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    LA CINA HA ATTACCATO L’AMERICA! - GLI HACKER DELLO STATO MAGGIORE DELL’ESERCITO POPOLARE, A INIZIO SETTEMBRE, HANNO LANCIATO UNO “SPEAR FISHING ATTACK” CONTRO IL “WHITE HOUSE MILITARY OFFICE”, DA CUI DIPENDONO LA SICUREZZA E LE COMUNICAZIONI DI OBAMA, INCLUSA LA LA VALIGETTA CHE CONTROLLA LE ARMI NUCLEARI - UN AVVERTIMENTO SUL BRACCIO DI FERRO IN CORSO CON TOKIO SULLE ISOLE SENKAKUS?...


     
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    Maurizio Molinari per La Stampa

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    Hacker cinesi all'attacco della Casa Bianca. All'inizio di settembre da due server situati in Cina sono partiti attacchi di "spear phishing" per violare i computer dell'ufficio più segreto della presidenza degli Stati Uniti: il "White House Military Office" da cui dipendono la sicurezza e le comunicazioni di Barack Obama, inclusa la gestione del "nuclear football", la valigetta che controlla le armi nucleari. La notizia è stata rivelata dal sito conservatore "Washington Free Bacon" e confermata da fonti della Casa Bianca a "The Politico".

    "Spear phishing" significa che sono state inviate email a indirizzi elettronici del "White House Military Office" con contenuti apparentemente frequenti, nel tentativo di far cliccare un link che avrebbe dato accesso a network super-protetti. Sebbene la Casa Bianca affermi che "non vi sono stati danni" e che gli hacker hanno raggiunto un "network non classificato" il fatto che siano riusciti ad entrare nelle comunicazioni dell'ufficio militare dimostra che le unità di guerra cibernetica di Pechino tengono sotto controllo quanto di più segreto c'è a Washington.

    A condurre il tentato blitz sarebbe stata un'unità di specialisti militari del IV dipartimento dello Stato maggiore dell'Esercito popolare ovvero la stessa task force di hacker a cui il Pentagono attribuisce i frequenti tentativi di violare i suoi sistemi di comunicazione. Se l'intrusione avesse avuto successo, Pechino si sarebbe impossessata di informazioni capaci di conoscere gli spostamenti del presidente Usa, i suoi metodi di comunicazione e gestione delle armi nucleari in situazioni di crisi.

    "I cinesi conducono tentativi molto aggressivi di infiltrare via web tutti i più importanti livelli del governo Usa e dei network privati di importanza strategica - spiega Dmitri Alperovich, già esperto di protezione a McAfee - se fossero riusciti a violare la Casa Bianca avrebbero colto il risultato più importante". Per l'ammiraglio Samuel Cox, direttore dell'Intelligence nel comando cibernetico del Pentagono, "gli attacchi cinesi sono una costante e stanno accelerando" per volume e capacità di penetrazione.

    Ciò che colpisce, in questo caso, è come l'assalto via web al bunker militare di Pennsylvania Avenue sia coinciso con l'aumento delle tensioni militare sulle isole Senkakus, contese fra Cina e Giappone. Quando infatti unità militari di Tokio e Pechino si sono fronteggiate a ridosso di tali isolotti, il Pentagono ha reagito avvicinando alle stesse acque le portaerei Uss George Washington e Uss Stennis ed è stato in quei giorni che Pechino ha giocato la carta cibernetica, dimostrando di essere pronta a gestire un conflitto asimmetrico con Washington dove le tensioni militari di tipo tradizionale si sommano a quelle via web.

    Fonti americane ritengono in particolare che Pechino sia stata irritata dal dispiegamento nel Mar delle Filippine della Uss Bonhomme Richard e di altre due navi di scorta, a bordo delle quali si trovano 2200 marines. La fibrillazione sulle isole Senkakus è stata innescata dall'annuncio di Tokio di volerle acquistare dai privati nipponici che le possiedono, provocando le forti proteste di Pechino secondo cui si tratta di territorio nazionale. La vicenda è stata discussa anche in occasione della recente visita di Leon Panetta, capo del Pentagono, a Pechino durante la quale ha assicurato la "neutralità americana nel rispetto del patto di alleanza difensiva con il Giappone".

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