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    UNA RETE DI PEDOFILI NEL PALAZZO DI CAIVANO DOVE FU UCCISA LA PICCOLA FORTUNA E L’IGNOBILE RIFFA: GLI ORCHI SI GIOCAVANO A CARTE I BIMBI - MARIO GIORDANO: "UN COLPEVOLE C’E’ GIA’. E’ QUESTO PALAZZO CHE HA PROTETTO L’ORRORE. QUELL’EDIFICIO VA DEMOLITO E CHI NON HA PARLATO VA ARRESTATO"


     
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    RAIMONDO CAPUTO RAIMONDO CAPUTO

    1. GLI ORCHI DEL PARCO VERDE SI GIOCAVANO A CARTE I BIMBI

    Nino Materi per “il Giornale”

     

    Gli orchi del «palazzo degli orrori» si giocavano i bambini a carte. Una ignobile riffa ai tavolini di un «bar» fantasma (tra i casermoni del Parco Verde non c' è nulla, neppure un bar vero) dove i pedofili si riunivano per giocare a carte e - tra una birra e l' altra - mettere in palio carne innocente.

     

    Un tavolino e delle sedie portate da casa, lì tra porticati puzzolenti del «non quartiere» di Caivano dove la banda dei mostri la faceva da padrone.

     

    Giocavano a scopa (il poker, qui, è considerato roba da signori) e puntavano alto. E quando il denaro finiva, si prometteva in pegno una «fidanzatina» o un «fidanzatino». Retroscena allucinante confermato al Giornale da uno degli uomini che ha scoperchiato il verminaio del Parco Verde.

    mamma di fortuna mamma di fortuna

     

    La rete delle baby vittime era ampia, come ampia era la gang dei pervertiti che consideravano un diritto abusare di piccoli, trattati alla stregua di gingilli sessuali. Non tutti i genitori vigilavano, molti erano «distratti». A volte per ignorante ingenuità, altre per colpevole complicità. Una linea di confine difficilmente marcabile, considerato che spesso gli orchi erano parenti o comunque gente «fidata». E un «amico di famiglia» era considerato Raimondo Caputo, il 44enne disoccupato e pluripregiudicato, finito in carcere (insieme con la sua compagna Marianna Fabozzi, ora agli arresti domiciliari) per aver abusato delle tre figliastre (tutte e tre avute dalla Fabozzi da precedenti relazioni).

    papa' di fortuna tatuaggio papa' di fortuna tatuaggio

     

    Ora Caputo è anche accusato di aver violentato e ucciso due anni fa Fortuna (Chicca) Loffredo, 6 anni. A incastrarlo (ma lui si dichiara un «padre innocente») è stata proprio la testimonianza della più piccola delle sue tre figliastre (amichetta di giochi di Chicca) che ha confessato a un' assistente sociale che si occupa del suo recupero psicologico di aver assistito al delitto di Chicca: «Titò (come veniva chiamato Raimondo Caputo) voleva violentarla, ma Chicca non voleva e gli tirava i calci. Allora lui l' ha presa in braccio e l' ha buttata giù. Era presente anche mia madre che poi mi ha detto che dovevo tenere il segreto».

     

    La bimba viene ascoltata la fine dello scorso anno in una casa famiglia dove era stata portata dopo l' allontanamento dalla mamma e dal di lei convivente (Raimondo Caputo, appunto): dice di non volere tornare nella sua vecchia casa e che «solitamente dorme con un uomo». Le viene chiesto di disegnare quell' uomo e lei lo fa. Lo raffigura con delle strisce sul volto che somigliano a dei serpenti.
     

    La piccola, anche nella casa famiglia, lamenta dolori nelle parti intime e rivela che li avvertiva anche prima di essere trasferita. A questo punto, su richiesta della consulente, mostra i punti dove veniva toccata dall' uomo che «dormiva con lei». Tutto questo, dice, avveniva «quando la mamma era in casa». «Io glielo dicevo, ma lei rispondeva: stai tranquilla, che poi ti passa». No, quelle cose «non passano» mai.
     

    caivano caivano

    Gli esami specialistici sulla bambina hanno poi rivelato, inequivocabilmente, i segni degli stupri subìti. Infamità che Caputo avrebbe ripetuto più volte anche su Fortuna Loffredo in un clima di omertà rafforzatosi anche dopo la morte della bambina. Un «volo» dal sesto piano che è la fotocopia di un altro «volo» a seguito del quale, sempre all' interno della casbah del Parco Verde, perse la vita, nel 2013, il piccolo Antonio Giglio, 4 anni. Anche lui figlio di Marianna Fabozzi. Anche lui, si sospetta, vittima della «riffa» dei pedofili che, negli ultimi anni, a Caivano, ha portato in carcere molte persone per abusi su minori.

     

    mamma di fortuna 2 mamma di fortuna 2

    E a tradire la fiducia dei più piccoli ci sono anche le donne, come quella indagata per false dichiarazioni all' autorità giudiziaria per aver fatto sparire la scarpina persa da Fortuna mentre precipitava dal sesto piano. La scarpina era finita sul balcone dell' inquilina, ma lei la gettò tra i rifiuti. Motivo? «Non volevo avere nulla a che fare con le guardie».
     

