Estratti da roma.repubblica.it
IL CALVARIO DI ELVIO MILVIO
Tre anni di calvario. Immeritato. È la storia di Elvio Milvio, proprietario di un concessionario di automobili finito in carcere per violenza sessuale. Ora la Corte di Appello ha riconosciuto la sua innocenza e ha ordinato al ministero di risarcirlo: 160 mila euro per ingiusta detenzione.
La sentenza sullo stupro di gruppo su una ragazza violentata in un casolare, riporta il Corriere della Sera, spiega che il 30enne “fu privato della libertà dal giorno dell’arresto (19 dicembre 2016) fino a quello della sostituzione con gli arresti domiciliari (8 agosto 2018) per 598 giorni di custodia cautelare e, dal giorno dei domiciliari, fino alla liberazione (21 gennaio 2019) per ulteriori 166 giorni”.
Un drammatico scambio di persona. “Ero a casa con mia moglie”, spiegò subito l’imputato al momento di rispondere al gip. Ma nessuno si è speso per verificare l’alibi, nemmeno in aula.
TRIBUNALE
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In appello per Elvio Milvio è arrivata l’assoluzione. La vittima aveva spiegato di averlo riconosciuto sui social, ma nel casolare non sono state trovate sue tracce.
“La cosa più triste è aver ritrovato mia figlia ormai grande: aveva solo un anno quando mi hanno arrestato. Voglio ricostruire un rapporto con lei. È la fine di un incubo”, spiega Milvio. Che però ora chiederà il massimo dell’importo previsto dalla Cassazione per l’ingiusta detenzione: 516 mila euro.