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    QUESTIONE DI FEDE – GLI ALLENAMENTI IN QUOTA IN UN ALBERGO TIPO “SHINING”, L’AIUTO DELLA PSICOLOGA, LA FUGA DAL GOSSIP: COSI’ LA PELLEGRINI E’ TORNATA ”DIVINA” – IL COACH GIUNTA: "SEPARARE LEI E MAGNINI NEGLI ALLENAMENTI E' STATA LA MOSSA GIUSTA" - LA NUOTATRICE FUORI DALLA FINALE DEI 100 STILE: “MA QUESTA DIVENTERA’ LA MIA GARA. IL DOPO-MONDIALI? MAGARI L’ISOLA DEI FAMOSI...”


     
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    PELLEGRINI 200 SL BUDAPEST PELLEGRINI 200 SL BUDAPEST

    Stefano Arcobelli per gazzetta.it

     

    L’oro del giorno dopo è come il risveglio da un magnifico sogno diventato realtà. Più la tocca e più le sembra bella, la medaglia. Più passano le ore e più Federica Pellegrini è come se tornasse sulla terra, a scoprire che tutto il resto è vita, d’ora in avanti anche nel nuoto.

     

    La lievità di un trionfo inimmaginabile è anche nell’adrenalina che scende ma pure nell’impatto duro che la gara regina le riserva in semifinale: tanto per non distrarsi troppo e sapere cosa l’attende nel prossimo futuro, e infine nell’approdo finale ai Giochi di Tokyo 2020, dove non si sa che Fede sarà. Più veloce al mattino (53”92) che in semifinale (54”26) dopo essere stata accolta con un boato neanche fosse una magiara.

     

    PELLEGRINI MAGNINI PELLEGRINI MAGNINI

    DECISIONI — L’impresa di Fede che batte per la prima volta nella storia l’invincibile delle piscine Katie Ledecky (ieri al 13° acuto con la 4x200 sl americana) con in crono migliore di quello dell’oro olimpico, resterà stampata nella sua straordinaria storia personale e in quella mondiale (le sue sette gemme consecutive nella stessa gara non hanno precedenti). Non ci sarà più un’altra Pellegrini così da adesso: «Lo so, vorreste vedermi tutta la vita a nuotare i 200 sl, ma dovrete abituarvi, è il momento giusto per lasciarli». Senza sapere a cosa andrà incontro:

     

    "Sto ancora gareggiando, ci sarà tempo per parlarne con calma, con Matteo". Senza sapere che allenamenti farà: "Di sicuro il lavoro sarà fatto per le due vasche e non per le 4, con carichi inferiori, sarà tutto molto diverso ma le questioni tecniche non sono state affrontate. No, non sarà come nel 2013", quando a Barcellona si presentò da dorsista e finì per girarsi e afferrare un altro argento. Senza sapere quanto potrà essere competitiva nella gara regina in cui si rivelò nel 2004, curiosissimo ritorno alle origini: "Una nuova via, gli Europei aiuteranno".

     

    PELLEGRINI VERSIONE CACATUA PELLEGRINI VERSIONE CACATUA

     Senza troppi pensieri in testa, ormai, adesso che la medaglia più ambita è nelle mani: "Ho rivisto la gara. L’impressione è notevole, vista da dentro e da fuori, è stata bellissima". Senza più ossessioni per chiudere i conti col destino e macerarsi nel rimpianto di Rio, per la medaglia di legno trasformata in oro mondiale un anno dopo: "Spensierata e leggera, ciò che volevo fare l’ho fatto. Lo spirito verso il 2020 sarà questo: spostandomi su un’altra distanza le aspettative generali si abbassano e quindi vivrò più serena, è ciò che voglio per gli ultimi anni della carriera. Per le staffette ci sarò".

     

    Senza Fede affonda al nono posto la 4x200 che due anni fa portò al miracolo del primo argento della storia, ed è ora che le giovani rifondino il quartetto: "Dipenderà più dalle altre che da me". E’ il momento che Mizzau e compagnia si diano da fare, perché in questi anni Fede ha fatto troppo.

     

    federica pellegrini 5 federica pellegrini 5

    Anche la finale nei 100 le sembra troppo: «Solo col mio record italiano di 53”18 sarei entrata nelle 8 (l’ultima è infatti l’australiana McKeon battuta nei 200, con 53”20, ndr), ma già nelle 16 va bene come punto di partenza». Fede aspetta il sipario da questi Mondiali, non andrà subito in vacanza con la famiglia dovendo girare per le vasche europee, tra Coppa del Mondo (Mosca, Berlino ed Eindhoven) e ritorno a Roma in pieno agosto, per la passerella da tricampionessa mondiale dei 200 sl.

     

    Poi a settembre, riprendendo da un’altra prospettiva e forse dopo essersi chiarita con gli affari di cuore, tornerà ad occuparsi di Fede e velocità. «Progetti fuori dall’acqua? Magari l’Isola dei Famosi....scherzo, non ho pensato a nulla, sono ancora in acqua». Il passaggio alla gara regina è un argomento che sta decollando, sta già impazzando: fa discutere come del resto le sue imprese, i suoi cambiamenti, le sue scelte. E questo lo è, cruciale stavolta.

    federica pellegrini federica pellegrini

     

    Non ama improvvisare, Fede: sa a cosa andrebbe incontro, se mollasse davvero. Di certo Fede velocista naturale non la è, e dunque la velocità va costruita frazione dopo frazione. Dovrà essere varato un percorso specifico già sulla prima vasca: nel 2004 aveva anche il record italiano dei 50 sl in 25”41, ma era ancora minorenne. Il suo motore, adatto alla resistenza, dovrà essere potenziato per seconde vasche da 27”2, cioè con velocità medie altissime: solo così sommando vien fuori un tempo sotto i 53”. Una Fede trentenne dovrà rapportarsi a una specialità che sta mutando rapidamente. Ormai 53” è roba di routine, se solo si pensa che una Sjostrom ha appena portato il mondiale a 51”71. Ed anche la bracciata tesa col gomito alto cambierà. Servirà una Fede diversa dalla Fede d’oro: ma vale la pena provarci. E dopo un oro così, poi.

