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    “DEVI MORIRE SOLA COME UN CANE O IN UN LETTO DI OSPEDALE TRA SANGUE E DOLORI” – GLI AGGHIACCIANTI MESSAGGI CHE UN 43ENNE DI FIRENZE SCRIVEVA ALL’EX FIDANZATA DI ROMA: PER DUE ANNI LA RAGAZZA È STATA TORMENTATA, MINACCIATA E TERRORIZZATA DALL’UOMO CHE LE ANNUNCIAVA PRATICHE SESSUALI INVIANDOLE FOTO DI LEI DA BAMBINA O LE SCARPE DELLA MADRE – UN’ESCALATION CHE HA PORTATO LA VITTIMA A DENUNCIARE: ORA L’EX È STATO RINVIATO A GIUDIZIO PER…


     
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    Alessia Marani per “il Messaggero”

     

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    Due anni di inferno fatti vivere all'ex fidanzata tormentata, minacciata, terrorizzata con continue ed esplicite minacce di morte. Per M. M., 43enne originario di Firenze il gup del tribunale di Roma ha disposto il rinvio a giudizio per stalking aggravato nei confronti della ex di qualche anno più giovane. Il 16 giugno verrà processato con rito abbreviato, come richiesto dalla difesa.

     

    «Devi morire, passare il resto dei tuoi giorni sola come un cane o in un letto d'ospedale tra sangue e dolori», le scriveva in ripetuti messaggi, «cagionandole - scrive il giudice nel capo di imputazione - un perdurante e grave stato di ansia e di paura», «non meriti amore o amici». Ultimamente, l'uomo, al momento disoccupato, aveva preso di mira anche il nuovo compagno della vittima, a sua volta divenuto oggetto di minacce.

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    LE PERVERSIONI M. M., pur vivendo lontano dalla Capitale, aveva contattato più volte l'ex ragazza, difesa dall'avvocato Aldo Minghelli, anche attraverso falsi profili Facebook con cui provava ad agganciarla.

    E avviava il suo show perverso, annunciandole pratiche sessuali con una foto di lei che la ritraeva ancora bambina, a 5 anni, oppure altre perversioni indossando le scarpe appartenute alla madre di lei. Del suo repertorio del terrore facevano parte anche una sfilza di messaggi su whatsapp in cui si mostrava ossessionato dalla gelosia, accusandola falsamente di averlo tradito.

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    Pensando di fare leva sulla sua pietas, le comunicava a più riprese di volere togliersi la vita se non fosse tornata con lui: «Se mi uccido sarà colpa tua», l'incalzava. Al culmine della sua frustrazione non esitava nemmeno a dirle che «vengo a Roma io con le mie sorelle, verremo sotto casa tua per vendicarci». La vicenda è una storia complessa: l'ex coppia aveva vissuto, per alcuni periodi, a casa della famiglia di lui. Un ambiente in cui la ragazza avrebbe subito altre vessazioni, insultata perché all'epoca non aveva un lavoro ed era in forte sovrappeso.

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    GLI SMS Il 31 gennaio del 2021 alla vittima arrivavano messaggi vocali e scritti che le procuravano letteralmente un crollo nervoso, alla presenza dei suoi genitori e dell'attuale fidanzato. Non basta. M. M. non desiste nonostante lei cerchi di ignorarlo e si rivolga alle forze dell'ordine. E il 2 agosto dello scorso anno, tra l'altro, le scriveva: «Farai i conti anche te con Dio e credo che là sotto ci faremo compagnia». Un messaggio inquietante comparso sul display del cellulare che ha spinto la giovane donna, in preda a un profondo stato d'ansia «per un fondato timore per la sua incolumità», a rivolgersi nuovamente all'autorità giudiziaria.

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    Il 43enne, attualmente sottoposto alla misura del divieto di avvicinamento, è stato, dunque, rinviato a giudizio con l'accusa di stalking con l'aggravante di essere stato legato alla persona offesa da relazione affettiva e di avere commesso il fatto attraverso strumenti telematici. Nei confronti dell'imputato è stata, inoltre, applicata la misura del divieto di avvicinamento.

     

    LE DISPOSIZIONI Nel capo di imputazione della Procura capitolina vengono elencate tutte le condotte persecutorie messe in atto dall'indagato. Con il passare dei mesi il suo atteggiamento si era fatto aggressivo con comportamenti più che bizzarri verso la vittima, diventata bersaglio delle sue continue follie. Il nuovo rinvio a giudizio per stalking nella Capitale arriva a distanza di pochi giorni da quello disposto nei confronti di un di 38enne di origini brasiliane che per tredici mesi ha preso di mira una ragazza di 25 anni conosciuta su Facebook.

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    In questo caso l'uomo, oltre ai messaggi minacciosi, era passato alle vie di fatto arrivando aggredire la donna colpendola con calci e pugni. Cause di stalking se non debitamente trattate, spesso, purtroppo, sono prologo di violente aggressioni o femminicidi. Questi ultimi, in Italia, dall'inizio dell'anno sono stati già 23.

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