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    L’IPOTESI DI COLLABORARE CON BERLUSCONI SULLA MANOVRA HA SCATENATO IL PANICO TRA I GRILLINI - ALCUNI HANNO LANCIATO UN SONDAGGIO INTERNO E IL RISULTATO A SORPRESA E’ CHE METÀ PARLAMENTARI È FAVOREVOLE (TE CREDO: IL CAV PUO’ SALVARE LEGISLATURA, POLTRONE E STIPENDI) - GLI INCONTRI DI GIANNI LETTA CON CONTE, GUERINI E ZINGARETTI PER LE NOMINE NEI SERVIZI SEGRETI - I CONTATTI IN SEGRETO CON DI MAIO…


     
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    Carlo Bertini Ilario Lombardo per “la Stampa”

     

    berlusconi letta berlusconi letta

    Sono bastati tre giorni di trattativa alla luce del sole, tra il governo e Silvio Berlusconi, per scatenare crisi e psicodrammi dentro il M5S e per fare a brandelli le certezze del centrodestra. Per capire cosa può provocare tra i grillini, l' annuncio di una collaborazione con Forza Italia, basti pensare che il capogruppo alla Camera Davide Crippa ha lanciato, attraverso i capigruppo nelle commissioni, un sondaggio riservato: «Siete disposti a collaborare con Forza Italia solo sulla manovra?».

     

    Questo il quesito. Risultato: una spaccatura a metà tra favorevoli e contrari, questi ultimi geograficamente quasi tutti provenienti dal Sud. Che l' inedito asse non sia scontato come esperimento lo prova anche l' atteggiamento un po' ondivago di Luigi Di Maio, prima più propenso a parlare con Fi, poi terrorizzato dalla prospettiva di un intervento di Alessandro Di Battista. Che puntuale è arrivato: «Stare lontani dal letame», ha avvertito. Ma con buona pace dell' ex deputato, scavando tra gli incontri di questi giorni, l' interlocuzione del governo con Forza Italia però è molto più estesa di quello che sembra. L'uomo che si muove per conto di Berlusconi in queste ore è sempre lui: Gianni Letta, l' ambasciatore con il potere.

     

    ALESSANDRO DI BATTISTA E LUIGI DI MAIO ALESSANDRO DI BATTISTA E LUIGI DI MAIO

    Negli ultimi giorni ha avuto un giro di incontri per parlare delle prossime nomine dei servizi segreti, del vicedirettore dell' Aise e del comandante generale dell' Arma dei Carabinieri, con il segretario del Pd Nicola Zingaretti, con il ministro dem della Difesa Lorenzo Guerini, e con Giuseppe Conte. Tra il premier e l' ex sottosegretario berlusconiano di Palazzo Chigi il confronto è assiduo. Ma i contatti ci sono stati anche con Luigi Di Maio, che con Letta si era visto in gran segreto questa estate.

     

    letta berlusconi letta berlusconi

    Si parla di nomine ma anche di conti. A 48 ore dalle dichiarazioni lasciate filtrare da Conte, si è capito che non si può andare oltre un tavolo di confronto sulla manovra. L'ingresso in maggioranza di Fi al momento è pura fantascienza. Non reggerebbe il M5S e gli azzurri rischierebbero di perdere altri pezzi. Ecco perché pare ormai evaporata la possibilità di blindare l'accordo sulla legge di Bilancio concedendo ai forzisti un relatore alla manovra. Anche se dal Pd vorrebbero riproporlo, perché, spiegano «è sul solco dell' appello all' unità lanciato da Sergio Mattarella».

     

    Troppo rischiosa per i grillini e per Conte. Per il suo alto valore simbolico e perché spianerebbe la strada a un allargamento di fatto della coalizione che suonerebbe come il prologo di un rimpasto. Anche i dirigenti di Fi però sono arrivati alla conclusione che sarebbe insostenibile.

    NICOLA ZINGARETTI E GIUSEPPE CONTE NICOLA ZINGARETTI E GIUSEPPE CONTE

     

    Costringerebbe deputati e senatori a dare l'ok finale alla manovra, li spingerebbe di fatto con un piede nella maggioranza. Sarebbe la fine del rapporto con la Lega e Fratelli d'Italia. «Invece noi restiamo saldi nel centrodestra e all' opposizione» precisa Renato Brunetta, dopo l'addio di tre parlamentari e i veleni reciproci con Matteo Salvini. Assieme a Brunetta, Maria Stella Gelmini e Giorgio Mulè sono orientati a tenere aperto questo dialogo con il governo solo sulle proposte.

     

    Ma, come hanno detto al ministro del Tesoro Roberto Gualtieri, per intraprendere un percorso comune c'è bisogno di un impegno reale che accorci il divario tra i garantiti e i non garantiti, stritolati dalla crisi economica causata dal Covid. Il governo varerà la prossima settimana un decreto ad hoc, dove confluiranno le risorse trovate con lo scostamento di bilancio.

     

    salvini meloni salvini meloni

    Che sarà votato la anche con il contributo di Fi, molto utile al Senato. Con questo strumento verranno soddisfatte le richieste portate dagli azzurri a Gualtieri e caldeggiate anche da Matteo Renzi. Le aree di interesse sono quelle dei lavoratori autonomi e professionisti. Misure che valgano ancora per il 2020, a cui legare quelle della manovra per l' anno prossimo, all' esame del Parlamento. Lo scostamento da circa 8 miliardi di euro deciso ieri porterà a un raddoppio dei ristori per le regioni rosse e arancioni.

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