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    "L'OBBLIGO DEL DOGGY BAG? DA SOLO NON È SUFFICIENTE PER RIDURRE GLI SPRECHI ALIMENTARI" - GLI CHEF E I RISTORATORI DI TUTTA ITALIA SI DIVIDONO SULLA PROPOSTA DI LEGGE PER RENDERE OBBLIGATORI NEI RISTORANTI I CONTENITORI PER PORTARSI A CASA GLI AVANZI: "SERVE EDUCAZIONE IN CUCINA. SPESSO NEI RISTORANTI DI ALTO LIVELLO VENGONO SCARTATI PRODOTTI IN OTTIMO STATO, SOLO PERCHÉ NON RISPECCHIANO DETERMINATI STANDARD ESTETICI" - ALTRI CONSTESTANO IL FATTO CHE ...


     
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    doggy bag doggy bag

    Estratto dell'articolo di Giulia Arnaldi per il “Corriere della Sera”

     

    […] la proposta di legge «Obbligatorietà della doggy bag», presentata ieri dai deputati di Forza Italia Giandiego Gatta e Paolo Barelli, […] sta alimentando il dibattito tra chi, come il pizzaiolo Franco Pepe, si dichiara «favorevole a qualsiasi proposta che contrasti lo spreco alimentare», e chi, come Valeria Piccini, del bistellato «Ristorante Caino» a Montemerano, la ritiene «anacronistica, non risolutiva dell’emergenza degli sprechi in cucina».

     

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    L’iniziativa — largamente diffusa negli Stati Uniti e obbligatoria in Francia e in Spagna — prevede che tutti i ristoranti, pena una sanzione compresa tra i 25 e i 125 euro, abbiano sempre a disposizione dei contenitori a norma (riutilizzabili o riciclabili) per permettere agli ospiti di portare a casa l’eventuale cibo avanzato. Ma a richiedere la doggy bag, specifica l’articolo 4 del testo, deve essere il cliente. Nessun obbligo, quindi, ad alzarsi da tavola con i propri avanzi in un sacchetto, ma il diritto per i consumatori a poter usufruire del servizio.

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    Diverse sono le voci favorevoli che si sono espresse, ma con alcune riserve. […] Enrico Buonocore, imprenditore a capo del brand internazionale di alta ristorazione «Langosteria», riflette invece sui punti critici: «Da sola non è sufficiente, serve educazione in cucina».

     

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    Per esempio? «Spesso nei ristoranti di alto livello vengono scartati prodotti in ottimo stato, solo perché non rispecchiano determinati standard estetici». Anche Ciccio Sultano, chef patron del bistellato «Duomo» a Ragusa, esprime alcune perplessità, tra cui quella sanitaria, invitando la legislazione a «tenere conto di diversi aspetti, come la conservazione del cibo una volta che il cliente ha lasciato il ristorante». Tra chi, invece, si dichiara contrario, c’è Giancarlo Banchieri, presidente di Fiepet, l’associazione dei pubblici esercizi di Confesercenti: «Imporre multe non cambierà la situazione».

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    Secondo Banchieri bisogna lavorare su tutta la filiera ,«promuovendo comportamenti antispreco», per poi concludere con un laconico «no a obblighi assurdi». Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia, sprona la politica ad «adottare un meccanismo che consenta la più ampia diffusione della doggy bag, purché non gravi sulle spalle dei ristoratori». Ma su chi ricadrà la spesa dell’acquisto delle confezioni? La proposta di legge prevede una maggiorazione del coperto di sei centesimi. Maggiorazione che ha suscitato qualche critica, definita «contestazione pretestuosa» dal deputato Gatta. In ogni caso, positiva sembrerebbe anche la risposta degli italiani. […]

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