Fabio Martini per “la Stampa”
Il pericolo è serio, uno di quei rischi dei quali ci si accorge soltanto a cose fatte: da qualche giorno i principali "gioielli" del sistema produttivo e finanziario italiano stanno diventando sempre più appetibili, più deboli rispetto a possibili scalate ostili per la semplice ragione che "costano" meno, a causa della forte caduta dei valori di Borsa legata all' emergenza coronavirus. Ma se le cadute dei listini sono fisiologiche, è la prospettiva di una recessione imponente sul medio periodo a rendere ancora vulnerabili "gioielli" come Eni, Mediobanca, Intesa Sanpaolo: nei prossimi mesi potrebbero "costare" sempre meno.
PAGLIARO NAGEL
E' per questo che il governo in queste ore si sta muovendo su due piani. Con le parole del presidente del Consiglio: «Stiamo studiando un provvedimento a tutela delle aziende strategiche italiane, di sicuro non consentiremo a nessuno di approfittare di un momento di debolezza del nostro Paese». Arrivando promettere «misure estreme».
In questi casi fare la voce grossa non è soltanto un atto dovuto davanti all' opinione pubblica, ma è anche un segnale agli eventuali "aggressori": siete molto sgraditi.
Ma poiché la semplice deterrenza politica non basta, il governo sta studiando anche di estendere il cosiddetto golden power alla maggioranza delle aziende del Mta e in particolare ad un altro settore strategico, oltre a quelli della difesa e dell' energia: quello delle banche e delle assicurazioni. Un campo nel quale rischiano di ballare colossi come Banca Intesa o Mediobanca, che a sua volta è azionista di maggioranza relativa di Generali.
CONTE E GUALTIERI
Il golden power, voluto nel 2012 dal governo Monti e successivamente potenziato, autorizza il governo a bloccare operazioni di acquisizione che sottraggano al controllo italiano settori ritenuti strategici. Tradizionalmente erano considerati strategici i settori fondamentali per la sicurezza del Paese, concetto che nel passato era legato agli eventi bellici: l' industria dell' acciaio, essenziale per la costruzione degli armamenti o l' industria della difesa.
Mattarella Descalzi e marcegaglia
Ma gli ultimi ritocchi ai poteri di interdizione statale hanno allargato la protezione al settore dell' energia, alle telecomunicazioni, alle biotecnologie e anche alla robotica. Il Copasir, il Comitato di controllo sui Servizi, sotto la guida del leghista Raffaele Volpi e del vicepresidente Adolfo Urso, sta svolgendo da mesi un ruolo di stimolo e di filtro sul governo e infatti proprio Urso nei giorni scorsi ha depositato un progetto di legge per estendere il golden power anche al settore delle banche e delle assicurazioni e in queste ore può cantare vittoria: «Le parole del presidente del Consiglio fanno capire che è intenzione del governo allargare il potere di controllo sul settore bancario che ancora prima della crisi del coronavirus abbiamo percepito essere uno degli ambiti più esposti, con alcune operazioni che avremo il modo di chiarire nelle prossime settimane. Il Paese è entrato in una fase a rischio ed è dovere del governo alzare il livello degli anticorpi».
raffaele volpi
Anche perché la protezione del golden power non è tutto campo: allo stato attuale, per fare soltanto l' esempio di un colosso come l' Eni, vale come difesa dalla scalata di gruppi extraeuropei. In questi casi la strategia per acquisire un "pezzo" prelibato è sempre la stessa: l' acquirente, prima di manifestarsi, incarica banche diverse di rastrellare le azioni. E d' altra parte l' Italia allo stato attuale non dispone di strutture capaci, come negli Stati Uniti, di esercitare controlli in profondità: a coordinare questo ambito è incaricato un dipartimento che fa capo a palazzo Chigi e che non dispone della strumentazione per un adeguato carotaggio.
E d' altra parte che in questi giorni il sistema-Italia abbia alzato le antenne lo conferma la decisione della Consob che ha abbassato, dal 3 all' 1 per cento, la soglia di comunicazione per tutte quelle società che hanno una capitalizzazione superiore ai 500 milioni di euro. Una mossa destinata a "stanare" eventuali, peraltro legittime spostamenti di società estere su società nazionali.
giuseppe conte raffaele volpi