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    “MALEDICO UN PO' GLI ANNI CHE CORRONO COSÌ VELOCEMENTE”GLI 85 ANNI DI MOGOL, IL GENIO CHE DISSE NO A BOB DYLAN: “MI DIEDE NOVE-DIECI SUOI BRANI DA LAVORARE MA, USCITO DALLA STANZA, LASCIAI PERDERE” – “UNA VOLTA FECI CANTARE DAVID BOWIE IN ITALIANO. CHI ASCOLTO OGGI? JOVANOTTI. E POI ARISA. TRA I RAPPER? FEDEZ” – LA LITE MAI RISOLTA CON BATTISTI, I RECORD E I TESTI SCRITTI AL VOLO: “ERO ALLA GUIDA VERSO GENOVA, PRESI UN FOGLIO E IN UN QUARTO D'ORA COMPLETAI “EMOZIONI”…” - VIDEO


     
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    Leonardo Iannacci per “Libero quotidiano”

     

    mogol mogol

    Mogol è rimasto un eterno ragazzo senza tempo. Impossibile compia oggi 85 anni. Nessuno gli crederà, tantomeno Lucio Battisti da lassù. Giulio Rapetti, nome e cognome che per un gioco della Siae vennero bizzarramente ribattezzati in Mogol («Ma ora all'anagrafe faccio Giulio Mogol Rapetti al completo!» spiega lui), prenderà atto oggi del suo 85esimo genetliaco senza curarsene troppo: «Tengo due-tre serate ogni settimana, show nei quali racconto aneddoti, introduco artisti giovani che cantano le mie canzoni, mi diverto e sto bene: domani sarò a Rimini».

     

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    Ogni sera, un sold-out per questo genio delle sette note che ci tiene a spiegare: «Considerando il tempo che passa, maledico un po' gli anni che corrono così velocemente e mi impediscono, per esempio, di giocare a pallone come un tempo. Però non mi dimentico di tenermi in forma: vado in palestra, faccio pesi, mi alleno con regolarità». Si vede. Tutte le volte che lo abbiamo incontrato in uno studio d'incisione o allo stadio, nella scuola di musica che ha creato, in Umbria, o semplicemente a cena, Mogol ci ha sempre divertito con aneddoti, citazioni, storielle e ricordi.

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    I più gettonati, ovviamente, quelli su Battisti: «Mi proponeva una nuova melodia e, per sfida, buttavo giù i testi subito. Di getto. Ovunque fossi. Una volta ero in auto verso Genova, guidando presi una matita e un foglio e in un quarto d'ora completai Emozioni. Per E penso a te ci misi un po' di più: ero al volante di una 500, nel Comasco. Stavo andando a una festa di famiglia ma completai ugualmente il testo».

     

    SI CAMBIA Lucio Battisti, già, il collega di una vita poi diventato l'altra metà del cielo per una querelle mai chiarita del tutto: «L'oggetto della separazione fu una questione di equità legata ai diritti editoriali delle nostre canzoni.

     

    MOGOL MOGOL

    Le firmavamo insieme ma la percentuale dei diritti era tra noi diversa. Dapprima accettò una nuova divisione, poi si irrigidì. Disse no. E prendemmo strade separate. Però, aggiunse: "Senza di te voglio cambiare modo di lavorare: in studio io scrivevo la musica e tu, Giulio, aggiungevi il testo. Un cocktail perfetto. D'ora in poi farò il contrario... E difatti negli ultimi album con Pasquale Panella ha seguito una strategia compositiva diversa. Scriveva la musica su testo che Pasquale gli aveva consegnato. Sapeva che la collaborazione con il sottoscritto era magia, una situazione esclusiva».

     

    david bowie david bowie

    Dopo la rottura tra Giulio e Lucio per motivi legati alla divisione delle royalties e non a baruffe personali - rottura sulla quale la moglie di Battisti, forse gelosa del sodalizio, sembra abbia soffiato parecchio su fuoco - non fu come prima. I due non collaborarono più: «Ho sempre voluto bene a Lucio, sin dal nostro primo incontro alla Ricordi di Milano, nel 1965. E gli voglio bene ancora adesso. Conservo due ricordi di Battisti, uno bello, l'altro un tantinello assurdo. Il primo è il meraviglioso viaggio Milano-Roma che abbiamo fatto a cavallo attraversando mezza Italia. Il ricordo assurdo riguarda la diceria della sinistra che, nella copertina dell'album Il mio canto libero dove ci sono ragazzi con il braccio teso verso il cielo, videro un riferimento al saluto fascista. A Lucio, della politica non è mai fregato più di tanto».

     

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    Mogol, uomo dei record: «Uno studio fatto qualche tempo fa in America ha stabilito che dopo i Beatles con un miliardo di dischi venduti ed Elvis Presley con 600 milioni, ci sono io con 523 milioni. Sono davanti a Michael Jackson che si è fermato a 400 e a Madonna stabile a poco più di 300». I successi anche senza Battisti sono una sfilza impressionante: il primo Sanremo vinto nel 1961 con Mogol nelle vesti di autore del testo di Al di là («Che duetto quello, Luciano Tavoli e Betty Curtis!»), decine di testi leggendari scritti per tutti, da Mina a Gianni Morandi, con quella che considera la sua hit: «L'emozione non ha voce, con musica di Gianni Bella e voce di Celentano, ha venduto moltissimo».

     

    bob dylan bob dylan

    Non mancano, nella leggendaria carriera di Mogol, persino cover d'autore: «Feci cantare a David Bowie, in italiano, Ragazzo solo, ragazza sola, ovvero la cover di Space Oddity». Hit che hanno colorato la vita di questo genietto ottuagenario: «Chi ascolto oggi? Jovanotti. E poi Arisa, uscita dalla nostra associazione no-profit CET. Tra i rapper? Fedez».

     

    UN LIBRO DI MEDICINA Oggi medita di scrivere un libro di... medicina: «Sul serio: un trattato sulla prevenzione fisica ma soprattuto psicologica della malattia. Mi sto documentando». Sulla torta degli 85 anni, l'ultima simpatica rivelazione per l'amico: «Un giorno Bob Dylan mi chiamò, volai a Londra e ci incontrammo al Mayfair Hotel: desiderava che scrivessi il testo italiano di un brano che parlava di un certo Mr. Jones.

    MOGOL BATTISTI MOGOL BATTISTI

     

    Mi fece vedere le parole che aveva scritto nella sua lingua ma non ci capii nulla, erano sconclusionate. Bob le rilesse, forse era un po' fumato e bofonchiò: "Ok, hai ragione, ci capisco poco anch' io. Dimentica questo brano". Mi diede altri nove-dieci suoi brani da lavorare ma, uscito dalla stanza, lasciai perdere!». Happy birthday, Mogol. L'uomo che disse no a Dylan ma che ha, da sempre, una nota per amico.

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