente delle commedie sexy estive a episodi, Cine 34 alle 21. Ricordate… “Voi scopà? Se po’ fa’”, dice il bagnino coatto presentandosi pieno di mascherine anticontagio, oggi utilissime, a una scatenata Eleonora Brigliadori. Grande commedia sexy vacanziera, non a caso con episodi scritti da Bernardino Zapponi, Gianni Romoli, Marco Risi, Massimo Franciosa, Bruno Corbucci e Mario Amendola (che ci sia anche Dago come battutaro, mi sa di sì…).

     

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    Tutto prodotto da Augusto Caminito per Berlusconi, infarcito di bellezze del tempo, ovvio, la popputissima Serena Grandi che fa perdere la testa all’inflessibile giudice Paolo Villaggio, Laura Antonelli sorella dei macellai romani burini che si innamora del barese Maurizio Micheli che canta “Champagne”, Elvira Audray (morta così giovane…). suora svedese che tenta il prete Andrea Roncato.

     

    Mettiamoci anche la ballerina di poca fortuna Livia Romano (prese il posto di Giuliana De Sio) assieme a Jerry Calà, il ritorno del marito dell’Antonelli, Adriano Pappalardo, scomparso in mare, dopo essere stato sodomizzato da una ciurma di marinai slavi. E un intero episodio con Gian tagliato dalla copia finale destinato alla versione televisiva (mai vista…).

     

    Stracultissimo. Adatto alla serata. Su Iris alle 21 trovate però il bel thriller australiano di Phillip Noyce “Ore 10: calma piatta” che ci fece conoscere Nicole Kidman e Sam Neill, ma cè anche il cattivissimo Billy Zane, che ritroveremo in “Titanic” e Rod Mullinar. Tratto da un romanzo di Charles Williams che Orson Welles cercò inutilmente di mettere in scena. Ma il mio preferito è forse il “King Kong” di Peter Jackson, appena uscito dalla trilogia de “Il signore degli anelli”, con Naomi Watts, Jack Black, Adrien Brody, Jamie Bell e lo scimmione “recitato” dal di dentro da Andy Serkis e ricostruito digitalmente.

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    Non piacque troppo quando uscì, ma King Kong è fantastico, non si era mai visto un gorillone così perfetto e Naomi Watts magnifica. Non ho invece un gran bel ricordo di “Lo sbirro, il boss e la bionda” diretto dal John McNaughton di “Henry pioggia di sangue”, una commedia con gangster e poliziotti interpretata da Robert de Niro, Uma Thurman e Bill Murray, ma forse andrebbe rivista, canale 27 alle 21, 10.

     

    Piuttosto carino il fantasy-comedy per ragazzini con maghi e maghetti senza effetti splatter, diretto da Eli Roth e prodotto da Steven Spielberg “Il mistero della casa del tempo”con Jack Black, Owen Vaccaro, Cate Blanchett, Kyle MacLachlan, Colleen Camp, Rai Movie alle 21, 10. Rai Storia presenta alle 21, 10 il “Martin Eden” di Pietro Marcello con Luca Marinelli, Jessica Cressy, Vincenzo Nemolato, Carlo Cecchi presentato nel 2019 a Venezia. Allora divise parecchio la critica.

     

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    Per alcuni era addirittura un capolavoro, per altri meno. Ambientato nella Napoli di un imprecisato 900, tratto ovviamente dal testo quasi autobiografico di Jack London, con una pur solida e personale tenuta visiva e una bella scrittura poetica, scrivevo, ha qualche problema di costruzione narrativa che lo azzoppa un po’ nella seconda parte della storia.

