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Ugo Poletti per “la Stampa”
Nelle scorse settimane, mentre si combatteva aspramente in tutta l'Ucraina, a Odessa scoppiava una guerra parallela: la caccia alle spie. Molti avevano notato delle persone sospette aggirarsi per la città a fotografare incroci e postazioni militari. Il servizio di sicurezza ucraino Sbu (ai tempi dell'Urss era la filiale ucraina del Kgb) ha catturato i sospetti e ha scoperto che queste foto e video venivano mandate a indirizzi russi.
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Mandavano informazioni su possibili obiettivi da colpire o sulle vie d'accesso per l'avanzata. Gli arrestati erano persone normali, ma anche ufficiali di polizia, pagati dal servizio segreto russo Fsb. A seguito di questa scoperta si è scatenata la caccia alla spia. Ogni persona che voleva fare una foto anche innocente della città rischiava di essere fermata. Ne hanno fatto le spese alcuni giornalisti incauti che fotografavano senza avere il permesso ufficiale dell'ufficio stampa dell'autorità militare di Odessa.
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Alla fine la rete di spie per conto dei russi è stata neutralizzata, anche grazie al supporto delle agenzie di intelligence della Nato. Così abbiamo saputo che la strategia russa si aspettava molto dall'appoggio di una parte consistente della popolazione ucraina e aveva investito enormi risorse per creare una rete di informatori.
Però, l'alto livello di corruzione dei vertici militari e dei servizi di sicurezza ha fatto sparire gran parte di quei fondi, che sono stati giustificati da liste gonfiate di agenti e collaborazionisti pronti ad aiutare l'invasione. Attualmente c'è una bufera al Cremlino, con epurazioni e vendette. Questa miscela di arroganza e corruzione russa è stata un aiuto provvidenziale per la difesa ucraina.
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La presenza di una quinta colonna russa era in cima alle preoccupazioni del governo ucraino, soprattutto in una città come Odessa, ancora russofona, dove il partito filorusso ha ottenuto il 20% dei voti alle elezioni per il sindaco nell'autunno del 2020. Ma allo scoppio della guerra la cittadinanza di Odessa non ha avuto dubbi da che parte stare e quei simpatizzanti di Putin o hanno cambiato idea o si sono nascosti.