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    GLI USA NON PERDONO TEMPO: LA FDA E' PRONTA A DARE IL VIA LIBERA ALLA TERZA DOSE DI VACCINO AGLI IMMUNODEPRESSI - L'APPROVAZIONE DOVREBBE ARRIVARE NELLE PROSSIME 48 ORE - E TRA UN MESE MEZZO PARTIRA' LA RICHIESTA PER L'USO NEI BAMBINI TRA I 5 E GLI 11 ANNI - LA SOCIETA' ITALIANA DI PEDIATRIA: "ABBIAMO BISOGNO DI UNO SCUDO CON CUI DIFENDERE I NOSTRI BAMBINI" - MA NON TUTTI SONO D'ACCORDO...


     
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    1 - COVID: USA VERSO TERZA DOSE ALLE PERSONE IMMUNODEPRESSE

     

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    (ANSA) - La Fda americana è pronta a dare il via libera alla terza dose di vaccino anti Covid Pfizer o Moderna alle persone immunodepresse. Lo si apprende da indiscrezioni dei media. L'approvazione dovrebbe arrivare nelle prossime 48 ore.

     

    2 - «NEGLI USA BAMBINI COLPITI» PFIZER E MODERNA VERSO L'OK: SI PARTIRÀ DALLA FASCIA 5-11 ANNI

     

    M.Ev. per "il Messaggero"

     

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    Pfizer e Moderna sono le compagnie farmaceutiche più avanti nella sperimentazione dei vaccini anti Covid per i bambini. Già tra un mese e mezzo partirà la richiesta di autorizzazione per l'uso nella fascia di età 5-11 anni. La Società italiana di pediatria avverte: serve in fretta un vaccino. Scrive: «Abbiamo bisogno di un vaccino sicuro, efficace. Abbiamo bisogno di uno scudo con cui difendere anche i nostri bambini da questo terribile virus».

     

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    Nel nostro Paese, il 5,5 per cento dei casi di Covid (240.105) con 14 decessi riguarda la fascia di età 0-9 anni. I pediatri italiani invitano, inoltre, a vedere cosa sta succedendo negli Stati Uniti, dove stanno aumentando i contagi tra i più piccoli. Gli Usa, soprattutto negli stati in cui la percentuale di vaccinazione è più bassa, stanno affrontando un notevole aumento di casi positivi e ricoveri a causa della variante Delta. E il 15 per cento dei nuovi infetti è rappresentato da bambini che hanno meno di 12 anni e dunque non possono essere immunizzati.

     

    «La variante Delta sta mandando più bambini in ospedale. Non è chiaro se causa una malattia più severa nei più piccoli, ma c'è comunque un più alto livello di infezione» si leggeva, l'altro giorno, in un articolo del New York Times. Negli Usa l'American Academy of Pediatrics (l'associazione dei pediatri) ha scritto una lettera alla Fda (l'ente che autorizza i farmaci negli Usa) chiedendo di fare il massimo per approvare in tempi rapidi un vaccino anti Covid anche per gli under 12.

     

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    TIMORI Secondo i pediatri americani «gli Stati Uniti hanno sperimentato il più grande aumento percentuale settimana su settimana nei casi pediatrici di Covid dall'inizio della pandemia». Il presidente Biden ha detto di essere «molto preoccupato» per la possibile diffusione della variante Delta tra i bambini.

     

    A che punto sono le sperimentazioni? Pfizer presenterà i dati sulla sicurezza del vaccino, ma sui bambini di età compresa tra 5 e 11 anni, entro un mese e mezzo. Moderna qualche settimana dopo. La parola spetterà poi a Fda e, successivamente, a Ema per l'Europa. Più lunghi i tempi per i bimbi sotto i cinque anni. Ma nella lettera dei pediatri americani si legge anche: «In poche parole, la variante Delta ha creato un nuovo e pressante rischio per bambini e adolescenti in tutto il paese, come ha fatto anche per gli adulti non vaccinati».

     

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    In Italia il professor Franco Locatelli, coordinatore del Comitato tecnico scientifico, in una intervista al Messaggero, ha ribadito la necessità di vaccinare anche i bambini non appena vi sarà un vaccino autorizzato (ad oggi Pfizer e Moderna possono essere usati solo per coloro che hanno più di 12 anni). Altri esperti come il professor Fabrizio Pregliasco (Università statale di Milano) concordano con Locatelli: «Io credo nella necessità di utilizzo in questa fase».

     

    Sulla stessa linea il professor Massimo Galli, del Sacco di Milano: «Il vaccino per gli under 12 è fondamentale perché, con la riapertura delle scuole, la diffusione fra i bambini fa da elemento di diffusione incoercibile. In altre parole, senza aver vaccinato tutta la popolazione, bambini compresi, la possibilità di contenere il fenomeno diventa complicata».

     

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    Va detto che gli esperti non sono tutti concordi con questa linea: il professor Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani, dice che «nei bambini è statisticamente irrilevante non solo il contagio ma anche la malattia al di sotto dei 12 anni. In questo caso quindi la bilancia rischio-beneficio penderebbe tutta sulla parte del rischio».

     

    Tornando negli Usa, nei giorni scorsi ha fatto molto scalpore l'intervento in tv del dottor Mark Kline, capo del Children's Hospital di New Orleans, in Louisiana, che ha avvertito: «stiamo constatando un aumento di ricoveri per Covid di bambini, in questo momento sei sono in terapia in terapia intensiva». I tempi della sperimentazione dei vaccini però non possono essere compromessi.

     

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    Moderna, in particolare, ha deciso di coinvolgere seimila bambini di età compresa tra i 6 mesi e i 12 anni, non solo negli Usa ma anche in Australia. La Fda ha chiesto sia a Pfizer sia a Moderna di includere 3.000 bambini nel gruppo dai 5 agli 11 anni per la sperimentazione, in modo da valutare con più attendibilità rischi di effetti collaterali.

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