Estratto dell’articolo di Giovanni Caprara per corriere.it
la sonda juice diretta a giove
Dopo uno stop a causa di pericolo fulmini, il 14 aprile - con un giorno di ritardo - dalla Guyana francese è partita una sonda spaziale che potrebbe segnare una svolta nella ricerca della vita nel sistema solare.
È la sonda Juice dell’Esa - l'Agenzia Spaziale Europea - e ha iniziato un lungo viaggio di otto anni che la porterà a destinazione nel luglio 2031. Per risparmiare propellente e allungare il tempo delle osservazioni una volta giunta a destinazione, per la prima volta al fine di proiettarsi verso la meta effettuerà per la prima volta una carambola tra la Terra e la Luna dalla quale scaturirà un effetto fionda che la lancerà più in profondità nel cosmo.
Cercare la vita sotto i ghiacci delle lune di Giove
la sonda juice diretta a giove
Lo scopo di Juice è indagare soprattutto le tre lune ghiacciate di Giove, Ganimede, Europa e Callisto. Poi entrerà in orbita a Ganimede, una luna più grande del pianeta Mercurio che è anche la luna più grande dell’intero sistema solare. Le lune gioviane erano state scoperte da Galileo e raccontate nel Sidereus Nuncius esattamente quattrocento anni fa. Le aveva battezzate Medicee in onore ai Medici. In passato, erano state osservate a distanza da alcune altre sonde a cominciare dalle due Pioneer e poi dalle Voyager.
Ma solo Juice si soffermerà con la necessaria puntigliosità per scrutarne da vicino la natura e le loro caratteristiche. Perché sotto i loro ghiacci si ritiene che esistano oceani d’acqua nei quali potrebbe essersi accesa la scintilla della vita. Ecco perché il sostare a lungo e in maniera concentrata su questi mondi come mai era accaduto finora potrà fornire indizi preziosi sul mistero della vita nel nostro sistema solare e quindi anche della sua esistenza sulla Terra dove si è evoluta nel modo migliore.
LA MISSIONE DI JUICE SU GIOVE
Per le ricerche immaginate e preparate, la sonda dispone di una decina di strumenti, alcuni dei quali sono nati anche in collaborazione con il Jet Propulsion Laboratory della Nasa. L’Agenzia spaziale italiana Asi ha sostenuto il progetto. Proprio gli scienziati italiani, sotto il coordinamento di Barbara Negri e Angelo Olivieri, hanno studiato tre di questi strumenti.
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Dalle camere bianche di Leonardo, inoltre, sono usciti i più grandi pannelli solari mai realizzati (85 metri quadrati) per una sonda interplanetaria, ma necessari per fornire l’energia necessaria tenendo conto che alla distanza di Giove la radiazione solare è 25 volte più bassa di quella che si può raccogliere intorno alla Terra. Naturalmente la sonda Juice completerà il suo compito di esploratrice osservando anche Giove, il gigante del sistema solare, la cui natura è quella di una stella mancata; un altro mistero da indagare.
Il lancio della sonda juice diretta a giove la sonda juice diretta a giove