     

     

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    L’ambizione di Marcello e del suo co-sceneggiatore Maurizio Braucci, ci pare fosse quella di mantenere il racconto il più vicino possibile al testo di Jack London, rispettando personaggi e situazioni di un’America di inizio secolo. Ma, spostando azione, personaggi e umori letterari e politici, appunto, in una Napoli imprecisata, non sempre si riesce a far combaciare bene quello che voleva London e quello che vuole Marcello, finendo così per addensare idee e situazioni in un racconto che non riesce sempre a sorreggere tutto e la storia stessa perde di credibilità. Diciamo così che da quando il giovane Martin Eden di Luca Marinelli, marinaio autodidatta che vuol diventare scrittore e si fidanza con la bella e ricca Elena di Jessica Cressy, incontra il poeta mecenate Russ Brissenden di Carlo Cecchi, e parte un delirio di lezioncina politica anticapitalista con una serie di allegorie che strizzano l’occhio ai giorni d’oggi, con un Giordano Bruno Guerri fascista accompagnato da un simil Salvini con felpa “Napoli”, un Maurizio Donadoni nel ruolo dell’editore milanese che deve portare un ricco e ormai perduto Martin Eden biondo e oblomoviano in America, si perde di vista quel che c’era di buono e di molto buono nella prima parte del racconto.

     

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    Magari è questo il racconto politico allegorico fofiano che ci voleva fare Pietro Marcello, un racconto ambiziosissimo che ci parla del ruolo dell’intellettuale rispetto a capitalismo/socialismo/individualismo, racconto che già faceva lo stesso Jack London, peraltro, ma un po’ per la recitazione sopra le righe un po’ di tutti, dal protagonista Luca Marinelli al pur adorato Carlo Cecchi, un po’ per la messa in scena un filo imbarazzante di certe scene, finiamo per non crederci più. Mi ero scordato la performance di Giordano Bruno Guerri che gli valso un mio sentito premio Stracult.

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    Su Cielo alle 21, 15 trovate il thriller horror da grande freddo “Cold Skin” dello spagnolo Xavier Gens con David Oakesm Aura Garrido, Ray Stevenson, dove un osservatore meteorologico schiaffato al Circolo Polare Antartico scopre che il posto è popolato di strani esseri. Brrr…. Su Italia 1 alle 21, 20 vedo che passa ancora una volta “Una notte da leoni 2” di Todd Phillips con Mason lee, Bradley Cooper, Jamie Chung, Zach Galifianakis.

     

    Mentre su Canale 5 alle 21, 20 arriva “PadreNostro” di Claudio Noce con Pierfrancesco Favino, Barbara Ronchi, Mattia Garaci e Francesco Gheghi, l’unico film veneziano che ebbe l’onore due anni fa di aver ospitato in platea Matteo Salvini e la fidanzata con mascherina visto che trattava di poliziotti eroici, calabresi e laziali.

     

    Claudio Noce lo aveva dedicato infatti alla figura del padre, il vicequestore Alfonso Noce, responsabile dell'antiterrorismo nel Lazio a metà degli anni ’70, interpretato qui da PierFrancesco Favino con capello all'indietro e basettoni come fosse un personaggio di Fernando Di Leo, vittima di un sanguinoso attentato dei Nap a Roma nel dicembre del 1976 dove muoiono un poliziotto e un terrorista. Tutto è visto attraverso gli occhi del figlioletto biondo, Valerio, interpretato da Francesco Gheghi, testimone dello scontro a fuoco, che ha visto il terrorista agonizzante e il padre ferito alla schiena portato via d’urgenza. Il film, in realtà, non è tanto sugli anni di piombo o sulla ricostruzione del periodo, quanto sul rapporto che il figlioletto, lazialissimo, fan di Tex e di Long John Chinaglia, ha con la figura paterna prima e poi con la figura paterna mediata dall’apparizione di uno strano ragazzino di poco più grande, certo Christian, Mattia Geraci, che appare quasi dal nulla e che sembra portare al film un qualche mistero.

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    Un po’ confuso nella costruzione del mistero, e opaco nella costruzione dei rapporti del bambino con la madre, il film prende quota e interesse quando quel mistero inizia a dipanarsi, anche se tutto il materiale messo in piedi spesso non ha un controllo adeguato. Favino è, al solito, bravissimo nel costruire un personaggio credibile di poliziotto anni ’70, e come lui Antonio Geraci, che fa un suo collega calabrese, ma dove il film avrebbe avuto bisogno di una regia più d’azione o comunque più stretta, Noce sembra invece più interessato a un racconto elegiaco.

