Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”
JOE BIDEN GIORGIA MELONI
Gli europei accusano gli Usa: state facendo profitti con la guerra, anche a spese nostre. A Bruxelles si lamentano, innanzitutto, per il gas liquefatto venduto dalle corporation americane a un prezzo 4-5 volte superiore rispetto a quello del mercato americano. Inoltre c'è grande irritazione per gli effetti della legge anti inflazione («Inflation reduction act») approvata dal Congresso in agosto.
Il provvedimento, fortemente voluto da Joe Biden prevede, tra l'altro, sussidi per 369 miliardi di dollari, da spalmare in dieci anni, a favore delle imprese attive nel settore delle rinnovabili. I governi del Vecchio Continente temono che i fondi pubblici messi in campo dall'amministrazione possano assicurare un notevole vantaggio competitivo alle industrie americane.
JOE BIDEN OLAF SCHOLZ PEDRO SANCHEZ EMMANUEL MACRON RISHI SUNAK AL G20
Diversi capi di Stato e di governo, compresa la premier italiana Giorgia Meloni, hanno sollevato le due questioni negli incontri bilaterali con Joe Biden, a margine del G20 a Bali, il 15 e 16 novembre. Gas e sussidi saranno anche nell'agenda dell'incontro tra il presidente americano ed Emmanuel Macron, da ieri a Washington.
Una visita che culminerà nel faccia a faccia tra i due leader previsto per domani. I consiglieri della Casa Bianca hanno spiegato che Biden ha scelto di offrire la sua prima «cena di Stato» al presidente francese per «sottolineare lo stretto legame con l'alleato più antico».
Gli americani considerano Macron «il leader più dinamico» sia all'interno dell'Unione europea che nel G7. Come dire: è l'interlocutore con cui discutere la nuova fase della guerra in Ucraina. Biden continua a chiedere compattezza al fronte occidentale su sanzioni e l'invio di armi a Kiev. Ieri, peraltro, ha convocato «un summit per la democrazia», il 29-30 marzo 2023. Macron, però, insiste sul negoziato.
joe biden ursula von der leyen 1
Il gas è già diventato un elemento di disturbo. Lo stesso presidente della Francia ha detto che le imprese statunitensi stanno vendendo gas liquido a «un prezzo non amichevole» alle società europee.
La Casa Bianca si difende osservando come le corporation petrolifere abbiano raddoppiato in un anno l'export di gas liquido in Europa. Biden si sarebbe aspettato un cenno di gratitudine dagli europei visto che, come osservano i suoi advisor , «l'aumento delle forniture consentirà agli alleati di rimpolpare le scorte in vista dell'inverno».
Ma come spiegare l'impennata dei prezzi? Il carico di una nave cargo in partenza dalla Louisiana che fino all'anno scorso valeva 20 milioni di dollari, oggi arriva a 100 milioni (l'estate scorsa anche 200 milioni). Il team di Biden si difende così: «È un fenomeno che non dipende dal governo Usa. Il gas viene consegnato dalle imprese americane a intermediari europei che manovrano i prezzi».
MACRON E SCHOLZ
In via informale a Washington citano il caso della francese TotalEnergies. Ma nella lista vanno inserite almeno altre tre società: le americane Cheniere ed ExxonMobil più l'anglo-olandese Shell, che hanno appena chiuso i conti del terzo trimestre con profitti faraonici. La Shell Integrated Gas business, il ramo d'azienda che comprende la gestione del gas liquefatto, nei primi nove mesi del 2022 ha totalizzato 10,1 miliardi di utile: il doppio dell'anno scorso.
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