discoveryfood
DAGOREPORT
Grandi manovre (con maretta societaria) a Il Fattoquotidiano. L'amministratrice delegata del giornale, Cinzia Monteverdi, lascia di stucco gli azionisti e i soci, proponendo un'acquisizione ‘’alimentare’’. Quella della società di commercio gastronomico on-line "Discoveryfood" (http://www.discoveryfood.it/) , dipinta come un investimento certo.
In realtà si tratta di una start-up che vende alimenti di grande qualità, ma anche di grande costo, esclusivamente via Internet. Un marchio non ancora affermato, malgrado gli ottimistici proclami affidati al sito: "Discovery Food digitalizza i produttori agroalimentari artigianali - scrivono i gestori della società - offrendo uno spazio online dove poter raccontare la loro storia, la passione, la tradizione e tutte le informazioni che l'etichetta non ha".
REDAZIONE FATTO QUOTIDIANO
I soci, ma anche alcune delle firme importanti del giornale non capivano la necessità di questo investimento (poco meno di un milione di euro). Forse pesa il precedente del 2012, quando l’ex amministratore delegato del giornale, Giorgio Poidomani, si oppose strenuamente (e con successo) alla richiesta di Marco Travaglio, e della stessa Monteverdi, di finanziere delle produzioni cinematografiche, si pur affidate a un professionista come Carlo Degli Esposti.
cinzia monteverdi carlo verdone
All'epoca i soci pretesero e ottennero che gli unici investimenti extra aziendali del Fatto, ad esempio la partecipazione con la Zerostudios di Michele Santoro (ne divenne presidente la stessa Monteverdi) avessero un legame diretto con l'attività giornalistica del quotidiano. L'asse Poidomani-Padellaro bloccó il sogno "hollywoodiano" della responsabile marketing. Ma oggi i rapporti di forza tra il duo Monteverdi-Travaglio (ad-direttore) e i diversi azionisti (Tinti, Aliberti, Chiarelettere, Angeloni, Grafica veneta) sono ben diversi.
Chiedevano i soci, nell’agitato Cda: cosa c'entra con il Fatto una società che opera in campo totalmente diverso? Erano queste le obiezioni che hanno spinto una variegata maggioranza di soci ad opporsi alla proposta di acquisizione. Per comprare una società con finalità diverse da quanto previsto nell'oggetto sociale - sostenevano gli oppositori - occorreva una maggioranza del 70% di voti.
prima pagina del fatto di travaglio by spinoza
Ma la Monteverdi ha tenuto duro, chiedendo un parere legale a lei favorevole, e motivando proprio così la sua scelta: "Il sito è in crescita, in prospettiva sarà un affare".
A Natale i giornalisti hanno avuto conferma indiretta dell'acquisizione, quando si sono ritrovati tra le mani una gift card di 100 euro da utilizzare nello scaffale merci di Discovery. I più scettici hanno trovato conferma ai loro dubbi sul sito: prodotti di qualità, certo, ma prezzi salatissimi e modalità di acquisto macchinose e piene di vincoli (bisogna raggiungere una quota minima di spesa per ogni produttore e non sul totale del carrello).
discoveryfood
Gli altri, invece sono fiduciosi: chissà che la Monteverdi non abbia intuito l'affare del secolo. D'ora in poi, però, l'odiato Oscar Farinetti (bersaglio fisso del giornale) non potrà più essere considerato un avversario, ma un temibile concorrente…