     

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    In seconda serata cosa abbiamo oltre alle repliche immediate di “Legend” di Brian Helgeland, Rai5 alle 23, 10, “Quando la moglie è in vacanza” di Billy Wilder con marilyn Monroe, Tv2000 alle 23, “Midnight in Paris” di Woody Allen, canale 27 alle 23, 10? Ci sarebbe il carcerario giovanile “Il ribelle – Starred Up” di David Mackenzie con Jack O’Connell, Rupert Friend, Ben Mendelsohn, Rai Movie alle 23. Mi sembra interessante. Ancora meglio, me lo sono rivisto un paio di mesi fa, “Ritratto di signora” di Jane Campion, tratto dal romanzo di Henry James, con Nicole Kidman come la ricchissima ereditiera americana Isabel Archer che viene incastrata dal rapporto malato con un marito orrendo che pensa solo ai suoi soldi, John Malkovich, unito da qualche legame misterioso con la bella Barbara Hershey, che è pure amica di famiglia degli Archer. Favoloso, nel ruolo del cugino Ralph Touchett, il cugino malato Martin Donovan, l’unico che le voglia davvero bene, ma ci sono anche John Gielgud, Shelley Winters, Shelley Duvall, Richard Grant, Christian Bale e, soprattutto, un giovane Viggo Mortensen, mentre Valentina Cervi fa la figlia italiana del dandy Gilbert Osmond di Malkovich, identico a Giordano Bruno Guerri. La Campion ha pensato di girare il suo capolavoro.

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    In realtà non lo è, anche se ha delle pagine favolose, ma penso che, a differenza di Martin Scorsese, si trovi più a suo agio con le storie più piccole che non con i grandi romanzi. Le verrà decisamente meglio “Bright Star”. Svegliatevi alle 23, 15 perché su Cielo torna l’erotico soft con attrici da hard “Love You” di John Derek, che fu marito di Ursula Andress e di Bo Derek, con Annette Haven, Wade Nichols, Leslie Bovee, Blair Harris. In pratica due coppie che si aprono in un caldo weekend erotico.

     

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    Nella notte vi segnalo su Canale 5 alle 00, 20 il buon giallo scritto e diretto da Donato Carrisi alla sua opera prima “La ragazza nella nebbia”, tratto dal suo best seller del 2015. Un paesino sconosciuto d’alta montagna. Una ragazza dai capelli rossi perduta nella nebbia. Un orco da cercare. Un ispettore troppo bravo alle sue costole. Un presunto assassino, l’ambiguo professore. La nebbia come da titolo. E una schiera di mostri della tv che giocano a far la differenza. Toni Servillo nei panni dell’infallibile ispettore Vogel col cappotto sempre svolazzante, Alessio Boni in quelli del sospettato, il barbuto professor Martini, Galatea Ranzi come la diva della tv degli scoop sui casi criminali, ma ci sono anche Michela Cescon, Lorenzo Richelmy, Antonio Gerardi e la rediviva Greta Scacchi. Senza scordare lo piscanalista misterioso che ascolta il racconto di Vogel, cioè il grande Jean Reno, che per l’occasione parla italiano e colleziona pesci tutti uguali.

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    Cosa potremmo volere di più? Inoltre Donato Carrisi non è un novellino nel cinema, visto che ha scritto parecchie serie per la tv, da Squadra Antimafia a Moana. Cerca però, come può, una scrittura originale, lontana da quella seriale della fiction Rai/Mediaset e da quella del giallo classico con punte gore alla Jo Nesbo. Grazie, soprattutto, alla recitazione di Toni Servillo e di Galatea Ranzi, punta da una parte al grottesco d’autore, e, grazie alla commistione continua con i vari “Chi l’ha visto?” e “Porta a porta”, punta invece da un’altra parte a una sorta di cosciente messa in scena, più ironica che parodistica, del racconto della cronaca criminale della tv nel quotidiano.

