Massimo Gramellini per il “Corriere della Sera”
massimo gramellini
Il magistrato che voleva condannare Amanda Knox è diventato suo amico.
Si scrivono spesso, una volta si sono anche visti, e lei manda le foto della sua bambina soltanto a lui (dice lui). Non ci sarebbe niente di strano se, dopo essere andato in pensione, il sostituto procuratore che investigò su Amanda avesse cambiato idea, ma è proprio l’interessato a smentire che sia così.
«Non rinnego nulla delle mie conclusioni processuali», afferma il dottor Mignini, «anzi, le confermo in pieno». Però. «Però tra noi si è creato un rapporto unico, straordinario». Quindi, nonostante lui continui a pensare che Amanda abbia ucciso Meredith Kercher (al punto da definire «sconcertante» la sentenza della Cassazione che l’ha assolta), trova piacevole il loro scambio epistolare e irresistibile la tentazione di raccontarlo in un libro. Le ragioni per cui la Knox desidera coltivare un rapporto personale con il suo più accanito accusatore attengono al campo della psicologia estrema, in cui non oso avventurarmi.
amanda knox
Più banalmente mi domando che cosa spinga l’ex pubblico ministero a ricambiare le sue attenzioni, addirittura a ostentarle, visto che tuttora la considera un’assassina. O siamo in presenza di un allievo prodigio del tenente Colombo che sta cercando di entrare in confidenza con lei per indurla a confessare, oppure questa storia è la prova che il narcisismo sa essere più forte di tutto, anche del rispetto dovuto ai familiari della vittima, che in quel magistrato ci avevano creduto davvero.
GIULIANO MIGNINI GIULIANO MIGNINI LA MORTE DI FRANCESCO NARDUCCI - IL MAGISTRATO GIULIANO MIGNINI amanda knox 4 amanda knox 1 amanda knox 3 amanda knox 2 pm giuliano Mignini