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    GLI HACKER DI PUTIN SI SONO CUCINATI IL SITO DEL VATICANO? - L'INDIRIZZO VATICAN.VA E' ANDATO OFFLINE ALL'IMPROVVISO E PURE LE PAGINE WEB CON I SERVER IN VATICANO - LE MODALITÀ E I PRECEDENTI FANNO PENSARE A CYBER-CRIMINALI RUSSI CHE, IL 23 NOVEMBRE, HANNO COLPITO IL PARLAMENTO EUROPEO, DOPO L’APPROVAZIONE DI UNA RISOLUZIONE CHE DEFINIVA LA RUSSIA “STATO SPONSOR DEL TERRORISMO” – IL CREMLINO NON DEVE AVER PRESO BENE LE PAROLE DEL PAPA SULL’UCRAINA "MARTIRIZZATA": "I PIÙ CRUDELI SONO FORSE QUELLI CHE SONO DELLA RUSSIA MA NON SONO DELLA TRADIZIONE RUSSA, COME I CECENI E I BURIATI”


     
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    Gian Guido Vecchi per www.corriere.it

     

    PAPA BERGOGLIO E VLADIMIR PUTIN PAPA BERGOGLIO E VLADIMIR PUTIN

    Dalle 15 di ieri sono spariti dalla Rete il sito internet ufficiale della Santa Sede, vatican.va, e tutte le pagine web che hanno i loro server in Vaticano, dai Musei ai Dicasteri, mentre il portale informativo vaticannews.va ha ripreso poco dopo le 16. All’inizio Oltretevere avevano parlato di semplice «manutenzione», in realtà si è fatto poi sapere che «sono in corso accertamenti tecnici per via di tentativi anomali di accesso al sito». In Vaticano non si parla di «attacco hacker» ma tutto lascia pensare si tratti di questo.

    PUTIN BERGOGLIO PUTIN BERGOGLIO

     

    I tentativi anomali proverrebbero da più Paesi, nessuno Oltretevere ne indica ufficialmente la provenienza, del resto per le verifiche tecniche occorrerà tempo, e finora non ci sono state rivendicazioni di sorta. Le modalità, i precedenti e le circostanze recenti fanno pensare a un attacco di cyber-criminali russi. Il 23 novembre, un attacco di hacker russi ha colpito il Parlamento europeo, poche ore dopo l’approvazione di una risoluzione che definiva la Russia «Stato sponsor del terrorismo».

     

    BERGOGLIO PUTIN PADRE GEORG BERGOGLIO PUTIN PADRE GEORG

    In quel caso, però, c’era stata una rivendicazione dei responsabili. Di certo i «tentativi anomali di accesso» arrivano in un momento di tensione particolare tra la Russia e il Vaticano. Una settimana fa, il 23 novembre, il Papa ha pregato all’udienza generale per la «martoriata Ucraina» e ricordato in parallelo che «questo sabato ricorre l’anniversario del terribile genocidio di Holodomor , lo sterminio per la fame del 1932-33 causato artificialmente da Stalin».

     

    Il Cremlino non ha preso bene neanche le parole di Francesco in un’intervista pubblicata lunedì dalla rivista dei gesuiti Usa America Magazine, nella quale Francesco diceva: «Quando parlo dell’Ucraina parlo di un popolo martirizzato. Se hai un popolo martirizzato, hai qualcuno che lo martirizza, in genere i più crudeli sono forse quelli che sono della Russia ma non sono della tradizione russa, come i ceceni e i buriati».

     

    Putin e il Papa lo scorso novembre Putin e il Papa lo scorso novembre

    La reazione russa è stata immediata, la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha parlato di un Papa «russofobo» che «perverte la verità» e perfino l’ambasciatore russo presso la Santa Sede, Alexander Avdeev, ha detto all’agenzia Ria Novosti di avere espresso «indignazione per tali insinuazioni» e «sottolineato che niente può far vacillare la coesione e l’unità del popolo multinazionale russo». Questa mattina è stato il leader ceceno Ramzan Kadyrov a dire che Francesco «è rimasto vittima della propaganda».

     

    Il Vaticano, comunque, mantiene la sua prudenza diplomatica. Da mesi ha fatto sapere di essere disposto a mediare per la pace in Ucraina e ad ospitare colloqui tra le parti nel proprio territorio. Francesco, del resto, ha sempre distinto tra aggressore e aggredito.

    INCONTRO TRA PUTIN E BERGOGLIO INCONTRO TRA PUTIN E BERGOGLIO

     

    Di ritorno dal viaggio in Bahrein, il 15 settembre, aveva spiegato ai giornalisti in volo: «Io non escludo il dialogo con qualsiasi potenza che sia in guerra e che sia l’aggressore. Delle volte il dialogo si deve fare così, ma si deve fare. Puzza, ma si deve fare. Sempre un passo avanti, la mano tesa, sempre. Perché al contrario chiudiamo l’unica porta ragionevole per la pace. A volte non accettano il dialogo, peccato. Ma il dialogo va fatto sempre, almeno offerto».

     

    Non è la prima volta che il Vaticano subisce attacchi alla rete informatica. Nel 2020 ci fu un tentativo di intrusione, la società americana Recorded Future parlò di hacker cinesi, Pechino smentì. Nel 2015 ci fu un altro attacco, fonti americane indicarono la Turchia. Di recente, a fine agosto, c’è stato un blocco nell’aggiornamento dei siti, mai spiegato ufficialmente.

    INCONTRO PUTIN E BERGOGLIO INCONTRO PUTIN E BERGOGLIO

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