     

    pellegrini magnini giunta pellegrini magnini giunta

     

    2. COSI’ E’ TORNATA FEDE

     

    Alessandro Pasini per il Corriere della Sera

     

    Un albergo stile Shining, l' isolamento dal pettegolezzo, il supporto di una psicologa, il ricordo nitido del flop di Rio come carburante extra per la rivincita, il cambiamento dei metodi di allenamento.

     

    Tutto questo, mescolato al talento che c' è sempre stato ma che da solo non è mai bastato a nessuno, ha determinato il più grande capolavoro di Federica Pellegrini. E se lei adesso può raccontare di essere «finalmente spensierata, quello che volevo fare l' ho fatto e quello che verrà d' ora in poi andrà bene comunque: ieri ho faticato ad addormentarmi, ora voglio solo godermela», è vero che prima, nei dodici mesi dall' Olimpiade a oggi, le paure e le zavorre di cui liberarsi sono state tante.

     

    federica pellegrini 3 federica pellegrini 3

    «Solo noi due sappiamo quanto è stato difficile reagire dopo Rio», spiegava ieri Matteo Giunta, 35enne allenatore prodige, dal 2014 al fianco della campionessa. Qualcosa però lo possiamo raccontare. «Il 2016 era stata un' ottima stagione, ma i Giochi avevano creato troppe aspettative - ricorda Giunta -. Così stavolta abbiamo deciso di stare più tranquilli. L' oro ai Mondiali in vasca corta in inverno ci ha dato una bella spinta; da lì abbiamo lavorato senza esagerare, inserendo più dorso. Poi nei due mesi finali è scattata la scintilla decisiva che mi ha fatto dire: forse possiamo fare l' impossibile...».

     

    Ha funzionato poi il periodo in altura tra Livigno e la Sierra Nevada dal 1° al 17 luglio: Federica non lo aveva mai fatto a ridosso della gara e in questo senso l' operazione è stato un piccolo azzardo. L' alta quota infatti genera benefici immediati di qualche giorno, variabili a seconda dell' atleta, seguiti però da un forte rimbalzo negativo nelle prestazioni.

    PELLEGRINI MALAGO' MATTARELLA PELLEGRINI MALAGO' MATTARELLA

     

    Perciò di solito viene usato nel pieno della preparazione. Ma i calcoli della ditta Pellegrini & Giunta sono stati giusti e la freschezza con cui Fede ha sorpassato le avversarie nell' ultima vasca lo ha dimostrato: il suo serbatoio era due volte più pieno.

     

    Ma l' eremitaggio ai 2.300 metri del Centro de Alto Rendimiento di Monachil è stato anche un efficace training spirituale. «Il posto era tipo Shining, ma se sei forte mentalmente quello è l' ambiente ideale per prepararsi», osserva Giunta. Da lì infatti non si scappa, prigionieri di una routine implacabile fatta solo di pane, nuoto, sonno. Due settimane senza alcuna distrazione; neanche, come disse una volta Federica, «andare a fare la spesa o stirarsi i vestiti: anche quelli sono pensieri in più...». L' importanza della testa, insomma: si torna sempre lì.

     

    PAPA FRANCESCO PELLEGRINI BARELLI PALTRINIERI PAPA FRANCESCO PELLEGRINI BARELLI PALTRINIERI

    E per questo è stato utile anche il supporto della psicologa Bruna Rossi, che collabora con Fede dal 2015. Ex atleta di nuoto sincronizzato e olimpica di tuffi, poi psicologa del mitico Settebello di Rudic, dell' Inter di Mancini e poi di nuovo del Settebello attuale, la Rossi secondo Giunta «è stata la valvola di sfogo che ci ha aiutato a stare tutti più tranquilli e sereni». Sullo sfondo, naturalmente, c' era anche la crisi con Filippo Magnini e relativi pettegolezzi.

     

    pellegrini magnini giunta pellegrini magnini giunta

    Il racconto di Giunta, che in questo scenario entra spesso come presunto nuovo fidanzato della ragazza («Ci ho fatto l' abitudine, ormai mi scivola via»), è illuminante: «Certi allenatori non tollerano coppie dentro il gruppo di lavoro; io non sono così, ma so che se la coppia non funziona possono esserci ripercussioni in vasca. Per questo separarli negli allenamenti è stata la mossa giusta».

     

    Il risultato di un piano perfetto si è visto nell' Arena sul Danubio con il terzo oro mondiale di Federica. Un' impresa che ha entusiasmato anche il popolo ungherese, grande intenditore di nuoto. Quando ieri sera la ragazza è entrata in piscina per la semifinale dei 100 stile c' è stato un boato. Federica ha la sua spiegazione: «Credo che da fuori la mia sia stata una bella gara da vedere.

    federica pellegrini matteo giunta federica pellegrini matteo giunta

    Ma anche da dentro...». È seguito un sorriso bello, furbo, definitivo. Che divertimento è la vita quando non hai più preoccupazioni.

     

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