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    DIVISI ALLA META: SULLE NUOVE SANZIONI ALLA RUSSIA WASHINGTON TIRA DRITTO E L’EUROPA ARRANCA - GLI STATI UNITI STANGANO GAZPROMBANK, IL BRACCIO BANCARIO DELLE ESPORTAZIONI RUSSE DI PETROLIO E GAS VERSO L'EUROPA, MENTRE A BRUXELLES I 27 PAESI DELL'UNIONE RINVIANO IL SESTO PROVVEDIMENTO CONTRO IL REGIME DI MOSCA, PER LA DIFFICOLTÀ NEL TROVARE UN'INTESA - UNGHERIA E BULGARIA SI OPPONGONO: ORBAN TEME CONTRACCOLPI SULL'ECONOMIA DEL SUO PAESE...


     
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    GAZPROMBANK GAZPROMBANK

    Flavio Pompetti per “il Messaggero”

     

    Alleati a due velocità sul tema delle nuove sanzioni contro Russia per la guerra in Ucraina. Mentre Washington alza la mira colpendo per la prima volta il cuore della Gazprombank, il braccio bancario delle esportazioni russe di petrolio e gas verso l'Europa, a Bruxelles i 27 aderenti all'UNione, tentennano e sono costretti a rinviare il sesto provvedimento punitivo, di fronte alla difficoltà di trovare un'intesa plebiscitaria.

     

    NUOVI DIVIETI

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    Gli Stati Uniti domenica hanno fornito un ulteriore aiuto finanziario all'Ucraina, abbattendo i dazi che ancora gravano sull'esportazione di acciaio del paese in guerra. Contemporaneamente hanno sanzionato ventisette funzionari della banca Gazprom, terzo tra gli istituti di credito russi, e braccio finanziario del gigante del settore energetico di proprietà statale. I quadri dirigenziali della banca sono stati colpiti con il divieto di usare carte di credito internazionali, e con il blocco dei visti di lavoro e turistici. Un provvedimento di scopo limitato, ma che per la prima volta tocca il nodo nevralgico delle forniture di energia russa all'Europa.

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    I fondi e le proprietà della Gazprom negli Usa non sono però stati congelati, né sono state proibite le transazioni internazionali. L'amministrazione Biden avrebbe voluto inserire la banca già nel giro di sanzioni che all'inizio di marzo colpì sette tra i maggiori istituti russi, inclusi la Sberbank, la VTB e la VEB, alcuni dei quali furono tagliati fuori dal sistema di comunicazione Swift.

     

    I CINQUE PUNTI

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    Quando la decisione fu adottata, la Gazprom risultò invece esclusa dalle misure più severe. Diversi partner europei si erano opposti, nel timore che le sanzioni potessero ostacolare il flusso dei carburanti russi che sostengono le loro economie.

    L'obiezione si sta riproponendo in questi giorni a Bruxelles, mentre il comitato dei rappresentanti permanenti degli Stati presso la UE discute la proposta della Commissione per il sesto pacchetto di sanzioni da adottare contro la Russia.

     

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    La manovra è composta di cinque punti, quattro dei quali hanno già passato il vaglio della commissione. Tra questi ci sono interventi personali contro i responsabili dei massacri di Bucha e dell'assedio a Marioupol; contro il patriarca della chiesa ortodossa Kirill, punito per l'appoggio che ha dichiarato a Putin, e contro l'ex ginnasta Alina Kabaeva, indicata come l'amante del presidente russo negli ultimi 14 anni, futura madre del quinto figlio che ha concepito con lui. Il quinto obiettivo è quello che riguarda il progressivo rifiuto delle forniture di petrolio all'Europa.

     

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    La misura, la cui approvazione era stata data per scontata nel comunicato successivo al G7 virtuale di domenica, è di nuovo un nodo di difficile soluzione. Ungheria e Bulgaria si oppongono alla sua adozione, con il premier ungherese che la definisce una «bomba atomica» contro l'economia del suo paese.

     

    Con l'appoggio della Repubblica Ceca e della Slovacchia, è stato negoziato un rinvio dell'entrata in vigore dell'embargo energetico, mentre si discute intensamente sulle compensazioni monetarie richieste dai governi interessati per concedere la loro approvazione. L'Alto Rappresentante Joseph Borrell ha ventilato l'ipotesi di convocare un Consiglio Affari Esteri straordinario per mediare un consenso, e la presidentessa della Commissione Europea Ursula von der Leyen è volata a Budapest con l'intento di chiudere la trattativa in settimana.

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