Filippo Di Giacomo per “il Venerdì - la Repubblica”
DON FILIPPO DI GIACOMO
Sussurri e grida in Vaticano. A causarli, le nomine, i trasferimenti e altre umane vicende conseguenti alla messa a regime della costituzione apostolica Praedicate Evangelium, la sbrigativa legge di riforma della curia romana. Sotto osservazione le nomine dei dicasteri vecchi e nuovi.
La più "azzeccata" sembrerebbe quella del cardinale portoghese, attuale bibliotecario, José Tolentino al dicastero dell'Educazione cattolica e cultura: nel mondo lusofono, è un apprezzato poeta e, come docente di teologia, ha un'esperienza diretta con il mondo accademico non solo europeo.
Dominique Mamberti
Le Chiese orientali dovrebbero essere appannaggio del francese Dominique Mamberti, cosa non gradita all'attuale titolare, l'argentino Sandri: i pettegoli parlano di un suo "colossale scazzo", ma non precisano con chi. Alla Segnatura Apostolica, attuale ufficio di Mamberti, arriverebbe l'arcivescovo Filippo Iannone lasciando libero il posto di capo del dicastero per l'Interpretazione dei testi legislativi.
IL CARDINALE LEONARDO SANDRI
Posto che, si sussurra, verrebbe assegnato al vescovo Marco Mellino, qualora sopravviva a quanto alcuni cardinali avranno da dire sulla sua "scienza giuridica" nella riunione con papa Francesco del 29 e 30 agosto. Il dicastero dei Vescovi, sotto ispezione da mesi (interessante sapere quante nomine farlocche scopriranno) dovrebbe andare al filippino Luis Tagle, ammesso che si convinca a restare a Roma.
Luis Antonio Gokim Tagle
Come prefetto di Propaganda Fide si è distinto per le sue assenze dall'Urbe, ma capitava anche a Manila tanto che, quando fu nominato a Roma, il presidente Duterte dichiarò: «Finalmente Manila riavrà un arcivescovo». Il suo posto, sarebbe destinato a Giovanni Dal Toso. E sembra certo che il prossimo capo della Dottrina della fede non sarà il cardinale Charles Scicluna, la sua esperienza di grande inquisitore dovrebbe fermarsi a La Valletta.