    Ecco l' aria che tira nel palazzo dell' orrore del Parco Verde, dove perfino l' uomo che per primo soccorse Chicca sfracellata al suolo, è ora in carcere insieme con la moglie. L' accusa per entrambi? Pedofilia.
     

    Un contesto sociale che ha colpito perfino il presidente della Repubblica, che ieri ha auspicato un' inchiesta «rapida, ampia e severa». Forze di polizia e magistratura finora sono stati impeccabili. A dimostrazione che, anche a Caivano, lo Stato esiste.

     

    fortuna fortuna

     

    2. ABBATTETE IL PALAZZO DI CHICCA

    Mario Giordano per “Libero Quotidiano”

     

    Radete al suolo quel palazzo. Il palazzo di Caivano, dico. Il palazzo degli orrori. Neppure un mattone deve restare, nemmeno una briciola. Radete al suolo il palazzo dove è morta la piccola Chicca Fortuna Loffredo, 6 anni, violentata e uccisa, buttata giù dal balcone dall' orco. Radete al suolo il palazzo dove è morto, in circostanze troppo simili, anche un altro piccolo di nome Antonio. Azionate le ruspe, buttate giù tutto, sbriciolate ogni centimetro di cemento e poi spargete sopra sale. Del teatro di questo orrore infinito non deve restare nemmeno un frammento. Nemmeno una pietra su cui sono scivolati i passi di tale scempio può rimanere intatta.

    il funerale di fortuna loffredo a caivano il funerale di fortuna loffredo a caivano

     

    E poi arrestate tutti. Tutti quelli che stavano lì. Tutti quelli che hanno visto e non parlavano, le mamme che ordinavano ai figli il silenzio, quella vicina di casa che ha raccolto la scarpa di Chicca e l' ha nascosta perché «non voleva essere coinvolta».

     

    Arrestate tutti quelli che tacciono, che restano muti più delle pietre, arrestate quelli che negano, che fanno finta di nulla, che si presentano davanti alle telecamere con i sorrisi di chi sta passando di lì per caso. Arrestateli perché sono tutti complici: con la loro omertà hanno spinto Chicca nelle fauci dell' orco. Con i loro silenzi hanno spinto tutti noi dentro l' abisso di un male che non si pensava nemmeno possibile.

    FORTUNA LOFFREDO FORTUNA LOFFREDO

     

    Se la polizia ha potuto scoprire il mostro osceno di Caivano è stato solo grazie alle testimonianze dei bambini. Ma non di tutti: solo di alcuni che erano stati tolti alle loro famiglie.

     

    Infatti solo dopo che sono stati tolti alle loro famiglie, poco a poco, aiutati dagli psicologi, hanno ricostruito l' orrore cui avevano assistito. E di cui erano state anche vittima. «Ho visto quell' uomo che violentava Chicca e la buttava giù». E ha violentato anche te? «Tutti i giorni. Diceva: accompagnami a casa...». Parlava di Chicca? «Sì, quando mi violentava. Ha detto: ho ucciso io Chicca». E tu?

    fortuna chicca loffredo fortuna chicca loffredo

     

    «Meno male che non sono andata là sopra se no uccideva pure a me».

    Hanno parlato così i bambini, rompendo il silenzio loro imposto dai genitori. Ma com' è possibile che una mamma costringa al silenzio una bambina che ha visto e subito tutto ciò? Com' è possibile che neppure la morte di due bambini possa smuovere la loro coscienza per quanto abbruttita? Cos' è diventata la razza umana, dentro le mura di Caivano, per sopportare questo scempio? L' omertà non è mai giustificabile, sia chiaro.

    Ma se uno tace sullo spaccio nel suo quartiere o sulla richiesta di pizzo, non dico che lo si comprende, ma si può arrivare a spiegarlo, le ragioni del quieto vivere a volte prevalgono sul rispetto delle regole e sulla giustizia. Non si può mai accettare, ma a volte si può spiegare.

     

    bimba cade da balcone e muore nel napoletano bimba cade da balcone e muore nel napoletano

    Ma come si fa a spiegare una mamma che fa tacere la propria figlia di fronte a un orrore simile? Come si fa a spiegare una donna che prende la scarpa di una bimba di 6 anni, violentata e buttata giù dal balcone, e la nasconde perché nessuno deve sapere? Come si fanno a spiegare i silenzi di tutti quelli che sapevano e hanno taciuto questo obbrobrio?

     

    Come si fa a dare un senso all' omertà che protegge non il quieto vivere ma la morte più brutale che ci sia? Come può un genitore accettare che restino impuniti crimini sui violenza su bambini, la violenza e l' eliminazione, buttati giù dal balcone come sacchetti della spazzatura? È chiaro che l' orco, se sarà provata la sua colpevolezza, dovrà marcire in carcere per tutta la vita. Ma credetemi: un colpevole certo c' è già. È questo palazzo che ha protetto l' orrore.

     

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    L' ha protetto sempre. L' ha protetto con orgoglio e ostinazione. Passando perfino sul cadavere violato di bambini. Bambini, capite? Nessuno si salva da questo abisso. Chi abita quel palazzo va subito portato in cella. Poi partano le ruspe. Radetelo al suolo.

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