Giovanni Sallusti per “Libero Quotidiano”
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Oggi in Occidente - nella fattispecie nel Regno Unito - è vietato asserire che solamente le donne possono partorire. Forse nessuna storia racconta come quella di Lynsey McCarthy-Calvert l' essenza del politicamente corretto, questa dittatura à la carte che nemmeno distrugge tragicamente la nostra civiltà, ma la spegne giorno per giorno, con quotidiane iniezioni di letale comicità involontaria.
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Lynsey McCarthy-Calvert è (o meglio era) la portavoce di "Doula Uk", l' associazione britannica delle assistenti materne, le moderne "levatrici" che sostengono la madre prima, durante e dopo il parto. Un bel giorno Lynsey dev' essersi stancata del correttismo sessuale e "di genere" (orrida espressione la cui imposizione è già una mezza vittoria dell' ideologia dominante) e sul suo profilo Facebook ha postato queste apparenti ovvietà: «Non sono una persona che "possiede una cervice uterina". Non sono un "menstruator". Non sono un "feeling". Non sono definita da un vestito e un rossetto. Sono una donna: una femmina, umana, adulta. Le donne fanno nascere tutte le persone».
PLOTONE D' ESECUZIONE
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Doveva essere impazzita quel giorno, Lynsey, o forse aveva alzato troppo il gomito in qualche pub londinese. Rivendicare l' essere femminile come alternativo a quello maschile, e presentarlo come l' unico in grado di procreare? Ce n' era abbastanza per essere piazzata davanti al plotone d' esecuzione degli unici, veri odiatori del nostro tempo, i progressisti convertiti da "Bandiera Rossa" a "Mutanda Arcobaleno".
il mondo lgbt reagisce alla strage di orlando
E infatti, giù accuse di "discriminazioni verso la comunità Lgbt", una lettera di denuncia firmata da venti autodichiaratisi "attivisti transgender" (qualunque cosa voglia dire), e ancora commenti di utenti indignati perché «sembra che tu ti stia dimenticando che non solo le donne mettono al mondo bambini» (ma certo, pure chi scrive non ha ancora sciolto il dubbio se sia stato partorito da sua madre o da suo padre).
Risultato: "Doula Uk" fa dimettere Lynsey e fa pure atto di pubblica contrizione. «Siamo orgogliosi di apportare modifiche, compresi i cambiamenti al linguaggio che utilizziamo, se riteniamo che sia necessario rendere la comunità più accogliente e solidale». Il bis-linguaggio, la lingua artificiale creata ad hoc per controllare pensieri e comportamenti: la ciccia del totalitarismo sta sempre lì, fin da "1984" di George Orwell.
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L' uscita che è costata posto e rispettabilità sociale a Lynsey è infatti pregnante, soprattutto perché contiene esplicite allusioni a una deriva orwelliana in pieno corso nel Regno Unito ma anche in tutto l' Occidente (come dimostra in Italia la perenne tentazione burocraticamente corretta di rimpiazzare padre e madre con Genitore 1 e Genitore 2). La "Cancer Research Uk", associazione per la ricerca sul cancro, ha eliminato la parola "donne" dalla campagna informativa per il pap test, esame uterino: d' ora in poi lo screening sarà destinato "a ogni persona con la cervice tra i 25 e i 64 anni", perché ci sono signore che si sentono signori e nessuna anatomia tiranna può negare loro (per fortuna siamo al plurale, e non dobbiamo effettuare la pericolosissima scelta tra "gli" e "le") questo fondamentale diritto civile. La "Bloody Good Period", società che rifornisce di assorbenti chi (il chi è unisex vostro onore, siamo salvi!) non può permetterseli, per analoghi motivi non parla più di "donne", bensì di "menstruator", forse prendendo troppo alla lettera il dogma contemporaneo che invita a fluidificare le identità.
IDENTITÀ SESSUALI
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Quanto alla prestigiosa "British Medical Association", ha dato consegna ai suoi 160mila membri (nel senso di esponenti, non siate ignobili sessisti fallocentrici) sparsi nel Regno Unito di non chiamare mai più una donna incinta con l' appellativo retrogrado di "futura mamma" - perché certo, come recita la nota ufficiale, «la grande maggioranza delle persone che sono incinte o che hanno partorito si identificano come donne» (contro ogni pronostico, aggiungiamo), tuttavia «ci sono alcuni uomini intersex e uomini trans che possono essere gravidi. È possibile includerli chiamandoli "persone incinte"».
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Certamente, è possibile qualunque supercazzola gender, nel bel mondo in cui la piazza virtuale di Facebook ti permette di definirti tra 56 identità sessuali diverse. Poi la sera, a casa, lo specchio ti riflette quel nocciolo di realtà oggettiva che pur rimane: o sei maschio o sei femmina. E, lo scriviamo a costo di essere scomunicati dall' Inquisizione polotically correct, puoi partorire solo nel secondo caso.
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