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    GLI EMIGRANTI HANNO GIA’ VOTATO - L’AFFLUENZA DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO VERSO IL 40% - MATTEUCCIO GONGOLA, PENSA DI AVER RACCATTATO 500 MILA VOTI PER IL “SI” - IN SVIZZERA (DOVE HA SBROCCATO LA BOSCHI) HA VOTATO IL 42% - IN GRAN BRETAGNA, IL 37% - LE SCHEDE IN UN HANGAR DI FIUMICINO, POI A CASTELNUOVO DI PORTO - RISCHIO BROGLI PER I COMITATI PER IL “NO”


     
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    Alberto D’Argenio per la Repubblica

     

    boschi zurigo boschi zurigo

    Seggi chiusi e schede in viaggio per l’Italia. Sono tanti, tantissimi gli italiani all’estero che hanno votato al referendum. Probabilmente più di quanti non sperassero governo e comitato per il Sì. L’affluenza dei connazionali in giro per il mondo infatti potrebbe avere sfondato il 40% degli aventi diritto. Ben oltre il 30% sognato dai renziani, il 32% delle politiche 2013 e il 19% della consultazione sulle trivelle. Basti pensare che in Svizzera, secondo i primi dati che circolavano ieri sera nelle stanze del governo, ha votato il 42,2% degli italiani registrati, un netto balzo in avanti rispetto al 36% raggiunto tra i cantoni alle politiche 2013. In Gran Bretagna l’affluenza è stata invece del 37%.

     

    In totale, era il calcolo entusiasta dei renziani, da tutto il mondo potrebbero arrivare anche 1,6 milioni di schede – gli aventi diritto sono poco più di quattro milioni - che alla fine in caso di testa a testa tra Sì e No potrebbero rivelarsi decisive. Non è un mistero, lo confermano anche al Comitato del No, che i voti all’estero dovrebbero premiare la riforma Boschi. Con una proporzione che potrebbe essere di due voti su tre. Un guadagno secco di oltre cinquecentomila voti per Renzi rispetto al voto nazionale.

    BOSCHI IN ARGENTINA BOSCHI IN ARGENTINA

     

    I consolati hanno chiuso le urne alle 16 locali di ieri. Da lì è iniziata la transumanza delle schede da ogni angolo del pianeta verso l’Italia. Tutto il materiale giunto nelle sedi diplomatiche oltre quell’orario è stato bruciato. Ogni console italiano ha infilato le buste con le schede in una valigetta diplomatica, che è stata scortata al più vicino aeroporto e imbarcata sotto gli occhi del personale della Farnesina nell’apposito scomparto di un volo di linea individuato per tempo.

     

    Le valigette arriveranno tra oggi e domani a Fiumicino. Alla Farnesina e al Viminale escludono, forse anche scaramanticamente, possibilità di ritardi spiegando che ogni rappresentanza diplomatica ha predisposto nel dettaglio la marcia delle schede. A quel punto verranno immagazzinate in un hangar messo a disposizione dalle autorità aeroportuali dello scalo romano e sorvegliate dalla Polaria, la polizia di frontiera aerea.

    castelnuovo di porto castelnuovo di porto

     

    Domenica all’alba una serie di furgoni organizzati dalla Farnesina trasporterà le schede dall’aeroporto all’immenso capannone di Castelnuovo di Porto, sulla Flaminia, a Nord di Roma. Nel corso della mattinata sotto gli occhi di 7 magistrati della Corte d’Appello di Roma i plichi giunti dall’estero saranno aperti e le schede saranno infilate nelle urne, che a loro volta verranno sigillate. Per essere riaperte alle 23 e scrutinate contemporaneamente con le schede del resto d’Italia. Un lavoro che sarà portato a termine in 1.483 seggi allestiti all’interno del capannone di Castelnuovo per un totale di 7.415 persone al lavoro tra presidenti e segretari di seggio e scrutatori.

     

    il capannone di castelnuovo di porto foto m5s 4 il capannone di castelnuovo di porto foto m5s 4

    Il comitato per il No, che ha già annunciato ricorsi contro il voto all’estero se sarà determinante, ieri ha fatto sapere che invierà 200 osservatori al Castelnuovo per controllare lo scrutinio. Ci saranno anche quelli del Sì. Il leader della Lega, Matteo Salvini, dal canto suo si è spinto a chiedere «osservatori dell’Onu» nelle nostre sedi diplomatiche per garantire l’assenza di brogli.

     

    Per l’M5S «Viminale e Farnesina non hanno fatto nulla per garantire la regolarità del voto» dei connazionali sparsi tra i cinque continenti. Taglia corto il governo. Per Dario Franceschini «chi ha sospetti li denunci», mentre il ministro dell’Interno Angelino Alfano crede che abbiano «paura di perdere». La Farnesina intanto ha diramato una nota per «diffidare chiunque informazioni false che possano risultare offensive e diffamatorie nei confronti del personale del ministero degli affari esteri ma anche degli italiani all’estero».

     

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