1. NELL' ANNO DI LA LA LAND C' È IL FANTASMA DI TRUMP SULLA SERATA DEGLI OSCAR
Lorenzo Soria per la Stampa
la la land di damien chazelle 2
È tempo di Oscar, a Los Angeles. Tempo, almeno in senso meteorologico, quest' anno un po' fuori dall' ordinario: piogge amazzoniche, temperature sotto i 10 gradi. Ma per il resto tutto è normale, e alla vigilia dell' edizione numero 89 degli Academy Awards (che verrà celebrata domenica notte) la Città degli angeli è divisa in tre. Ci sono quelli che non vogliono avere niente a che fare con gli Oscar e le feste e i riti e che vedono solo traffico in più, eccessi e sprechi.
la la land di damien chazelle 1
Ci sono quelli che domenica agli Oscar, e alle varie feste organizzate da studios e agenzie, ci vanno, eccome. Per loro, questi sono giorni di decisioni su temi fondamentali come vestiti, gioielli, limousine, ritocchini estetici. E di nervosismo e ansia, perché anche questa volta le statuette lanceranno nuove carriere e ne consolideranno altre. Oltre a pianti di gioia genereranno quelli del dolore e della delusione. E infine c' è una fetta di città che non viene invitata a feste e premiazioni ma che, come il resto del Paese, dibatte su chi vincerà.
la la land di damien chazelle con emma stone e ryan gosling
Fuga gioiosa dalla realtà Tutti dicono La La Land , che parte con 14 nomination, numero record. Ha tutto dalla sua. È un omaggio a Los Angeles, al cinema e all' amore. Un musical girato in vecchio stile ma che sembra «cool» e contemporaneo. È opera di un regista/sceneggiatore/coreografo di soli 32 anni, Damien Chazelle. E offre una gioiosa fuga dalla realtà in tempi in cui la realtà offre poco per cui gioire. A sorpresa potrebbe spuntare Manchester by the Sea . O Moonlight .
moonlight
Ma La La Land potrebbe battere il record di vittorie. Con film come Hidden Figures ( Il diritto di contare , in Italia non ancora uscito), Fences ( Barriere , esce domani) e Lion tra i possibili vincitori, è l' anno in cui nessuno parla più con imbarazzo di #OscarsSoWhite. Semmai, si parla di trionfo della diversità.
Poi ci sono Jennifer Todd e Michael DeLuca, i due produttori dello show, che vogliono «una serata di gioia totale». Per raggiungere il loro obiettivo, avranno presentatori di rilievo: Brie Larson, Leonardo DiCaprio, Alicia Vikander, Halle Berry, Shirley MacLaine oltre che Dakota Johnson e Jamie Dornan che porteranno un tocco di erotismo patinato (sono la coppia delle «Cinquanta sfumature»).
BARRIERE - FENCES
Justin Timberlake, Sting e John Legend intratterranno il pubblico con le loro canzoni.
E poi c' è Donald Trump. Ai Golden Globes, quando non era ancora ufficialmente Presidente, Meryl Streep si era guadagnata la stima di Hollywood e di parte del Paese, ma anche molte critiche, per avere denunciato il nuovo corso politico.
justin timberlake
Trump, in uno dei suoi tweet all' alba, l' aveva definita «sopravvalutata». Quindi è arrivato l' editto che bandiva dagli Usa i cittadini di sette Paesi a maggioranza musulmana, che ha toccato la Academy perché uno dei candidati al miglior film straniero è il regista iraniano Asghar Farhadi, con Il cliente .
Ora è facile attendersi che molti dei vincitori useranno il loro momento di fronte a centinaia di milioni di persone in 225 Paesi per esprimere il loro punto di vista, e per dimostrare che «un' altra America» esiste.
La settimana degli Oscar è anche quella di «Los Angeles-Italia», il festival organizzato da Pascal Vicedomini per celebrare cinema, arte e moda made in Italy. Giunto alla dodicesima edizione, è partito domenica con una sfilata di personaggi di altro profilo anche se non molto italiani: Sylvester Stallone ha premiato l' australiano Mel Gibson; il newyorchese Harvey Weinstein ha reso onore a Sunny Pawar, l' adorabile bambino indiano protagonista di Lion ; Justin Hurwitz, candidato alla colonna sonora per La La Land , ha deliziato il pubblico cantando City of Love .
MERYL STREEP IMITA TRUMP
È stato proiettato Non è un paese per giovani , nuovo film di Giovanni Veronesi, qui con una delegazione che include Franco Nero, Tony Renis, Elisabetta Gregoraci. E con Gianfranco Rosi, che con il documentario Fuocoammare rappresenterà le speranze del cinema italiano.
2. FUOCOAMMARE
Fulvia Caprara per la Stampa
La pattuglia italiana in corsa per l' Oscar parte oggi alla volta di Los Angeles. Ne fanno parte i produttori Donatella Palermo e Paolo Del Brocco di Rai Cinema, il presidente e ad di Istituto Luce - Cinecittà Roberto Cicutto, l' ideatrice del soggetto Carla Cattani, il medico Pietro Bartolo che del film è diventato portabandiera internazionale, il montatore Jacopo Quadri e Peppino Del Volgo, aiuto-regista, ma soprattutto deus ex-machina di Fuocoammare , capace di risolvere qualunque tipo di problema sul set di Lampedusa.
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L' autore Gianfranco Rosi è a Hollywood già da qualche giorno, reduce da un tour di interviste americane e pronto per il rush finale. Domani in un albergo di Beverly Hills il primo appuntamento ufficiale, un pranzo con giornalisti promosso dal direttore dell' Ice-Italian Trade Agency Florindo Blandolino. Venerdì è invece prevista una cena cui parteciperanno le donne candidate in ognuna delle varie categorie, da Emma Stone a Meryl Streep, da Nicole Kidman a Viola Davis.
Per l' Italia sarà presente Donatella Palermo, produttrice di Tano da morire e di Cesare deve morire , Orso d' oro alla Berlinale 2012. Di origine catanese, ma da sempre residente a Roma, Palermo ha iniziato come proiezionista in un cineclub della capitale e deve i primi contatti con il mondo della produzione a un annuncio per la perdita di un cane. La proprietaria del cane ritrovato dalla Palermo era una produttrice americana: e le due, nei prossimi giorni, si rivedranno oltreoceano.
franco nero gianfranco rosi tony renis zeudi araya
A Variety Gianfranco Rosi ha parlato a lungo del viaggio compiuto dal film nell' arco di un anno: «È stato incredibile, nel tempo il film, anche se non contiene direttamente un messaggio, ha acquistato forza e generato consapevolezza. Più passa il tempo, più avverto la sensazione che Fuocoammare stia acquistando sintonia con il clima politico che stiamo vivendo tutti».
Purtroppo la situazione descritta nell' opera non è cambiata: «Il film è ancora una goccia nell' oceano, è stato visto dal Parlamento Europeo e in Gran Bretagna una settimana prima del voto per Brexit, le cui ragioni sono legate alla questione dei migranti. Mi piace pensare che Fuocoammare possa contribuire a un processo, anche individuale, di presa di coscienza. Quando la gente esce dalle proiezioni e mi viene a chiedere "Che cosa possiamo fare?" per me è una vittoria».