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    “ERA A TERRA, AVEVA LE CONVULSIONI. BOCCHEGGIAVA COME UN PESCE FUORI DALL'ACQUA" – LE TESTIMONIANZE DEGLI AMICI DI WILLY MONTEIRO: “È SUCCESSO TUTTO IN TRENTA SECONDI, AVANZAVANO COME UNA FALANGE. HO VISTO GABRIELE BIANCHI SCENDERE DALL'AUTO A BRACCIA APERTE, COME FOSSE FURIOSO, E..." – AL PROCESSO ERA PRESENTE ANCHE LA MADRE DI WILLY, IN LACRIME DURANTE IL RACCONTO


     
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    Michela Allegri per "il Messaggero"

     

    willy willy

    Circondato, aggredito mentre era a terra inerme, boccheggiante. È il racconto di un atto di violenza cieca quello che gli amici di Willy Monteiro Duarte fanno nell'aula della Corte di Assise del Tribunale di Frosinone. Descrivono il pestaggio costato la vita al giovane cuoco di Paliano, ventunenne, ucciso a calci e pugni nella notte tra il 5 e il 6 settembre scorsi, a Colleferro. Per quella morte, sul banco degli imputati ci sono i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, Francesco Belleggia e Mario Pincarelli. L'accusa è omicidio volontario. Ieri sono stati ascoltati cinque testimoni.

    alessandro e gabriele bianchi alessandro e gabriele bianchi

     

    IL DOLORE

    «Willy era a terra, aveva le convulsioni. Boccheggiava come un pesce fuori dall'acqua», dice Jorghe Zequiri. Parole troppo difficili da ascoltare per la mamma di Willy, Lucia, che si mette una mano sugli occhi, batte i piedi, si strofina la fronte, mentre il ragazzo descrive ancora il pestaggio «violento».

     

    Gli imputati, esperti in arti marziali, «sembravano addestrati per fare una cosa del genere. E stata una aggressione selvaggia, con calci e pugni al petto, al torace - racconta Zequiri -Ho visto Willy cadere dietro una macchina, e quelli che continuavano a tiragli calci». Era accerchiato. «Ho visto Pincarelli colpire Willy quando si è rialzato dopo il primo calcio sferrato da Gabriele Bianchi», ha invece detto Matteo Larocca.

     

    FRANCESCO BELLEGGIA FRANCESCO BELLEGGIA

    La situazione era precipitata in pochi secondi: «Ho sentito il rumore di un'auto che arrivava a forte velocità. Era un'Audi Q7 nera, che ha inchiodato. Sono scesi Gabriele e Marco, che hanno iniziato a menare i più vicini. Ho visto Gabriele colpire Willy con un calcio che lo ha fatto volare e sbattere la schiena contro lo sportello passeggero di sinistra della macchina parcheggiata. Willy si è rialzato e ho visto alcuni componenti di un gruppo di persone, tra cui anche Pincarelli, colpirlo. Mentre era a terra lo hanno continuato a picchiare con i calci. Poi sono saliti sulla Q7 e, prima che andassero via, con il telefono ho fotografato la macchina». Quella foto, fornita ai carabinieri, ha permesso di identificare gli imputati.

    mario pincarelli mario pincarelli

     

    «È successo tutto in trenta secondi», ha aggiunto Larocca. Cristiano Romani ha invece dichiarato che i quattro «avanzavano come una falange. È stata un'aggressione a caso. Willy si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato. Ho visto Gabriele Bianchi scendere dall'auto a braccia aperte, come fosse furioso, e ha tirato un calcio. Non ho visto a chi, ma ho visto cadere Willy. Era un calcio frontale potente, di quelli che colpiscono con la pianta del piede». Prima del pestaggio «ho sentito una voce urlare: Stanno arrivando i Bianchi». Un altro testimone, Alessandro Rosati, ha sottolineato che Willy, intervenuto per difendere un amico, «era passivo era fermo, assisteva alla scena e non capisco perché i Bianchi abbiano aggredito proprio lui».

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    La miccia sarebbe stata uno sguardo di troppo, ha detto Federico Zurma, del quale Willy aveva preso le difese: «Belleggia mi ha chiesto perché lo stavo fissando e mi ha sferrato un cazzotto. Sono caduto per le scale. Per un attimo ho perso i sensi. Mi sono alzato e Belleggia non c'era più. Sono andato a cercarlo per chiedere spiegazioni, poi la zona si è riempita di persone. Il confronto verbale è durato 5 minuti ed è seguito un contatto fisico a suon di spinte. Poi sono arrivate due persone, a tutta velocità, ed hanno iniziato ad aggredire la gente. Sono andati addosso ai ragazzi che ci separavano, sferrando calci e pugni. Poi ho sentito qualcuno che diceva che Willy era a terra. Tantissime persone cercavano di soccorrerlo, gettandogli acqua e tentando di farlo respirare. Poi me ne sono andato. Ho chiamato un nostro amico per sapere le sue condizioni. A Belleggia ero andato a chiedere spiegazioni sul perché il suo amico avesse fatto degli apprezzamenti poco graditi a una ragazza che era nel mio gruppo».

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