Cristiana Mangani per “il Messaggero”
migranti dalla tunisia con barboncino
Sono arrivati qualche giorno fa su un gommone: padre e figlio. Il più anziano aveva vissuto vent' anni in Italia, lavorava nella ristorazione. Poi il contratto non gli è stato rinnovato ed è scattato il rimpatrio. Ora ha riprovato a tornare nel nostro paese.
«La crisi economica in Tunisia non dà scampo - ha raccontato in perfetto italiano a chi lo ha bloccato mentre tentava di sbarcare nel porto di Lampedusa - Sta partendo il ceto medio, tutta gente rimasta senza lavoro». Come gli undici tunisini, travestiti da turisti, con tanto di barboncino al seguito e i bagagli, fermati al porto, mentre cercavano di passare inosservati.
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La maggior parte era occupata nel turismo, nella ristorazione, settori ora in ginocchio. Famiglie che a causa della chiusura generale si sono ritrovate da un giorno all' altro nella precarietà totale. E così stanno tentando la sorte: qualcuno si organizza acquistando un mezzo proprio, altri si mettono nelle mani delle organizzazioni criminali, che si fanno pagare da mille a quattromila euro.
I PORTI
Nuovo punto di partenza, oltre a Sfax e a Sousse, è Sidi Mansour. Dal porticciolo del villaggio, negli anni, è salpata la maggioranza di migranti diretti in Italia. Generazioni di giovani tunisini hanno tentato la fortuna infilandosi dentro bagnarole con la prua diretta a nord-est, verso il nostro paese.
MIGRANTI TUNISINI CON BARBONCINO ARRIVANO A LAMPEDUSA
Negli ultimi mesi i nostri servizi di intelligence hanno registrato un grosso movimento di migranti che parte dalla Libia, dopo un lungo viaggio dalle zone subsahariane, e arriva al porto commerciale di Sfax, da dove, in certe giornate, le isole Pelagie si riescono a vedere benissimo.
Prima del conflitto in Libia, la manodopera tunisina riusciva a trovare un' occupazione lì. Ma con la guerra, questa valvola di sfogo alimentata dal petrolio, è venuta a mancare. E sono cominciate le fughe via mare. Secondo Ispi, Istituto per gli studi di politica internazionale, si stima che approssimativamente 95.000 persone abbiano lasciato la Tunisia da quando sono partite le proteste a oggi, l' 84% delle quali con un alto livello di educazione.
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Mentre il Viminale, davanti ai nuovi numeri, ammette: «C' è il rischio di un esodo tale da ricordare quello dall' Albania del 1991, un problema serissimo da affrontare a livello di governo». Dal prossimo mese l' amministrazione pubblica tunisina non avrà più i soldi per pagare gli stipendi. La bancarotta è vicina e, in mancanza di un governo in carica, l' esodo in massa è praticamente una certezza.
I VIDEO
migranti come turisti con barboncino e sigaretta
Nel frattempo, i giovani si ingegnano. E la traversata diventa anche un' avventura da preparare e da raccontare. Suggerimenti ed esperienze sul viaggio illegale verso l' Europa o gli Stati Uniti vengono dati da una nuova generazione di vlogger, che attraverso filmati postati su Youtube cercano di trasformare la migrazione illegale in divertimento. Il fenomeno è stato analizzato dall' Economist in un lungo articolo dedicato a uno dei più popolari youtuber delle migrazioni, il marocchino Zouhir Bounou, che si fa chiamare Zizou.
L' ultimo dei viaggi postati dal 25enne, visualizzato oltre 1 milione di volte, racconta le sue peripezie per raggiungere Panama e quindi gli Stati Uniti attraversando illegalmente dieci Paesi. Una visione romantica della migrazione che, secondo gli esperti, ha spinto centinaia di migliaia di nordafricani a intraprendere il viaggio verso Europa e Stati Uniti.
migranti con barboncino vestiti da turisti
Una nuova generazione di migranti che, come i vlogger che seguono, sono studenti universitari o già laureati e, in alcuni casi con un lavoro. In sintesi, rappresentanti della classe media.
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