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    GLI AMERICANI NON SANNO CHE INVENTARSI: PER NEGARE DI ESSERE DIETRO AL SABOTAGGIO DEI GASDOTTI NORD STREAM, TIRANO UN BALLO UN FANTOMATICO “GRUPPO PRO-UCRAINA”. MA CHE SIGNIFICA? DAVVERO AVREBBERO POTUTO FARLO SENZA LA "COPERTURA" DI WASHINGTON? DI CERTO C’È CHE A KIEV NON L’HANNO PRESA BENISSIMO. IL CONSIGLIERE DI ZELENSKY, PODOLYAK: “ANCHE SE MI DIVERTO A COLLEZIONARE BUFFE TEORIE DEL COMPLOTTO, DEVO DIRE CHE NON ABBIAMO NULLA A CHE FARE CON L’INCIDENTE…”


     
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    MYKAILO Podolyak MYKAILO Podolyak

    1. PODOLYAK, NON ABBIAMO NIENTE A CHE FARE CON ATTACCO NORD STREAM

    (ANSA) - "Anche se mi diverto a collezionare buffe teorie del complotto sul governo ucraino, devo dire: l'Ucraina non ha nulla a che fare con l'incidente del Mar Baltico e non ha informazioni sui 'gruppi di sabotaggio pro-Ucraina'. Che fine hanno fatto i gasdotti Nord Stream? 'Sono affondati', come si dice nella stessa Russia... ". Lo scrive su Twitter Mikhayilo Podolyak, consigliere alla presidenza ucraina.

     

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    2. MEDIA, 'PISTA UCRAINA IN INDAGINE TEDESCA SU NORD STREAM'

    (ANSA) - Gli investigatori tedeschi non hanno ancora trovato alcuna prova su chi abbia ordinato e compiuto il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream lo scorso settembre, ma la pista sulla preparazione dell'attacco esplosivo porterebbe "in direzione dell'Ucraina". Lo scrive Tagesschau, citando una ricerca di Ard, Swr e Zeit.

     

    Secondo le indagini degli inquirenti citate da Tagesschau, il sabotaggio clandestino sarebbe stato compiuto con l'aiuto di uno yacht noleggiato da una società con sede in Polonia, apparentemente a due cittadini ucraini.

     

    volodymyr zelensky 1 volodymyr zelensky 1

    L'operazione segreta in mare sarebbe stata condotta da una squadra di sei persone: cinque uomini e una donna. Sempre secondo l'ipotesi citata da Ard-Swr-Zeit, il gruppo sarebbe stato composto da un capitano, due sommozzatori, due assistenti subacquei e una dottoressa, che avrebbero trasportato gli esplosivi e li avrebbero piazzati. La nazionalità dei responsabili non è apparentemente chiara.

     

    Il gruppo avrebbe utilizzato passaporti falsi, che sarebbero stati usati, tra l'altro, per noleggiare la barca. Gli investigatori avrebbero però localizzato la posizione dell'imbarcazione nel giorno successivo al sabotaggio nei pressi dell'isola danese di Christians›, a nord-est di Bornholm, vicino al luogo del sabotaggio.

     

    vignetta di osho su biden e zelensky vignetta di osho su biden e zelensky

    L'imbarcazione sarebbe stata poi restituita da chi l'ha affittata e gli investigatori avrebbero trovato tracce di esplosivo sul tavolo della cabina. Un servizio di intelligence occidentale avrebbe trasmesso già in autunno ai servizi partner europei l'ipotesi che responsabile del sabotaggio del Nord Stream fosse stato un commando ucraino. In seguito, ci sarebbero state ulteriori indicazioni di intelligence che suggerivano la responsabilità di un gruppo filo-ucraino.

     

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    Come spiega Tagesschau, nonostante la pista porti in Ucraina, non verrebbe esclusa l'ipotesi di un'operazione 'false flag'. Il governo tedesco ha dichiarato in serata che "il Procuratore generale federale (GBA) sta indagando sulla questione dall'inizio di ottobre 2022. Ha quindi la sovranità sul procedimento. Inoltre, sono in corso indagini sulle esplosioni in Svezia e Danimarca, ciascuna sotto l'egida delle autorità nazionali. Recentemente, pochi giorni fa, Svezia, Danimarca e Germania hanno informato il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che le indagini erano in corso e che non c'erano ancora risultati".

    espolosione auto daria dugina espolosione auto daria dugina

     

    3. NORD STREAM, ACCUSE A KIEV

    Estratto dell'articolo di Alberto Simoni per “La Stampa”

     

    Dietro il sabotaggio del gasdotto Nord Stream c'è un gruppo pro-Ucraina. A sostenerlo è l'Intelligence occidentale. La rivelazione è del New York Times che ha citato fonti dei servizi Usa. Non ci sono, per ora, prove e indizi che riconducano a livelli governativi di Kiev o allo stesso presidente Zelensky l'ordine e la pianificazione di distruzione della pipeline che collega Lubmin in Russia con la Germania.

     

    I danni dell'azione portata cinque mesi fa sono stati stimati in 500 milioni di dollari.

    aleksandr dugin e daria dugina aleksandr dugin e daria dugina

    Tre inchieste guidate da danesi, svedesi e tedeschi sono ancora in corso e non si è giunti a conclusioni definitive. Ma da quello che emerge il gruppo di sommozzatori che ha agito aveva un "know-how" militare, era composto da attivisti anti-Putin di nazionalità o ucraina o russa. Sarebbe invece esclusa la partecipazione di britannici o americani come in un primo tempo Mosca aveva accusato.

     

    […] Anche gli ucraini hanno sempre proclamato la loro estraneità al sabotaggio. Sia il governo di Zelensky sia l'Intelligence militare ha negato di aver avuto un ruolo nell'attacco all'infrastruttura. Washington comunque ha sempre riferito di aver poca visibilità del processo decisionale ucraino, nonostante i 32 miliardi di dollari di armamenti inviati.

     

    ABBRACCIO TRA ZELENSKY E BIDEN ABBRACCIO TRA ZELENSKY E BIDEN

    Basti pensare che cinque settimane dopo l'attacco al Nord Stream 2 gli ucraini avevano portato a termine l'attentato contro Alexandre Dugin, il filosofo nazionalista ritenuto fra gli ideologi del putinismo. Nell'agguato alla sua macchina è morta la figlia dell'intellettuale, Daria Dugina. […] Il caso della morte della Dugina è in questo esemplare: all'inizio Kiev aveva negato di aver ordito il piano, ma l'Intelligence Usa ha poi trovato le prove che l'attentato era stato autorizzato da esponenti del governo di Kiev. La reazione a suo tempo di Biden era stata di condanna. Privatamente il presidente Usa aveva detto a Zelensky di non ripetere simili operazioni.

     

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    […] L'intelligence dei Paesi europei ha sempre ritenuto che un'operazione così rischiosa e sofisticata non potesse essere condotta senza la copertura di uno Stato o delle sue strutture militari, questa posizione non era invece sostenuta con la stessa convinzione da parte americana. La Casa Bianca ha mostrato prudenza e ha detto che le indagini stanno avvenendo sotto la guida dei tre Paesi (Germania, Svezia e Danimarca) e ha ribadito che quanto rivelato dal New York Times è solo parte del lavoro: «Non anticipiamo e non commentiamo», ha precisato John Kirby, coordinatore per il Consiglio di Sicurezza nazionale ribadendo tuttavia che si è trattato di un atto di sabotaggio ma che solo «a inchiesta conclusa seguiremo le azioni appropriate». […]

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