Estratto dell’articolo di Gianluca Di Feo per “la Repubblica”
Loyal Wingman
Con lo schianto di martedì nelle acque del Mar Nero si chiude la prima era dei droni da combattimento e si apre il futuro dei veri robot guerrieri. All’inizio del millennio il Reaper e il suo fratello più anziano Predator sono stati protagonisti di una rivoluzione nella storia umana che ha cambiato il concetto di guerra.
Anzitutto, hanno permesso di uccidere guardando il nemico ma senza correre rischi: il pilota dell’aereo che attacca in Afghanistan o in Libia si trova a migliaia di chilometri, spesso nella base di Creech, nei pressi di Las Vegas.
Loyal Wingman 2
Questa prerogativa, all’inizio posseduta esclusivamente dagli Stati Uniti, ha ribaltato l’equazione letale degli attentati terroristici: i kamikaze jihadisti hanno inflitto danni enormi con un costo limitato - quello che veniva definito “conflitto asimmetrico” - poi l’ingresso in scena dei Predator ha capovolto la situazione.
I leader di Al Qaeda e Isis sono stati eliminati uno dopo l’altro senza avere possibilità di reagire. Ed è scomparso lo spazio fisico dello scontro, rendendo possibile eseguire sentenze di morte a distanza illimitata.
Loyal Wingman 3
[…] Il Predator però è un mezzo formidabile e allo stesso tempo rudimentale: in pratica è la versione king size dei modelli giocattolo radiocomandati, dove la tecnologia di fatto era un accessorio e non la struttura. Tanto che alle prime prove di battaglia reale i droni hanno rivelato tutta la loro fragilità: lenti, goffi, esposti ai capricci del meteo e indifesi contro i nemici. […]
Pochi giorni prima dello schianto, a Washington il sottosegretario Frank Kendall ha annunciato l’alba della nuova era: il Pentagono intende acquistare mille Loyal Wingman, termine aeronautico per indicare qualcosa di simile al “gregario fidato” che affianca il campione nelle gare ciclistiche.
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I Loyal Wingman sono droidi da Star Wars, con un’intelligenza artificiale che li guida in modo autonomo mentre fanno squadra con un caccia pilotato. Questo perché ci sia sempre un essere umano a intervenire quando le macchine sono in difficoltà – cosa che non è stata possibile nel duello del Mar Nero -, anche se non è chiaro se il gregario sarà il robot o il pilota in carne e ossa.
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[…] I prototipi del Loyal Wingman sanno fare tutto questo. Vanno a mille chilometri orari, con evoluzioni che nessun uomo potrebbe tollerare, e sono invisibili ai radar: agiscono in simbiosi telematica, coordinandosi tra loro. Scambiano in tempo reale i dati con il loro aereo-madre, che sarà inizialmente l’F-35. […]
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