     

    Il lato più interessante è così la ricostruzione, il reboot, del giallo all’italiana, ha pure l’apporto di Roy Bava alla regia, che rinnova attraverso la scrittura e attraverso la rivitalizzazione della tv. Al punto che i suoi protagonisti giocano da subito sui media, sfruttandoli o per le indagini o proprio per proprio conto. Anche in questo caso il fatto criminale reso celebre dai media, qui siamo in una sorta di caso Yara-Bossetti, rivitalizza un paesino addormentato, e le figure che dominano il gioco sono l’ispettore e la regina della cronaca nera. Somiglia a molti altri film, è ovvio, ma si vede molto volentieri.

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    Su Cielo alle 0, 45 torna “Provocazione”, soft di Piero Vivarelli con Moana Pozzi, Petra, Hula e il povero Marino Masè. Su Rai Movie alle 00, 50 trovate lo spaghetti western di Giuseppe Colizzi “I quattro dell’Ave Maria” con Eli Wallach, Bud Spencer, Terence Hill, Brock Peters, Kevin McCarthy, Steffen Zacharias. Colizzi, già assistente e amico di Leone, appassionato del romanzo di Harry Grey, “Mano armata”, è quello che ha a Leone il romanzo che diventerà “C’era un volta in America”, e, per costruire il suo western, parte proprio, senza citarlo, da un episodio importante del romanzo, la rapina al casinò. Non è ancora un film della coppia Bud Spencer-Terence Hill, ma un western-con-il-colpo con quattro protagonisti costruito tipo “Il buono, il brutto, il cattivo”.

     

     

    E infatti troviamo il grande Eli Wallach in un ruolo simile a quello del Brutto, anche se ufficialmente fa il greco Cacopulos. Per Bud Spencer, che ha dichiarato che questo è il suo film preferito girato assieme a Terence Hill, una grande esperienza fu l’incontro con il loro co-protagonista americano: “Eli Wallach è quello che mi ha insegnato tutto, da lui ho imparato come da nessun altro. In quel film i protagonisti eravamo noi perché Terence e il nero hanno fatto meno”.

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    Nel ricordo di allora, il film era un po’ lungo, non così divertente e soffriva un po’ di leonismo, cioè voler fare un film epico quando non c’era tanto di epico da raccontare. Remo Capitani ricorda di aver fatto una spettacolare caduta da cavallo, in Spagna. “Io entravo e facevo una caduta da cavallo, con tutta la banda dietro. A Colizzi gli ho fatto mettere tre macchine da presa. Poi non so quale ripresa ha montato. Il film era bello. Io avevo scene con tutti.

     

    Molte sono state tagliate. Facevo Cangaceiro, il capo di una banda. Eli Wallach era un professionista serio. Aveva tutto il copione in testa quando arrivava sul set e si incazzava se si cambiava l’ordine delle riprese. Brock Peters era bravissimo. Lo abbiamo girato in Almeria, nel deserto. Quando mi ammazzano stavamo a San José.” Su rete 4 alle 00, 50 trovate “La sfida delle mogli”, commedia di Peter Cattaneo con Kristin Scott Thomas che si mette a capo di un gruppo di mogli di militari, Sharon Horgan, Greg Wise. Mai visto.

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    Nella notte tornano pure “Il tifoso, l’arbitro e il calciatore” di Pingitore con Alvaro Vitali e Carmen Russo, Cine 34 all’1, 15, “Getaway!” di Sam Peckinpah, Rai 4 all’1, 20. Chiuderei con “Guaglione”, diretto da Giorgio Simonelli nel 1957 con un giovanissimo Terence Hill alias Mario Girotti, Giulia Rubini, Titina De Filippo, Dorian Gray e Tina Pica, Rete 4 alle 3, 15. Rarissimo. Terence ragazzino si innamora di una soubrette, Dorian Gray.

     

     

    Ma vedo che passano filmoni come “L’assassino di pietra” di Michael Winner con Charles Bronson, Martin Balsam, Iris alle 3, 20, e “La famiglia Passaguai” di e con Aldo Fabrizi assieme a Ave Ninchi, Giovanna Ralli, Peppino De Filippo, Tino Scotti, Carletto Delle Piane, Luigi Pavese, Cine 34 alle 4, 15. E perfino “Il viaggio”, ultimo film di Vittorio de Sica con Sophia Loren e Richard Burton, Rai Movie alle 5.

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