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    GLI ANNI PASSANO PER TUTTI, ANCHE PER NADAL - IL FISICO DICE AL TENNISTA 36ENNE DI SMETTERE, L'INFORTUNIO RIPORTATO AGLI AUSTRALIAN OPEN ALLA GAMBA SINISTRA È PIÙ GRAVE DEL PREVISTO: STOP DA 6 A 8 SETTIMANE – PAOLO BERTOLUCCI GLI SUGGERISCE DI CHIUDERE IN BELLEZZA A PARIGI – A MELBOURNE CADONO LE STELLE: FUORI RUUD, ZVEREV E FRITZ! AVANZA RUBLEV...


     
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    Arianna Nardi per gazzetta.it

     

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    Il solito “ci vediamo l’anno prossimo” non è comparso nel suo ultimo post Instagram, forse perché in fondo sa che una prossima volta potrebbe non esserci. Rafa Nadal ha salutato l’Australian Open lottando (e soffrendo, come sempre) nella scorsa giornata, sconfitto dall’americano Mackenzie McDonald e condizionato dall’ennesimo infortunio. “Non mi sono ritirato perché sono il campione in carica, non sarebbe stato bello. Spero che non sia nulla di grave, perché poi è difficile recuperare di nuovo”, ha dichiarato il maiorchino a testa alta in conferenza stampa, prima di ricevere un’altra batosta e conoscere i risultati della risonanza magnetica a cui si è sottoposto.

     

    L’esame ha infatti rivelato una lesione di secondo grado al muscolo ileopsoas della gamba sinistra, che comporterà uno stop forzato di quasi due mesi. “La risonanza magnetica mostra una lesione di secondo grado all’ileopsoas della gamba sinistra”, ha annunciato Rafa su Twitter.

     

     

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    “Dovrò dedicarmi adesso al riposo sportivo e alla fisioterapia antinfiammatoria, con i tempi di recupero che andranno dalle 6 alle 8 settimane”. Calendario alla mano, ciò significa molto probabilmente niente swing su cemento americano, con conseguenti forfait ai prestigiosi appuntamenti di Indian Wells (dove difende la finale) e Miami. Il rientro dovrebbe essere previsto in tempo per la sua parte di stagione preferita, in occasione del rosso di Montecarlo (in programma dal 9 al 16 aprile). Con le energie fisiche e mentali agli sgoccioli, sarà però questo l'inizio dell'ultimo calvario?

     

     

    NADAL, SIAMO ARRIVATI AL "NO MAS"? CHIUDA IN BELLEZZA AL ROLAND GARROS

    Paolo Bertolucci per gazzetta.it

     

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    Gli anni passano per tutti. Anche per i fenomeni, anche per i grandi campioni dello sport. A questa legge nemmeno Rafa Nadal può sottrarsi. L’anno passato lo spagnolo aveva accusato infortuni che sembrano ancora più difficili da recuperare rispetto ai precedenti, che pure erano stati importanti e frequenti. Però si pensava che quest’anno potesse presentarsi agli Australian Open in buone condizioni di forma per potere competere con i migliori.

     

    Ma il problema all’anca è diventato molto serio, quasi zoppicava in campo, eppure non ha voluto risparmiarsi: è rimasto in partita per rispettare i valori dello sport che ama, per rispettare il suo avversario e il pubblico che lo ha sempre applaudito. Ogni suo gesto è una sofferenza, è il suo tennis. Quelle sbracciate forti, le accelerazioni, le contorsioni per allungarsi su ogni palla, le continue rincorse di un atleta che avrà fatto dodici volte il giro del mondo, figlie di allenamenti feroci, anche a livello spesa mentale, che hanno sempre accompagnato la sua carriera, comportano un costo per il fisico non sempre accettabile, non sempre sostenibile.

     

    RACCHETTA DI RAFA NADAL SPARITA AGLI AUSTRALIAN OPEN RACCHETTA DI RAFA NADAL SPARITA AGLI AUSTRALIAN OPEN

    Altre volte Nadal è risorto dopo avere speso tutto se stesso, come una Araba Fenice che si brucia e si rigenera. Sarebbe bello che lo facesse ancora una volta ma a questo punto, data l’età e il logorio, deve prendersi il suo tempo e riflettere se è venuto il momento di smettere. Quando il fisico dice “no mas” vuol dire “no mas”, è il segnale che non puoi fare molto di più. Non è ormai una questione di testa, di volontà e di orgoglio: se il tuo corpo non ce la fa più, devi chiederti se sia giusto andare ancora avanti. Per la sua salute e anche per l’immagine che vuole lasciare ai suoi tanti tifosi e a tutti gli appassionati del tennis.

     

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    Conoscendo Rafa, so bene che lui vorrebbe continuare per tanti anni ancora, ma oggi deve ascoltare il suo corpo e chiedersi se sia giusto sottoporlo ad altri stress. Magari adesso può pensarci con calma e puntare a chiudere alla grande preparandosi bene, con un programma lineare e mirato a giocare, come soltanto lui sa fare, l’unico grande torneo che rappresenta al meglio il suo modo di giocare, ovvero il Roland Garros. Sarebbe bello vederlo ancora protagonista a Parigi come ha fatto per tante edizioni del passato: il prossimo potrebbe diventare il suo meraviglioso canto del cigno. E mi auguro voglia considerare questa soluzione, come i grandi artisti che escono di scena dopo una bellissima opera, la migliore che hanno interpretato ed esaltato con il loro talento. Un ritiro da grandissimo come si conviene a un campione che ha fatto la storia del suo sport. Rafa è una persona diretta, con un grande spessore morale e intellettuale che ha dimostrato in tante occasioni, un uomo che non si presta a scorciatoie, a compromessi o a certi giochetti sporchi per rimanere a galla a tutti i costi. Decida senza ripensamenti, senza allungare i tempi.

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