alberto zangrillo 4
DAGONOTA
Meglio piangere (o ridere?) dello spettacolo offerto in tv e sui giornaloni dai “tuttologi” che si sono immolati sul tema del virus Covid 19 vestendo il camice bianco (Alberto Zangrillo), salendo in cattedra nei panni del medium (Paolino Mieli) nei giorni dell’elezione del capo dello Stato o indossando l’elmetto per i tempi di guerra in Ucraina (Gastone Breccia).
maggioni rai
Forse accecata dai lampi sul campo di battaglia dopo ore in diretta, la mezza-busta del Tg1, Monica Maggioni, spacciava ai tele-morenti le immagini di un War Game per un bombardamento su Kiev e un raid dei Mig russi di repertorio girato a Mosca. Il mezzo è il miraggio, parafrasando il sociologo Marshall McLuhan.
Meglio non è andata neppure con gli Otelma in mutande e fischietto della nazionale pallonara, buttata fuori dai mondiali dopo averci annunciato che avremmo spezzato le reni alla Macedonia del Nord. Dalla Corea alla Macedonia c’è sempre un Nord nel destino degli azzurri. Chissà, guardare ai fenomeni occulti, alle stesse coincidenze - che Leonardo Sciascia considerava “le sole cose sicure” -, non avrebbero provocato meraviglia, panico e rancori nelle redazioni sportive listate a lutto.
meme su roberto mancini
“Noi pensiamo al fondo che la storia non possa ripetersi, e invece ecco il paradosso: la cosa più meravigliosa è il ritorno di quel che avremmo dovuto aspettarci”, ha osservato Paolo Di Stefano sul “Corriere della Sera” accostando il “sacro” di una guerra e il “profano” di una partita di calcio. Già, s’interroga il corsivista di via Solferino: qualcuno pensava sul serio che Mad-Vlad invadesse l’Ucraina o immaginava davvero che l’Italia di Mancini, campione d’Europa, facesse fiasco con i macedoni? No!
Eppure, spiega ancora Di Stefano, bastava un minimo di prudenza da parte degli esperti di politica internazionale, dei commentatori di calcio e dei “tuttologi” à la carte saliti in cattedra per schivare certe figure barbine. Ai quindici minuti d’insuccesso, però, ormai non sembra farne a meno un giornalismo frustrato dalla disfatta della firma in edicola.
paolo mieli versione mago otelma
Eccoli tutti a cercare un lampo di pubblicità nei salotti televisivi che, quanto a professionalità e competenza degli ospiti, spesso fanno rimpiangere le discussioni da bar sport. Oppure ripubblicare il proprio articolo sui social con la speranza che qualcuno alla fine lo legga.
Ah, gli esperti! Come ignorare l’insegnamento del fisico danese, Niels Bohr: “Un esperto è un uomo che ha fatto tutti gli errori possibili in un campo molto ristretto”. Navigare tra le fesserie degli imbonitori catodici qualcuno ha detto: “Ci si allarga il sedere mentre si rimpiccolisce il cervello”.
Gastone Breccia
Ora si può perdonare allo storico (senza storia) Mieli “il sensitivo” di aver percepito l’ascesa di Mario Draghi al Quirinale. Peccato da spirito maligno rispetto a quando ha asserito che Internet sarebbe stata ”una moda passeggera come il borsello da uomo”. Ma continuerà a sorprenderci alla pari del prof. Zangrillo che nel pieno della pandemia dichiarò: “Il Covid 19 è clinicamente morto”.
Quanto al Von Clausewitz dell’”Espresso”, il prof. Gastone Breccia, che aveva spiegato tutte le ragioni per le quali Putin non avrebbe invaso l’Ucraina, ci mette nella condizione di apprezzare l’intelligenza soltanto dopo aver penetrato, appunto, certe sue sciocchezze.