Estratto dell’articolo di Giacomo Talignani per "La Repubblica"
Anne Hidalgo
A un mese dall'inizio delle Olimpiadi va in scena la battaglia dei condizionatori. Complice la potentissima ondata di caldo che sta attraversando mezzo mondo - dagli Usa alla Mecca dove sono morti oltre 1.300 pellegrini - le delegazioni internazionali e i 10.500 atleti attesi a Parigi sono seriamente preoccupati.
Non solo per le temperature che potrebbero trovarsi ad affrontare in gara dal 26 luglio, ma anche per le condizioni che rischiano di sperimentare nel villaggio olimpico, per esempio quando dormono: qui, su spinta della sindaca Anne Hidalgo, che ha promesso "le Olimpiadi più verdi di sempre", dimezzando l'impronta di carbonio rispetto a Londra 2012, nelle strutture e nei dormitori non ci saranno i condizionatori.
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Da mesi la Francia ha infatti annunciato che negli spazi del villaggio, realizzato con pannelli solari e tende ad alta prestazione, saranno gli impianti sotto il pavimento, collegati alle centrali geotermiche, a garantire un abbassamento delle temperature di almeno sei gradi rispetto all'esterno, evitando così l'uso impattante di elettricità per i condizionatori. […]
La lodevole iniziativa green non ha però convinto diverse delegazioni internazionali, tra cui - annuncio delle ultime ore - anche quella numerosa degli Stati Uniti: gli atleti a stelle e strisce per garantirsi le giuste temperature si porteranno infatti i condizionatori da casa: sistemi portatili, alcuni a noleggio e altri spediti da oltre oceano. L'organizzazione dei Giochi infatti, pur sconsigliandoli, non vieta l'uso di dispositivi mobili per il refrigeramento; e di conseguenza diverse delegazioni si stanno attrezzando per averli.
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Se la Francia, per coerenza, dovrà farne a meno, gli atleti della Gran Bretagna al contrario useranno l'aria condizionata. Inoltre, il Washington Post ha interpellato diverse delegazioni sulla questione scoprendo che la maggior parte intende attrezzarsi nello stesso modo: tra queste anche l'Italia, il Canada, la Norvegia e in misura limitata (solo per alcuni sport) la Germania. Ugualmente si orienteranno la Grecia, l'Australia e la Danimarca. Altre invece, come alcuni Paesi africani, non potranno permettersi il noleggio: fatto che apre a condizioni di disuguaglianza.
In generale, tutte le nazioni hanno paura di come il caldo potrebbe influire sulle ore di riposo degli atleti. In più, a spaventare tutti, ora c'è anche un report uscito da poco che indica come quelle parigine potrebbero essere le Olimpiadi più calde di sempre; anche più di Tokyo 1968, dove decine di atleti soffrirono per disidratazione.
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Una recente previsione di Météo France sostiene poi come ci sia una probabilità del 70% che in luglio oltralpe farà più caldo del solito. Preso atto dei noleggi (a spesa delle delegazioni), la direzione del villaggio olimpico ha assicurato nuovamente che tutti gli atleti «potranno riposare correttamente». E la sindaca Hidalgo, dispiaciuta per le scelte contrarie, ha insisto spiegando di avere «molto rispetto per il comfort degli atleti, ma penso ancora di più alla sopravvivenza dell'umanità». […]
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