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    PRENDILO NEL GOOGLE! IL COLOSSO DI MOUNTAIN VIEW FINISCE NEL MIRINO DELL’UE PER ABUSO DI POSIZIONE DOMINANTE - FALLITA LA CONCILIAZIONE, ORA INIZIA IL PROCESSO - GOOGLE RISCHIA UNA MULTA DI 6 MILIARDI DI EURO


     
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    Marco Zatterin per “la Stampa”

     

    GOOGLE GOOGLE

    Il messaggino dice semplicemente «Sì», ma tanto basta per confermare la voce più rumorosa delle ultime ore. Salvo colpi di scena, oggi la Commissione Ue deciderà di inviare a Google una «comunicazione degli addebiti», passo formale e concreto nella procedura Antitrust che pone il colosso di Mountain View sotto schiaffo per presunto abuso di posizione dominante. L’indiscrezione è stata confermata in serata dal responsabile europeo per l’agenda digitale, il tedesco Oettinger.

     

    Ora il processo diventa formale, gli americani hanno pieno diritto di replica e corrono il rischio di essere pesantemente sanzionati. «Questione di miliardi», ammonisce una fonte esperta di Concorrenza. E il Wall Street Journal azzarda che la multa sarà di 6 miliardi.

    Oettinger è stato duro su questo delicato dossier.

     

    satelliti google in orbita per portare internet in tutto il mondo satelliti google in orbita per portare internet in tutto il mondo

    «Dobbiamo fare in modo che, anche costringendoli, che i motori di ricerca seguano le regole europee», ha detto lunedì. Verbo non casuale, quello che suggerisce di forzare la mano a Google. Da cinque anni Bruxelles tenta una mediazione col gigante globale presunto colpevole di aver tenuto alla larga i concorrenti dalla parte più alta, e appetibile, delle risposte che Internet offre alle curiosità dei navigatori. Inoltre, avrebbe utilizzato contenuti di aziende concorrenti facendoli passare per propri.

     

    almunia almunia

    L’inchiesta a Bruxelles è cominciata nel novembre del 2010, un quinquennio nel corso del quale l’Antitrust Ue (prima guidato dallo spagnolo Almunia e ora in mano alla danese Vestager) ha cercato di evitare lo scontro diretto con Google. I tentativi di conciliazione sono stati tre.

     

    Poi, però, hanno avuto la meglio i ricorrenti, fra cui la comunità virtuale tedesca Ciao, la britannica Foudem e le società riunite nel Open Internet Project (che comprende, fra l’altro, l’editrice globale Springer). La loro pressione si è fatta forte, al punto che la Commissione non ha potuto attendere. Del resto, i suoi giuristi risultano ritenere da tempo «insufficienti» i passi avanti degli americani, che controllano l’80% delle ricerche sul mercato Ue.

    MARGRETHE VESTAGER MARGRETHE VESTAGER

     

    La multinazionale Usa rischia. Tre anni fa Microsoft s’è presa una sanzione da circa 1,5 miliardi per non aver dato agli utenti di Windows reale libertà di scelta sul browser per Internet. Google ha un contenzioso aperto anche sul diritto all’oblio per una sentenza della Corte Ue, mentre l’Europarlamento vorrebbe separare i motori di ricerca dall’industria dei servizi. La Vestager oggi è a Washington. L’annuncio è atteso laggiù. E anche l’avvio della nuova, e probabilmente ultima, fase del negoziato.

     

     

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